"Salsedine" di Stefania Genovese
Un aspetto mai secondario nelle mostre e nelle esposizioni d’arte in genere è certo costituito dal loro allestimento. Sono in molti a sostenere che specialmente le fotografie non abbisognino sempre di didascalie e che, anzi, la necessità di dover spiegare all’osservatore le immagini potrebbe implicitamente evidenziare una carenza comunicativa delle stesse. Tutti comunque si è concordi sul fatto che una immagine, fotografica, pittorica, grafica, etc… deve in qualche modo suscitare un’emozione o, quantomeno, intrigare al punto da sentire la necessità di saperne di più e andare oltre. L’esposizione di Stefania Genovese inaugurata venerdì scorso all’Arvis di Palermo, efficacemente illustrata dallo scritto del valente critico Giuseppe Cicozzetti, è presentata dall’autrice con la seguente sinapsi: “Salsedine è quel sottile stato biancastro lasciato dall’acqua salata. È quell’odore e sapore di sale che si appiccica addosso, che vuoi portare sulla pelle quando sei lontano dal mare. Papà