“Il Velo”, Mostra fotografica di Marica Di Bartolo



In un altro scritto mi ero voluto avventurare, a mio modo e con l'uso del mio vocabolario, nel cercare d'interpretare la creatività artistica di Sid, un visionario che - con le sue variegate opere pittoriche, scultoree e tanto altro - rappresenta, come costante, i suoi stati d’animo e momenti intimi.
Con la sua mostra, intitolata “Il Velo”, Marica Di Bartolo viene sostanzialmente a sviluppare tematiche analoghe ma, questa volta, rappresentate attraverso la fotografia.
A suo modo, con le sue immagini propone, infatti e in modo delicato, anche lei molto di sé stessa. Utilizzando sapientemente simboli e metafore o lasciandosi intravvedere attraverso veli allusivi che, come essa stessa afferma, hanno costituito nel suo tempo contemporaneamente delle protezioni e limiti.
Con coraggio esterna oggi la sua voglia repressa di mostrarsi agli altri come la vera Marica disvelata.
Ricorrendo anche ad elaborazioni tecniche, che mostrano efficacemente le complessità insite che sono sempre presenti in una narrazione, permette di percorrere più efficacemente i multiformi sentieri della psiche umana.
Di Donato che l’ha aiutata nell’editing della mostra e della relativa fanzine, in sede di presentazione, ha anche detto che il suo lavoro si presta anche a una facile lettura perché appare semplice ma, per la pulizia sintattica, non facile da realizzare.
Concordo nell’aggettivazione aggiungendo che la semplicità del progetto è però fortemente ricercata dall’autore che non ha mai avuto l’idea di impegnarsi nel cercare di proporre immagini complicate, bensì volte a sviluppare il suo vero intendimento, che era quello di volersi raccontare in modo diretto.
Alternando immagini estetiche e nascoste, per rappresentare attraverso la fotografia il suo modo di essere, ha peraltro scelto e messo a frutto le tecniche elaborative necessarie allo scopo. La mela matura simboleggia la sua immagine della Marica attuale, che potremmo intendere come "disvelata".
Con un messaggio immediato anche se assai complesso; che porta a tanti sottintendimenti e che si sviluppa leggero, in modo armonioso e gradevole, come se si venisse a trattare di un gioco.
I tanti veli in verità disvelano ecografie dell’intimo, che nel loro insieme formano una cartella e che consentono, come spesso accade a chi osserva l’arte – e come è ampiamente dimostrato - di rispecchiarsi.
In questi casi, quindi, le immagini dicono molto più di quanto possa essere espresso con le parole, quindi, per chi è curioso e volesse capire di più, non rimane che fare un salto all’ARVIS per costatare di persona.
Della mostra, Michele Di Donato ha scritto su Facebook: “una mostra di cui ho avuto l’onore di curare sia l’installazione che la realizzazione del catalogo/fanzine e che potrete visitare, presso la Galleria FIAF Arvis Palermo fino al 3 dicembre prossimo”.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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