Attenzione a clausole e condizioni



Nel cercare di trovare qualche foto che potesse raccontare l’evento, negli scorsi giorni, durante una marcia della pace promossa da trentacinque istituzioni scolastiche della provincia, ho incontrato dei fotoreporter freelance in azione.
I freelance sono liberi professionisti che forniscono i loro servizi in base a un contratto oppure per un singolo progetto. Aziende di ogni tipo e dimensione possono assumere freelance per avviare o completare un progetto o un'attività.
Parlando con alcuni di loro ho avuto conferma come i reportage fotografici per i media sono affidati sempre più a soggetti che collaborano, anche contemporaneamente, con svariati committenti, secondo le richieste che necessitano per un servizio.
La domanda che mi è venuta spontanea, tenuto conto che taluni di loro operavano con reflex in dotazione - assegnategli per la circostanza - è stata quella di chiedere se delle immagini che andavano a realizzare conservassero il copyright, ovvero se delle stesse ne mantenessero la piena proprietà per eventuali utilizzi altri, o se invece erano vincolati a cedere tutti i diritti al referente secondo un compenso.
La risposta mi informava che non c’è mai una regola fissa e che il tutto dipende dagli accordi occorsi con il committente.
Ci sono casi in cui l’immagine è realizzata in nome e per conto del richiedente che si configura come un vero e proprio “datore di lavoro” e anche il caso in cui si vanno a riversare le immagini di reportage realizzate secondo criteri che il fotografo ritiene opportuni.
Anche se non ne ho fatto domanda, è evidente che nel primo caso si è di fronte ad una delle variegate forme di prestazioni lavorative subordinate (manifeste o camuffate nel marasma legislativo del job act), magari con un compenso fisso che pure potrebbe essere inclusivo di tutto (vitto, alloggio e viaggio compresi); mentre nel secondo caso il prezzo pattuito sarà certamente più ridotto e magari simile a una prestazione di lavoro autonomo in senso stretto.
In campo fotografico però le differenze non sono tanto trascurabili, specie per i diritti di proprietà sull’immagine.
Magari all’inizio si potrebbe restare lusingati dall’opportunità e ai corrispettivi economici che vengono offerti grazie al proprio talento ma, per i fortunati che potranno raggiungere il successo, non si vede quanto poi il gioco possa avere valso la pena.
Lo sfruttamento commerciale immediato e futuro potrebbero, infatti e in taluni casi, tornare indietro come boomerang negativi, specie quando chi avrà avuto modo di affermare pubblicamente il proprio talento potrebbe poi riscontrare la beffa di essere citato come autore di quella foto importante, per la quale però l’agenzia o chi per essa incassa ogni royality immediata e futura.
Anche quella grossa problematica sui diritti d’autore, distinta fra l’immagine riconosciuta opera d’arte o come semplice documento di cronaca (con differenti durate dei diritti di copyright) è un’altra storia interessante. Anche se afferisce a una questione più fortemente legata alla contingenza politica e al potere delle lobby editoriali e mediatiche che dominano il momento. 

Buona luce a tutti!

Commenti

  1. E' sempre un grosso problema appena si entra in questo campo, manca chiarezza istituzionale a riguardo, si tira a campare e finchè dura è fortuna. Ciao Toti e complimenti.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari