Studio: parallelismi e convergenze



La street art, quella veramente di strada, annovera, oltre che artisti bravi a disegnare, anche intellettuali che riescono a comunicare attraverso i loro segni dei concetti, rendendoli facilmente comprensibili con un loro linguaggio visivo che spesso li identifica.
Capita, quindi, di riconoscere spesso l’autore di un murales ancor prima di leggerne la firma.
La comunicazione oggi più immediata e efficace è certamente quella fotografica, che è alla portata di tutti e più facile da realizzare grazie a tecnologie (hardware e software) che consentono, anche con semplici cellulari, di generare in un lampo creatività anche originali e quasi impensabili.
Ma in merito a creatività e fantasia non secondario è quanto viene fatto da taluni graffitari che, specie se impegnati nel concettuale, seguono dei filoni ideologici che hanno un impatto immediato, quasi fulminante, per qualsivoglia lettore.
Come spesso capita, ogni progetto articolato per essere efficace necessita di uno studio preventivo e molti artisti (fotografi, pittori, registi e altri performer ancora) si dotano di piccoli taccuini dove annotano idee e abbozzano schizzi su quanto immaginano di andare poi a realizzare. Chi ha praticato una qualsivoglia esperienza artistica conosce bene l’argomento.
Al Maxxi di Roma, in una mostra antologica di un autore italiano affermato, alle innumerevoli foto di grande formato si accompagnavano anche una serie di taccuini dell’artista, aperti proprio nelle pagine afferenti al progetto correlato. L’osservatore poteva così capire, con ogni evidenza pratica, il concepimento dell’elaborazione grafica originale, su come quell’idea era stata ideata, con tutte quante le fasi di studio che, in qualche modo, avevano già fotografato idealmente l’immagine successivamente prodotta con un solo scatto.
È un fenomeno noto, da sempre praticato a tanti livelli e per molte delle discipline che prevedono bozze e approfondimenti per realizzazioni che includono aspetti complessi. Del resto certi studi di Leonardo da Vinci, per esempio, testimoniano l’analisi minuziosa che stava alla base dei suoi tanti capolavori.
Non può, quindi, per nulla meravigliarci se anche certi artisti di street art socialmente impegnati procedano con analoghe prassi nell’ideare le proprie opere. 
A tal riguardo mi piace tornare a segnalare un breve slide show su lavori storici di Nemo’s (https://youtu.be/5aSTTP8VCqc), da me realizzato qualche tempo addietro, utilizzando una serie di immagini rese pubbliche e che a quel tempo risultavano postate dall’autore nella sua pagina web.
La visione delle sequenze che s’incrociano affascina ed è più che sufficiente per capire l’intero processo che spesso accompagna la realizzazione di talune opere artistiche.
Analogie simili sono presenti in tanti artisti che spaziano nei vari ambiti creativi e generalmente rari sono i fenomeni collegati a delle estemporaneità che risultano frutto solo del caso.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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