"Viale del tramonto" ... Quello che mi rimane dopo aver visitato un progetto fotografico di Marco Bennici



Nella vita non esiste una formula magica … tutto è costituito da un insieme di variabili ed è frutto d'imprevedibili combinazioni d’elementi. In fondo in fondo, in conclusione, forse è semplicemente la sintesi di un gran casino.
Il recente suicidio del latitante omicida che ha deciso di buttarsi giù dalle terrazze del Duomo di Milano è certo l'ultimo gesto disperato di chi si ritrova psicologicamente chiuso in un vicolo cieco e non vede altre soluzioni. Un’azione che merita, in ogni caso, solo compassione senza aggiungere ulteriori commenti.
Pazzie e raziocinio rappresentano sempre le punte d'iceberg d'emozioni sommerse.
Si dice che ogni individuo è un universo e pure che ogni esistenza si muove secondo logiche complesse, indipendenti, che non necessariamente seguono percorsi sempre normali.
Del resto la stessa nascita è casuale: deriva da quell’unico spermatozoo che è riuscito a fecondare la cellula uovo, nell’ambito di un accadimento sicuramente contestualizzabile e che incide nel modellare destini. In alcuni casi l'accoppiamento è frutto di un amore certo, ma non sempre è così (PMA compresa).
Habitat del mondo differenti accolgono e condizionano fin da subito i destini dei singoli nati ma, come risaputo, non ci sono regole standardizzate o formule universali per il raggiungimento di un futuro felice e che dia certezze.
Si può nascere sani o con handicap purtroppo, in famiglie povere o ricche. Si può crescere in culture patriarcali, matriarcali, in contesti sociali democratici o in regimi soggetti a dittature.
Puoi frequentare scuole e acculturarti secondo ideologie illuminate, ciniche o nichiliste.
Puoi maturare un carattere socievole da filantropo o asociale da misantropo, seguendo le tracce genetiche del DNA naturale che ci caratterizza.
Puoi comunque conseguire traguardi di emancipazione o restare impantanati nell’ambito di vissuti aridi, dove l’unico obiettivo è costituito dall’istinto di conservazione e della sopravvivenza.
Ogni individuo potrebbe raccontare di sé e pure di storie d’altri, tutte caratterizzate da sommatorie di eventi che hanno pure coinvolto miriadi di personaggi.
Combinazioni e tempi diversi, indipendenti, di esperienze e incontri, dove caso, destino e determinazione prescindono quasi sempre dagli stessi protagonisti.
C’è chi la chiama fortuna, ma forse è il fatalismo l’elemento principe che governa ogni storia, le tante avventure, le singole esistenze.
In tutto questo le religioni restano fantastiche invenzioni umane, atte a illudere con le loro eterne utopie.
Di contro il fanatismo costituisce uno dei pericoli maggiori, imputabili all’indole e al convincimento pseudo intelligente implicito alla natura dell’essere uomo.
Letteratura, musica e ogni genere di creatività artistica sono i nostri salvagente, che ci consentono di veicolare sentimenti e di continuare a sviluppare idee.
Sono gli oppiacei positivi che ci aiutano nel corso dell’esistenza e ci permettono di sviluppare conoscenze, spingendoci anche a vivere avventure diverse.
Tanti sono quindi i percorsi che conducono all’unica meta comune e certa della morte.
Chi avrà tenacia, pazienza e la fortuna della salute potrà godere del regalo d’essere sopravvissuto con ogni giorno; indipendentemente dal solco che, per necessità o scelta, si è trovato a seguire.
Forse i messaggi più importanti lasciati dal saggio Bergoglio sono stati la domanda e la risposta che ha posto a sé stesso riguardo al genere: “ma chi sono io per poter giudicare”. Domanda e risposta laiche, che hanno lasciato ognuno libero di pensarla come vuole; avendo quale unico vincolo imprescindibile il rispetto degli altri.
Non so quanto possa risultare consono questo ampio panegirico che, in qualche modo, vorrebbe costituire preambolo per le osservazioni al collage fotografico posto a monte di questo articolo, testimonianza di aspetti di un'esistenza.
L’insieme degli scatti realizzati da Marco Bennici, fotografo, costituiscono un’emblematica sintesi della storia di un modo di vivere e forse un aspetto del concetto stesso d’esistenza.
Nello specifico Bennici, illustrando la raccolta fotografica intitolata "Dal Tempo", a citare una poesia del cantautore Pino Mango (cantante/poeta calabrese), mi spiega che ritraggono un’attrice americana ultra ottantenne, che ha acconsentito ad essere fotografata senza veli, per testimoniare col suo corpo quello che in cuor suo vuol continuare ad essere. Forse credersi detentrice e far credere agli altri di poter inseguire e riuscire a raggiungere l'eterna giovinezza. A prescindere dall'estetica di rughe, flaccidità e vasta decadenza evidente.
Nel prestarsi ad essere fotografata avrebbe solo chiesto a Bennici di farla bella!
Fin da subito la visione delle immagini, forti e incisive, realizzate e apientemente composte da Marco Bennici in un unico puzzle, porta a ricordare la conclusione del film di Billy Wilder degli anni cinquanta, “Viale del tramonto”, dove Gloria Swanson, una grande attrice e celebre star del muto, nella scena finale recitava una sorta di parodia cupa di sé stessa, forte di una grande espressività e una bravura quasi “magnetica”.
Un film che, rivisto oggi, suscita ancora nell’osservatore la pelle d’oca. Appunto, la stessa sensazione che ho avuto anch’io, fin da subito, nell’ammirare quella raccolta d'immagini rigorosamente stampate in bianco e nero.
Il titolo dell’insieme fotografico avrebbe potuto essere, quindi, anche qui lo stesso dato al film di Wilder.
Al fotografo Bennici vanno i miei complimenti per aver realizzato con efficia una non facile impresa.

Buona luce a tutti!

© Essec

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