La “munnizza differenziata” all’Accademia Belle Arti di Palermo



Di recente sono intervenuti dei significativi cambiamenti alla Biennale di Venezia. Occorrerà quindi verificare ciò che verrà proposto e realizzato dal nuovo direttore artistico incaricato prima di venire ad avventurarsi in critiche affrettate influenzate da pregiudizi.
In ogni caso la Biennale è sempre stato luogo artistico dove i pionieri dell’arte hanno avuto ampi spazi per proporre nuovi percorsi. La seppur breve storia della fotografia si è anch'essa sempre storicamente allineata su analoghi solchi.
Queste premesse e le relative logiche possono forse aiutare a meglio addentrarsi - con adeguata prudenza – su quanto è di recente accaduto riguardo alle tante problematiche e ai molteplici dissensi emersi a seguito delle premiazioni negli ultimi appuntamenti FIAF di Portfolio Italia.
Senza volere per nulla entrare nel merito, sia riguardo alle specifiche critiche avanzate o nel voler discutere sulle motivazioni rese pubbliche dalle qualificate giurie, potrebbe tornare vantaggioso richiamare tutte le parti in causa a riflettere maggiormente sui fondamentali e, magari, tenere anche in giusto conto il fatto che la fotografia è pure essa una forma d’arte soggetta a mode e a continui cambiamenti.
Per avere maggiori elementi e poter focalizzare meglio gli aspetti che hanno innescato le molte discussioni, potrà tornare utile leggere l'intervista rilasciata ad Angelo Zzaven dalla vincitrice dell'ultimo portfolio Italia Caterina Codato, al 13° Premio Maria Luigia di Colorno (PR), che si rivela alquanto interessante oltre che esaustiva.
A mio modesto parere e per inciso, credo che, qualora ci si dovesse allontanare troppo dai principi qualificanti della fotografia, si potrebbe correre il rischio di venire a realizzare altro, seppur creando un qualcosa che sia anch'esso di artisticamente valido.
Ma, come mi ricorda spesso un amico, proprio il genere corrispondente al portfolio fotografico continua ad essere un ibrido, un Giano bifronte che - in mancanza di regole certe, mai consolidate e da tutti riconosciute - scorre di per sé in equilibrio, sul filo di una lama, con i rischi intrinsechi che ne conseguono.
Allontanandomi dalla tipologia fotografica specifica, nata in Italia e sostanzialmente perchè introdotta e storicamente immaginata dal duo Fiaf Magni/Torresani, propenderei per il cercare di allargare l'argomento, nell'intento di rivisitare i presupposti essenziali insiti al fenomeno artistico denominato Fotografia.
Per meglio ottenere chiarimenti su un tema e argomenti assai complessi che, probabilmente, difficilmente potranno mai ritrovare tutti d’accordo, invito pertanto a perdere un paio d’ore nel vedere (soprattutto ascoltare) due video postati su You Tube riguardanti due autori siciliani, da subito artefici di percorsi fotografici creativi affermati ormai da molto tempo: Carmelo Bongiorno e Franco Carlisi.
Un modo per stoppare le polemiche e ritornare alla storia della fotografia e ai variegati sviluppi collegati allo scrivere immagini attraverso la cattura della luce.


Video “Bongiorno” – https://youtu.be/PSX10mei_uM?si=y2x8XVxChOu1xvpy (h. 1,30 circa)
Video “Carlisi”- https://youtu.be/37XK0xu3kv0?si=7SEl7AoXsU19GFRV (h. 1 circa)

I suddetti video, ripresi al Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo) e realizzati in occasione del 74^ Congresso Nazionale Fiaf, nel corso d'incontri moderati entrambi dall'esperto Pippo Pappalardo.
Si avrà modo di constatare come certi temi, pur diversamente affrontati dai due autori siciliani, per i contenuti concettuali abbastanza sperimentali realizzati, specie se riferiti ai tempi, hanno seguito un percorso, senza mai abbandonare tracce esistenti.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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P.S. - Il titolo assegnato all'articolo, non vuole in alcun nodo alludere al contenuto, bensì intende attenzionare sul come l'arte è spesso legata a tanta casualità. Nello specifico si riferisce all'immagine di copertina che ritrae delle opere artistiche realizzate da alunni dell'Accademia delle Belle Arti ubicata presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, che evidentemente non hanno trovato fortuna e fanno parte della spazzatura ingombrante destinata allo smaltimento dei rifiuti urbani. Ancora una volta è un esempio di quanto possa essere discutibile l'arte, specie se dissociata dall'artista che l'ha creata o dal curatore che lo sostiene/rappresenta.

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