"Centro internazionale di fotografia", un polo d'eccellenza che appare avviato al declino



Ci sono circostanze in cui mancano le parole per esprimere le proprie sensazioni.
Oggi, durante uno dei soliti giri per la città, ritrovandosi al Centro Internazionale di Fotografia, con la curiosità di vedere se nel sito era allestita qualche bella mostra, la realtà è apparsa desolante.
A prescindere da ogni schieramento o appartenenza, la stupidità locale si manifesta quasi sempre e soprattutto nel voler sopprimere le idee altrui piuttosto che svilupparne di nuove.
Non è preso mai in giusta considerazione l’intento di mantenere un dibattito critico, anche attraverso proposte che potrebbero collocarsi su posizioni ideologiche differenti, financo diametralmente opposte.
Nella Città di Palermo, politicamente, l’unico punto che accomuna tutti gli schieramenti è forse la declamazione del Sindaco di turno fatta al Festino: “Viva Palermo e Santa Rosalia”. Un’affermazione da tifoseria abbastanza vacua e spesso inconcludente rispetto alle necessità reali.
Nel Centro Internazionale, nato nel 2017 e fortemente voluto da Letizia Battaglia, sono passate in questi anni tante mostre e importanti autori che hanno regalato alla comunità opportunità culturali, facendo assurgere il capoluogo siciliano a un centro d’eccellenza, con iniziative e proposte che in ogni caso hanno salvato Palermo dal suo ciclico e atavico provincialismo.
Per come sembrano avviarsi le cose, evidentemente le passate esperienze continuano a non essere d’insegnamento, neanche all’attuale amministrazione, che sembra anch'essa indirizzata a concentrarsi per andare a oscurare idee che, a loro vedere, risultino non omogenee e al proprio modus vivendi.
In questo, alcune delle location risanate dei Cantieri Culturali alla Zisa continuano a essere considerate come dei “covi anarchico-sinistrorsi”, quasi delle insopportabili pagliuzze fastidiose, e con nessuna possibilità di poter essere vissute come dei valori aggiunti, ovvero come strutture utili ad offrire, nel caso, opportunità per argomentazioni differenti, con visioni orientabili su confini diversi.
Circolando per i padiglioni, desolante oggi appare la percezione del senso di abbandono che si respira in modo palese, in un centro che dovrebbe essere di cultura ma che sembra inesorabilmente avviato – e ancora una volta nell’indifferenza dei molti - all’assoluta inutilità di scopo, quindi culturalmente da abbandonare o non rendere frequentabile come luogo d’eccellenze.
Il provincialismo cittadino ancora una volta prevale, rispettando le logiche di appartenenza, delle amicizie, dei clan e delle raccomandazioni. Nulla di nuovo sotto il sole, è lo specchio della nostra società, pertanto: “Viva Palermo e Santa Rosalia”.
In conclusione si torna su quella stupidità atavica che non ha mai una specificità particolare nei colori politici in cui si nasconde e che, da sempre, attraversa tutte le fazioni. Con un piattume che preclude aperture e che trova fastidiosi e quasi intollerabili ogni forma che alimenti dibattiti o contrapposizioni.
Sintomatico appare il neon spento, perchè la luce non illumina più l'angolo libreria, la postazione in cui Letizia era d'uso intrattenersi con chi l'andava a trovare.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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