Basta continuare a cercarlo se si è diventati buoni

Dopo aver letto https://angolinodelfotoamatore.blogspot.com/2019/03/verba-volant-scripta-manent.html, l'amico Nino Giaramidaro mi invia le sue considerazioni, che riporto: 

"Si aggirano nel cielo monadi chiare che albergano le sapienze abbandonate da coloro che ci hanno lasciato senza il tempo di consegnarcele. Vagano queste conoscenze faticosamente acquistate durante tutta la vita, rimangono sospese in un limbo sconosciuto del firmamento, in attesa di un incontro: inconscio non cercato, che si verifica per vie e volontà insospettate e misteriose. Così da permettere agli eredi putativi il rispecchiamento, la cui identità ciascuno può trafugare fra i mille nomi che riusciamo a dargli: dal genio al fattore C.
L’interpretazione del rispecchiamento - operazione a posteriori, travaglio doloroso, coscienza di una verità conquistata – è un combattimento fra la prismatica rivelazione e la capacità dell’anima – possiamo usare questa parola, logos, verbo che viene maneggiata con la stessa cautela riservata a un candelotto di Tnt.
Ecco, quando le parole che adottiamo per identificare la nostra verità hanno un “suono giusto” (Elias Canetti) possiamo pensare che la malferma verità della memoria, anche quella recentissima, possa avvicinarsi alla verità assoluta (sempre Canetti) della letteratura e, per estensione, di tutte le altre arti, fotografia inclusa.
Nei nostri scritti, nelle nostre opere dobbiamo sentirvi l’”Inno alla parola” di San Giovanni; bisogna frugare nel segno della parola, pure se nemmeno questo riesce ad evocare dalla sua immutabile forma una verità che valga per tutti i modi di ricevere il verbo, la narrazione, la disperata confessione. Rimane l’anelito sconfitto, l’incompiutezza, lasciandoci soli alla ricerca del bene, dell’uomo buono, dell’ostinarsi a credere che il bene c’è, basta continuare a cercarlo se si è diventati buoni."


Commenti

Post più popolari