Il rituale ritardato passaggio di testimone



Una delle cose che va subito all'occhio in molti eventi, ad esempio in occasione di celebrazioni o congressi vari di associazioni fotografiche, è constatare l'età media dei partecipanti.
Anche se l'anzianità diffusa - che accomuna molti - non inficia minimamente l'entusiasmo dei singoli, vuoi per l'occasione di incontrarsi con molti amici o di fare nuove conoscenze, ciò evidenzia problematiche generazionali che non costituiscono certo delle novità nella società occidentale del nostro tempo, che inesorabilmente invecchia.
In questo senso anche il mondo della fotografia non fa eccezione rispetto a una realtà canalizzata e propensa a vivere l'oggi, senza alcun programma per un lungo periodo, che egoisticamente stabiliamo non appartenerci.
Tutti noi attempati siamo contenti, quindi, di ricoprire un ruolo in associazioni spesso duplicate e talvolta antagoniste, di incassare l'ennesimo attestato, di ricevere il tangibile like/medagliato dalla federazione nazionale che costantemente prolifera premi.
Si sviluppa, quindi, quel Truman Show che perpetua quell'entusiasmo generale che festeggia ogni giorno come fosse l’avvento di un nuovo anno e che così ci anestetizza da ogni frustrazione.
E i pochi giovani dove sono, che fanno? Perché si tengono in disparte?
La cosa non sembra interessare molto, poiché noi continuiamo a impegnarci principalmente a parlarci addosso, incuranti delle prospettive e del fatto che certi valori cambiano, così come gli interessi di generazioni che preferiamo mantenere escluse.
Neanche gli immigrati di seconda generazione riescono più a supplire, perché culturalmente (e forse volutamente) non pienamente integrati, a una natalità che prospetta un futuro demografico autoctono con dinamiche statistiche assai preoccupanti.
Una cosa certa è che il patrimonio culturale accumulato nel tempo e curato con tanta attenzione rischia così di disperdersi, di non trovare eredi preparati e adeguati al ruolo.
Forse, in verità, occorrerebbe approfondire l'argomento; riflettere e discutere sui tanti aspetti che non vogliamo vedere e che non riusciamo neanche a capire.
La Greta Tumberg, nel suo efficacissimo discorso sull'ambiente, riferendosi a chi ha oggi il potere di decidere - eventualmente ancora in grado di poter avviare i necessari processi di cambiamento - citava le tante parole spese con gli emblematici continui "Bla, bla, bla, bla". Magari costituite da parole nobili e forse appropriate al caso, ma tutte prive di efficacia costruttiva rispetto alle necessità di una reale e immediata correzione di rotta.
Ad ogni modo, arriva sempre un momento in cui poi le cose accadono, specialmente quando sottotraccia le situazioni si evolvono e cambiano (comunque) anche a nostra apparente insaputa.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

L'attento amico che continua a leggermi, mi segnala un articolo che, almeno per l'aspetto demografico, calza perfettamente con l'argomento: Beh, in questo pezzo sono evidenziati i problemi più generali che derivano dagli squilibri generazionali del nostro Paese e dall’invecchiamento della popolazione: https://www.economiaefinanzaverde.it/2022/03/24/le-incognite-italiane-della-natalita-e-della-produttivita/

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