Rosiconi si nasce e non c’è rimedio



Ci sono dei tipi che non sanno godersi tranquillamente le opportunità che offre la vita.
Per gli occhi strabici che si ritrovano, sono sempre portati a guardare gli altri in modo strano, quasi mai rapportandosi in modo diretto e, piuttosto che concentrarsi a contemplare le positività che li circondavano, sprecano il loro tempo a rosicare.
Un gruppo di perenni scontenti, si riconobbero e si ritrovarono ad associarsi, per cercare di eccellere nella comune passione fotografica con un impegno collettivo.
Erano certi del fatto loro e più che convinti che, loro esclusi, la mediocrità e il banale erano le qualità circolanti che andavano per la maggiore.
Nella realtà associativa che avevano appena creato, pur restavano soggetti validi e preparati in funzione degli obiettivi prefissati, per le continue distrazioni verso valutazioni e giudizi non richiesti, rischiavano di alimentare inimicizie e causare insuccessi.
Il continuo rosicare, di fatto, restava una prassi comune che nessuno di loro, purtroppo, smetteva mai di praticare.
Eppure non erano dei giovincelli e le esperienze di vita avrebbero già dovuto da tempo insegnare il sano principio del “vivi e lascia vivere”. Un metodo salutare che implica il distogliersi dal guardare sempre in cagnesco l’opera altrui e, magari, cercando di curare meglio ciò che di positivo era più alla portata.
Ma, purtroppo, la maledetta erba del vicino è quella sempre più verde e, in un mondo in cui spesso l’invidia ci mangia vivi, vedendo solo difetti in ciò che sta attorno, si rischia solo di disperdere il tempo utile disponibile.
Un caro amico mi ricordava sempre che bisogna fare il passo basandosi sulla falcata della propria gamba. Adeguarsi alle proprie caratteristiche e peculiarità, accettando con serenità e coscienza la reale consistenza di talento che madre natura ci ha individualmente concesso.
Del resto l’operare che per i dotati risulta un qualcosa di leggero e naturale, in altri meno talentuosi comporta sempre notevoli sforzi, anche nella sostanziale copiatura, finalizzata a riuscire a raggiungere almeno quello stesso livello: il duello indomito di Salieri per l'odiato e invidiato genio naturale di Mozart.
Scioccamente, in questi casi assai frequenti, non viene mai minimamente preso in considerazione il fatto che potrebbe risultare meno stressante il godere del talento altrui, magari concentrandosi a sviluppare quell’analisi critica volta a valorizzare gli aspetti di eccellenza che non è a nostra portata ma che ci circonda e che esiste indipendentemente da noi.
Ma purtroppo rosiconi è un difetto innato e, anche se molti poverini si concentrano nel camuffare, si tradiscono sempre con l’impegno volto alla continua ricerca di possibili difetti ....... nell’opera altrui ....... recitando al contempo quel monotono mantra - declamante e insopportabile - dell’io,io,io,io.
Ripetendo con costanza la fiaba di Biancaneve e della Strega matrigna, per taluni è quindi un continuo rispecchiarsi sui social, con patologie evidenti: “specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”.
Oggi, anzi, queste opportunità sul web sono la finestra ideale per chi è dedito a pratiche insane, con algoritmi che facilitano affinità, incontri e ulteriori potenziali virtuali amicizie tossiche.
Mentre intanto aumentano follower, like e tanti cuoricini.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

Commenti

Posta un commento

Post più popolari