"Baaria" preso a pretesto da Ferdinando Scianna e Giuseppe Tornatore per discutere anche di fotografia



L’operazione messa in piedi da Ferdinando Scianna e Giuseppe Tornatore prima dell'uscita nelle sale cinematografiche, prende come pretesto il film Baaria per creare un fitto dialogo/confronto fra i due, incentrato sulle peculiarità di discipline artistiche interconnesse quali Fotografia e Cinematografia.
La comunanza del paese d’origine per entrambi e il dislivello d’età fra loro arricchiscono i contenuti che, in qualche modo, collegano il seminatore Scianna al Tornatore regista che, in qualche modo ne ha anche seguito le tracce.
In più momenti Giuseppe Tornatore richiama, infatti, quelli che per lui sono stati i punti di riferimento giovanili nel coltivare quella sua innata voglia filmografica. Una passione che per necessità intrinseche e propedeutiche alla sua coltivazione, gioco forza, ha visto anche un suo prolungato impegno nella fotografia.
Nel volume edito a suo tempo da Contrasto, dal centrale argomento inerente al film Baaria e alle specificità tecniche richieste - che avevano indotto a ricreare una copia del paese dei ricordi - lentamente porta a leggere una serie di citazioni e domande incrociate fra Scianna e Tornatore, che si infittiscono sempre più, si approfondiscono, si incrociano e quasi si intersecano nel completare un affresco basato sulle memorie di cui entrambi riconoscono perfettamente e lucidamente il disegno.
Nessuno dei due però tende mai voler salire in cattedra e, anzi, la stima reciproca crea e facilita lo sviluppo di visioni, talvolta pure differenti, che si incontrano sempre e, come detto, collegando il filo unico dei racconti con personaggi baarioti che entrambi hanno avuto modo di conoscere direttamente o per dei racconti.
Il legame con Bagheria dei due appare pure accomunato dalla necessità per entrambi di custodirla ermeticamente blindata coi vecchi ricordi.
A uno Scianna che quasi ne scappa alla ricerca d'avventura, a distanza di anni si sovrappone un Tornatore che capisce bene anche lui che per realizzare il suo sogno deve allontanarsi da quel luogo.
Ma per entrambi Baaria resta e resterà indelebile nell'intimo, per tutto quello che quel crogiolo siciliano ha saputo trasmettere, inculcare e insegnare.
Nel dialogo fra i due non può certo mancare Leonardo Sciascia, con i tanti aneddoti citati e le sue lucide analisi concettuali. Ma non mancano neanche Cartier-Bresson, Barthes, Berengo Gardin e tanti altri, tutti utilizzati per richiamare punti importanti nell’interpretazione delle realtà documentate come fotografi e regista.
La lettura delle circa cento pagine risulta così scorrevole e sempre interessante, anche per le abbondanti storie e rievocazioni citate da entrambi.
Nonostante sia stato dato alle stampe nel 2009, il volume mantiene una sua freschezza anche per le tante tematiche sviluppate che, per loro natura, restano spesso centrali e stentano ad invecchiare.
In ultimo, alla luce di quanto viene raccontato, chi ha avuto modo di vedere già il film di Tornatore (anche più volte) troverà di certo curiosità di tornare a rivederlo ...... magari per osservarlo con altri occhi, tenuto anche conto delle tantissime nuove cognizioni apprese.

Buona luce a tutti!

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