Attività Fiaf streaming in tempo di Covid: Enrico Genovesi e Silvano Bicocchi hanno trattato "quello che la fotografia non dice" e "la fotografia concettuale"

Lunedì scorso era stato il turno di Enrico Genovesi che ci ha intrattenuto in uno streaming, promosso dal Circolo fotografico Colignola, un argomento sul quale da sempre si dibatte e che raramente trova concordi su un'unica soluzione.

Oggetto dell’appuntamento era, infatti, “quello che la fotografia non dice”. Già il sottotitolo dava l’idea sull’importanza che il più delle volte assume l’uso della parola in accompagnamento alle fotografie, ma anche il non uso, nemmeno del titolo, a un'opera, quando cioè si delega tutto all’osservatore appioppando all’immagine il classico “senza titolo”. L’apertura di Enrico nel trattare la complessa questione, portando anche una serie di esempi esplicativi per i diversi casi, ha arricchito i contenuti dell’incontro, facendo propri anche aspetti emersi dai dibattiti sollecitati.

Non si può in poche parole raccontare quello che è stato detto lungo un tour de force durato più di due ore, per cui, chi rimane intrigato da questi brevi cenni avrà un’opportunità venerdì prossimo per assistere al prossimo appuntamento programmato a Prato, che andrà a ripetere gli stessi temi in un’analoga serata.

Veniamo ora a quanto è occorso ieri, mercoledì 13. La massima che ho ricevuto stamani inviatami dall’amico Ruggero recitava “non serve cercare chi la pensa come te ma chi, come te, pensa”. Qualcuno dirà che è una ovvietà, ma in molti sanno che nella pratica quotidiana non è sempre calzante.

“Beccare in un sol colpo Silvano Bicocchi e Pippo Pappalardo non è una cosa che capita spesso nei momenti didattici. Nell’occasione dell’appuntamento con Silvano, programmato nell’ambito delle attività dei docenti Fiaf rivolte ai Circoli associati, in questo caso l'AFA,  era presente nella platea virtuale anche Pippo, che ha ascoltato in buon ordine e, alla fine, com’era prevedibile, è anche stato l’unico che poteva in qualche modo interloquire col serafico relatore, per argomentare e approfondire alcuni aspetti degli esempi e degli autori proposti nel corso della serata. Regista dietro le quinte nell'appuntamento è stato Cristian Cacciatore, entrato da qualche tempo negli ambienti didattici della Fiaf nazionale.

Il tema oggetto della discussione e proposto da Silvano Bicocchi era spinoso, quello cioè della concettualizzazione in fotografia. I fotografi proposti, che in qualche caso hanno riguardato un limitato periodo produttivo per alcuni degli autori, hanno comunque coperto l’ampio spettro dell’argomento in trattazione.

La chiarezza e la ricchezza espositiva di Bicocchi, per gli addetti ai lavori almeno, era già nota, pertanto non c’èra da stupirsi se al termine del meating la platea è rimasta assolutamente ammutolita, in quanto – come si usa dire dalle nostre parti - “rintronata” dalla mole d'informazioni ricevute.

Nella chat, ebbi a scrivere a fine serata che con il suo fase soft Silvano aveva sostanzialmente esposto una “mitragliata” di concettualizzazioni (sapientemente esemplificate con chiare opere di autori di ogni epoca) che avevano ammutolito tutti coloro che erano collegati in rete.

Gli esempi, limitati a poche foto, hanno riguardato autorevoli autori del passato e anche i prodotti recentissimi di fotoamatori meno noti. In tutto i fotografi trattati sono stati ben 25, da Marcel Duchamp a Massimo Alfano, con l’inserimento anche di Renè Magritte pittore che ha contaminato molto la concettualità insita nella fotografia. Le scelte operate hanno quindi riguardato molteplici aspetti, mettendo assieme opere legate alla fotografia classica con sperimentazioni variegate, fresche e moderne; vuoi per le tecniche applicate che per i differenti percorsi creativi degli autori. Il principio di fondo nel tema trattato è stato sostanzialmente quello che nell’espressione concettuale non ci sono confini e che le proposte devono corrispondere sempre a una idea progettuale retrostante che sostiene tutto l’insieme.

Per le molteplici sfaccettature che si nascondono nelle letture di Bicocchi è assolutamente impossibile poter sintetizzare i vasti contenuti espressi durante la serata. Per coloro che fossero interessati e nutrissero dubbi su quanto sostengo, invito ad assistere a uno dei suoi  prossimi eventi, che siano lectio o letture di portfolio dal vivo o in streaming ha poca importanza.

L’esposizione di Silvano è iniziata con la proposizione di una famosissima foto di Josef Koudelka, quella che ha in primo piano un orologio al polso fotografato in una Praga deserta. Al riguardo ha confessato che è stato il suo primo impatto con la fotografia concettuale, dicendo pure - con assoluta onestà intellettuale - non solo che non aveva capito quella foto, ma che ebbe pure a criticarla negativamente.

Quanta acqua è poi passata sotto i ponti. Oggi, con apertura mentale estrema, Bicocchi estrae dalle opere degli autori dei veri e propri racconti completi, che affascinano e che talvolta superano gli intendimenti originari degli stessi fotografi che hanno progettato e editato l'opera.

Come per Pappalardo e tanti altri critici qualificati, la capacità di entrare nella “scrittura fotografica” non è accessibile a tutti con la stessa facilità che a loro è propria. Ascoltandoli escono fuori, infatti, considerazioni e osservazioni che mettono insieme tanti filoni culturali che navigano paralleli e che talvolta penetrano fra loro, anche nella fotografia.

Non occorre dilungarsi a scrivere altro perché, come dicono i saggi, il troppo stroppia.

Un’ultima considerazione è però d’obbligo e cioè quella che le recenti scelte operate dalla Fiaf, di avviare questi appuntamenti in streaming, come un po’ era anche prevedibile, si stanno rivelando di notevole utilità, anche per l’accessibilità democratica concessa dalla rete. Le ampie partecipazioni agli appuntamenti programmati, del resto, testimoniano l’enorme interesse che stanno suscitando. 

Buona luce a tutti!

 

 

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