Fabio Sgroi: “IS-LAND” curated by N38E13



Un Fabio Sgroi che non conoscevo si è rivelato nell’annunciata mostra inaugurata ieri a Palermo, al Real Albergo delle Povere di Corso Calatafimi, e che ha accolto una massa di appassionati di fotografia e non solo.
Fra i tanti, al vernissage era presente anche l’amico fotografo Melo Minnella che a sua volta, sabato 7 ottobre, inaugurerà la mostra “Paesaggi, memorie e astrazioni. La Sicilia di Melo Minnella” al Museo Civico di Castelbuono. 
Alla mostra Sgroi ha esposto immagini naturalistiche in bianco e nero, eccellentemente stampate da Davide Guadagna (PrintAndGo), e presentate con un taglio panoramico.
Un insieme di immagini allocate in un ambiente che connotavano le singole foto, a mio parere, come tanti tasselli di un’unica installazione artistica.
Particolarissima risultava, infatti, la cura espositiva; composta da una gigantografia centrale con ai lati una serie di fotografie di formato minore che, grazie a una azzeccata illuminazione, riusciva a creare un ambiente onirico, inebriante e coinvolgente per l’occhio dell’osservatore.
Un ulteriore passo artistico, quindi, di uno Sgroi che viene ad arricchire le tematiche dei suoi racconti e che, questa volta, si propone con foto che miscelano squarci sconosciuti di una Pantelleria lavica, con scatti che testimoniano, seppur in forma velata, interventi dell’uomo.
La nota pesantezza cromatica del paesaggio pantesco, nella lettura creativa di Sgroi, si trasforma in un insieme di singoli riquadri suggestivi che richiamano l’ultima mostra di Josef Koudelka (Evidenza della storia, enigma della bellezza), dove cento immagini, anche in quel caso in bianco e nero, rappresentavano colonne romane e rovine egizie, memorie e testimonianze della nostra cultura mediterranea.
Non ritengo sia opportuno aggiungere altro per una mostra molto sobria ma, a parer mio, al contempo efficace.
Chi deciderà di visitarla, sicuramente potrà anche trarre delle considerazioni personali forse anche diverse dalle mie, ma questo è normale in un approccio culturale aperto e disponibile al confronto.
In conclusione, sempre a parer mio, una bella mostra che merita di essere visitata con spirito libero, ma anche conforme all’idea di entrare in un tempio o in un anfiteatro antico, secondo i gusti che più aggradano.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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