Nel portfolio fotografico, in ogni caso, tutto è oggetto di dibattito e confronto



Non poteva esserci alcun dubbio. La dottrina associata al garbo, che costituiscono una costante nelle lezioni del Prof Torresani, hanno colpito ancora; lasciando l’ennesimo segno sul come una passione può essere goduta più proficuamente attraverso spensieratezza e allegria.
Un week end che, condensando in un unicum: teoria, pratica, dritte, supervisione e le necessarie modifiche apportate dall’esperto docente, ha in ultimo prodotto una serie di portfolio fotografici centrati e appaganti per tutti.
L’esordio per chi si accingeva a praticare questa branca fotografica, ha pure rivelato delle attitudini naturali prima sconosciute che, per quanto ideato e prodotto, ha costituito una positiva sorpresa.
In ogni caso, il “cum grano salis” che il Prof Giancarlo Torresani ha richiamato più volte, in special modo riguardo al giusto dosaggio delle immagini che sono necessarie a completare un messaggio, hanno sottolineato l’attenzione preminente del mantenere un equilibrio fra linguaggio visivo e idea progettuale sottostante. Dosaggio fondamentale che è stato oggetto di dimostrazione pratica nell'ottimizzare i risultati dei quattordici lavori presentati dai partecipanti, come prova pratica dell'aspetto più proficuo del work shop.
Chi era più addentro all’argomento conosceva bene quelli che sono i rischi più ricorrenti quando ci si avventura a preparare un portfolio. Un’attenzione particolare è stata, quindi, posta sull’editing delle foto che ogni partecipante aveva precedentemente scelto per il proprio lavoro, eliminando - con giustificati motivi condivisi - ripetizioni, ridondanze, o curando cromie, rimodulando la successione delle sequenze.
Il tutto fatto sempre con la partecipazione attiva e il pieno coinvolgimento non solo del proponente ma anche valutando i pareri che venivano espressi dagli altri autori, in qualità di spettatori.
Tutti i partecipanti, incrociandosi nei ruoli, hanno infatti assistito alla revisione di ogni singolo portfolio, potendo sempre interagire con il docente per concordare le soluzioni ritenute più opportune.
Per quanto ovvio, quindi, al temine del terzo giorno tutti sono rimasti ampiamente soddisfatti del lavoro svolto, in base ai percorsi comuni che avevano portato ai singoli risultati.
Per la cronaca, il tema prevalente dei portfolio preparati durante il corso è stato quello documentario, anche perché il più facile da poter realizzare in mezza giornata, ma non è mancata la narrativa tematica e anche, per taluni aspetti, la narrativa artistica.
C’è stato chi ha utilizzato fotografie d’archivio e chi, invece, ha realizzato il proprio portfolio con immagini estemporanee, seguendo l’idea di un progetto o utilizzando i risultati di escursioni fotografiche "aperte", senza avere aprioristicamente un’idea ben precisa.
Le diversificazioni che ne sono derivate hanno pertanto anche offerto moltissimi spunti su come è possibile ideare un portfolio fotografico, curando i molteplici aspetti necessari a rendere fluido un racconto.
Alla fine del work shop ciascuno è rimasto pienamente soddisfatto e contento per gli apprendimenti acquisiti, avendo potuto partecipare dal di dentro a tutte le fasi che identificano una prassi fotografica che oggi va per la maggiore ma che, per ovvi motivi, rimane complessa.
Scuole di pensiero si incrociano sull’argomento portfolio e le continue innovazioni via via introdotte vanno ad allargare sempre più i confini schematici sottostanti, che introducono, oltre a nuove regole, inclusioni di elementi visivi che non sempre si attengono ai canoni classici e specifici tipici di una fotografia.
Ma ci sta, poiché nel campo artistico tutti i paletti non sono mai fissati in modo rigido. Anzi, vengono spesso spostati in relazione alle temporalità e al pensiero culturale prevalente del momento.
Resta importante il poter riconoscere quella creatività che conferisce un senso a tutto ciò che chi realizza e che ci si accinge a proporre.
Nel portfolio fotografico, in ogni caso e in particolar modo, tutto è sempre oggetto di confronto e soggetto ad un eventuale dibattito, per cercare di addivenire a risultati comunque mai assoluti, che lasciano a ognuno la possibilità di un giudizio personale (condivisibile o meno, a questo punto, poco importa).

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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