La fotografia sta sempre bene in salute; i fotografi un pò meno; anzi, decisamente male.
“Che dire? La fotografia sta sempre bene in
salute; i fotografi un pò meno; anzi, decisamente male. La realtà cambia
con velocità di tempo e di senso maggiore di loro strumenti; e, se ci
tocca ricorrere ai loro intelletti, ci accorgiamo spesso che sono servi del
benedetto denaro (nei casi migliori). Io, ……, non cerco riconoscimenti di alcun
genere e come quel tale (J. Schmid) mi sono proposto di non vedere altre
fotografie se non dopo avere esaurito la visione di tutte le fotografie
realizzate in tutto il pianeta e solo in era analogica. Ho, pertanto, un
grande avvenire dietro alle spalle: devo, però, liberarmi della presunzione -
caratteristica di noi siciliani- , della vanità che ogni giorno vedo, per
fortuna, mortificata da nuovi pensieri che tanta gente sa esprimere con maggiore opportunità ed intelligenza,
e dal desiderio esistenziale che mi spinge, spes contra spem, a chiedervi di non
smettere di fotografare (proprio così). Lo sfogo finisce qui: io mi
ritiro tra i miei libri e tra le mie meditazioni affidando la conoscenza, per
chi interessa, del mio modestissimo pensiero alla vecchia carta stampata (v.
Gente di fotografia, Fotoit, Riflessioni, Rivista di Studi di Storia della
fotografia, Arabeschi Università di Catania), non accordando la minima fiducia
alla gratuità e alla spettacolarità del web. Agli amanti della fotografia
siciliana confesso di non avvertire nessuna necessità di confronto, ma solo il
sincero desiderio di dialogo e conoscere e imparare, sempre e nuovamente,
qualcosa dell’immagine della vita. Niente, a mio avviso, cura la vita
meglio della vita.”
©PiP
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