“Venghino, signori venghino” (Tempo di seconda mano)



Se l'algoritmo ti scopre come fotoamatore non potrai certo sfuggire a tante emai allettanti. Non credo, infatti, di essere l’unico a ricevere ogni giorno e da ogni dove una miriade di messaggi per andare a partecipare ai più vari concorsi fotografici.
Montepremi in denaro, attestati per le tante articolate tematiche ……. Con un approccio sottinteso del tipo “venghino, signori venghino” ….. medaglie abbondanti e premi e cotillon per tutti.
L’obolo previsto non è mai tanto esoso, atteso che con pochi euro si potranno ricevere diplomi e riconoscimenti utili ad appagare spesso attese e alleviare frustrazioni competitive patite.
Ormai, muovendoci in un sistema volto principalmente a lucrare anche nel dispesare benessere, torna anche conveniente venire a gratificare e concedere prestigi a tutti, quindi: encomi democratici, stellette, like e opportunità per successi virtuali.
Tutto sommato accade quanto in parallelo da tempo succede nel conseguimento di titoli accademici, dove scuole private, attraverso rette accessibili, consentono a chi lo vuole facili conseguimenti di diplomi e lauree.
Scappati di casa potranno così esibire agognati attestati di lauree brevi o specialistiche o diplomi, per un mercato del lavoro politicizzato dove più che il merito prevale il titolo acquisito (o acquistato, fate voi) nei tanti proliferanti centri nazionali ed esteri.
Riguardo all’abbondanza di titoli di studio possono essere d’esempio già gli Stati Uniti d’America, dove le differenze di classe sono spesso indipendenti e non proprio conseguenti al livello sociale di nascita o dai possibili acculturamenti conseguiti.
Rimangono per questo di tutta evidenza le condizioni celle quali ci si trova a vivere: Limousine, tran tran anonimi, homeless, drogati, cocainomani o poveri cristi a seconda del censo d'appartenenza.
Tutto è alla luce del sole, con lussi sfrenati e miserie evidenti che convivono in parallelo in una società sempre più abituata all’indifferenza; con una partecipazione sempre più minoritaria a democrazie arcaiche e leader che si inabissano e ritornano assecondando i cicli umorali della gente.
“Tempo di seconda mano” con sottotitolo “La vita in Russia dopo il crollo del comunismo”, scritto da Svetlana Aleksievic nel 2013 e premio Nobel per la letteratura nel 2015, rappresenta uno spaccato realistico di un’altra umanità. Dove la confusione succedutasi al crollo dell’Unione Sovietica sta evidenziando tutti i caratteri che affollano la specie umana.
Incredibili esistenze, crisi di valori, aspetti nichilistici, barbarie naturali, cattiverie diffuse, generosità senza limiti, abbondano nelle oltre settecento pagine dove la Aleksievic si limita a riportare ciò che la gente spontaneamente vuole che lei scriva.
Nessun giudizio o aggettivazione accompagna le storie, riportare quasi in modo asettico come se fosse la scrivana di lettere per conto di soggetti confusi ma quasi mai analfabeti. Anche nella realtà narrata appare, ad un certo punto dell'evoluzione sociale, l'inconsistenza e la valenza pratica dei titoli di studio conseguiti in quel sistema pseudo comunista, che pure assicurava cultura a tutti per l'ideale socialista, a prescindere dall'appartenere a un ceto.
La trasversalità dei racconti interessa i vari angoli della convivenza umana, evidenzia un filo rosso che sottende ad ogni organizzazione sociale. Pseudo democrazie e totalitarismi si confondono nei rispettivi contesti amministrati secondo progetti politici o pseudo anarchici dell’uomo.
Negli USA, in Europa, nello smembrato impero ex comunista e in ogni angolo del mondo si sviluppano esistenze che annoverano stessi sentimenti; fatti d'innamoramenti, convivenze, vite parallele, tradimenti saltuari, compromessi, più o meno civili abbandoni definitivi, riconciliazioni frutto di ripensamenti o convenienze. Il tutto in modo più o meno esplicito, secondo le convenzionali vigenti nei reciproci assetti sociali e le relative regole di convivenza.
Forse è questa la chiave di lettura che permette di capire l’attribuzione del premio Nobel fatta a questa opera letteraria. Intensa, coinvolgente, significativa, a tratti monumentale e quasi enciclopedica delle possibili espressioni della natura umana.
Un’opera che potremmo definire "sempreverde" per l'attualità estrema che manifesta; un lavoro che rimane assai difficile da raccontare a parole per le molteplici sfaccettature di realtà poliedriche.
Un Caleidoscopio che miscela esistenze apparentemente semplici e dove convivono il male e il bene, l’assolutismo e i valori ideali, la generosità e l’egoismo estremo, l’assenza di colori tenui e il prevalere dei contrasti accesi. Bianchi e neri che, dominando tendono a occultare la valenza delle tonalità di grigio.
Il libro è anche una raccolta delle tante realtà post comuniste che si sono messe in luce nei vari specifici contesti tempèorali, condizionati anche da ataviche e confuse lotte etniche, sempre sottotraccia, di dominio e indipendenze, traspaiono dai tanti soggetti intervistati e chiamati a raccontare le loro storie.
La maggior parte delle storie derivano da delle registrazioni curate direttamente dall’autrice, realizzate con il consenso degli interessati, ma nelle pagine si alternano anche molteplici frasi, quasi frutto di estemporanee e veloci stenografie, poste volutamente in modo frammentario, come a voler maggiormente sottolineare concetti, le storie collegate ai contesti.
In conclusione, dopo aver letto quest’opera, dura e composita, rimane più che valida considerazione che Erasmo Da Rotterdam esprimeva sull’umanità, riportata in copertina del libro “Banche d’Italia & …. Quando la burocrazia è ottusa, stravolge e condiziona”, che recita: “E in definitiva la vita degli uomini nient’altro è che un gioco della pazzia”.

Buona luce a tutti!

© Essec

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