"ANNA, EQUILIBRIO INSTABILE" di Cristina Corsi e Antonio Lorenzini

Chattando ieri con Antonio per parlare dei suoi futuri impegni, alla fine lui mi ha chiesto …. “a proposito, che ne pensi del lavoro su Anna? Ti andrebbe di scrivere qualcosa?”
Oggi ci provo.
Venire a parlare di un lavoro ampiamente illustrato da tanti altri commentatori e che ha già avuto importanti riconoscimenti da esperti chiamati a leggere questo portfolio non è facile.
Il rischio è sempre quello di risultare ridondante nel ripetere parole/considerazioni già dette e di non aggiungere, quindi, nulla di nuovo.
La recensione di Serena Marchionni e Daniele Cinciripini, riportata, a commento delle foto, nel numero di Fotoit “12-01” dice tutto e illustra in modo esaustivo il portfolio premiato.
Le esposizioni dei due fotografi nel corso della presentazione del lavoro durante la serata streaming Fiaf dello scorso 16 dicembre, gli ulteriori commenti dei predetti autori del cennato articolo di Fotoit e quello di Chiara Innocenti hanno poi aggiunto altre osservazioni e forse l’argomento potrebbe chiudersi qui. Ma qualcosa in più può essere detta? Forse per definire meglio i profili dei due autori.
In verità su Cristina e Antonio avevo avuto modo di scrivere per un altro loro lavoro realizzato, volto a raccontare quanto girava attorno a un mulino dell’aretino (“L’oro del mulino”).
Un portfolio assai diverso da questo proposto ora, che evidenziava però un’indubbia e consolidata intesa fra due bravi fotoamatori, impegnati anche allora a osservare con attenzione i contesti, per raccogliere indizi secondo punti differenti, necessari ad arricchire le scelte nell’editing narrativo.
Anche se sono entrambi impegnati da tempo nel parlare del patologico sociale e, quindi, avvezzi a leggere realtà spesso difficili da rappresentare attraverso singoli scatti, tutti e due amano avventurarsi anche in altre tematiche.
Le loro produzioni, editate sempre in bianco e nero, non disdegnano infatti la ricerca di argomenti sempre nuovi e fra i più diversificati, nonché sperimentare il loro editing visivo con nuove proposte.
Al riguardo, non secondario appare la considerazione di come la classificazione al secondo posto, fra i ventidue portfolio selezionati durante le varie letture del circuito Prix Italia Fujifilm 2021, dimostra con il loro lavoro che la fotografia di reportage, quando è ben realizzata, riesce a sviluppare felicemente tematiche complesse, come nel racconto rappresentato su Anna.
Nel loro caso, la fotografia documentale è però solo una parte del prodotto.
Le sensibilità, l’intesa e la complicità dei due amici fotografi costituisce, infatti, quel valore aggiunto che riesce sempre a cogliere oltre l’apparente l’assenza/presenza che c’è anche nel quotidiano della storia raccontata.
Le loro fotografie, in qualche modo, coi decisi primi piani e i particolari tagli, sembrano collegate a un unico filo che accomuna e riesce quasi a dare la parola alla protagonista.
Concentrandosi nell’osservare con attenzione le immagini, scorrendole, nel guardare e riguardarle, si potrebbe perfino avere la sensazione di coglierne la voce.
Ecco, per concludere, sembra quasi che con il loro reportage fotografico Cristina e Antonio siano proprio riusciti a dare un suono agli sguardi che, attraverso i singoli fotogrammi, consentono ad Anna di parlarci con gli occhi; a far cioè percepire a noi, con il livello di sensibilità di cui ognuno dispone, la flebile voce che è possibile ascoltare, anche solo immaginandola.

Buona luce a tutti!

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