Mediterraneo



Mazara del Vallo è un luogo siciliano difficile da raccontare perché, per come è organizzata, costituisce una sintesi dell’ideale sociale mediterraneo integrato.
Nel suo museo custodisce la splendida statua greca del Satiro Danzante, pescata fortuitamente nei fondali del Canale di Sicilia dal peschereccio “Capitan Ciccio”. Su http://legislature.camera.it/serv_cittadini/553/554/9101/5165/5166/documentofoto.asp si racconta in sintesi la storia del ritrovamento.
Per avere un’idea puntuale della cittadina occorre visitarla magari in periodi in cui il turismo è minore. Girare per la casba e per il centro storico consente di respirare l’aria molto particolare che la identifica.
Sono molte le chiese e i luoghi di rilevanza storica e architettonica e, per poterle visitare, è consigliabile organizzarsi con gli enti preposti per essere certi di potervi accedere e magari accompagnandosi con guide locali.
Sul lungomare e nella piazza principale, qualche cartello esposto mantiene sempre vivo l’appello per il ritrovamento di Denise Pipitone.
L’antropologia è al centro dell’idea che l’amministrazione pubblica ha inteso sviluppare da sempre, favorendo la mescolanza etnica di questo luogo che si pone nel cuore del Mediterraneo.  Ad essa si è venuta, in tempi più recenti, ad assommare un’idea artistica che, principalmente attraverso opere in ceramica, tende ad integrare le differenze che identificano le diverse culture e religioni che coesistono simbioticamente da tempo.
Mazara del Vallo è stata una delle prime cittadine a sperimentare l’integrazione di popoli differenti. La pesca ha creato i presupposti affinché l’imprenditoria ittica potesse attingere a manovalanze straniere (principalmente tunisine) che ben presto si sono stabilizzate nel territorio. 
La Casba mazarese ha costituito fin da subito un esperimento ben riuscito d’immigrazione integrata.
Camminare oggi per le vie, apparentemente disabitate di rioni d’impronta nordafricana, risulta suggestivo, specie nelle ore in cui i muezzin richiamano con voce melodica i fedeli alla preghiera. Cosa che accade di regola cinque volte al giorno. 
Anche se una mappa permette di individuare un percorso, la visita del luogo può essere effettuata seguendo un itinerario libero e autonomo.
Ogni angolo e vicolo, anche per le molteplici installazioni artistiche, assicurano visuali uniche e, scorci esposti a luci particolari del giorno, rivelano scenari simili a analoghe altre casbe mediterranee.
Le opere, variegate per tematiche miscelano le diversità culturali presenti nel luogo e comprendono anche scritte che vanno a comporre anch’esse dei quadri. Il tutto organizzato seguendo logiche geometriche ed equilibri di volumi che fanno apparire il contesto come fosse una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto.
Muoversi nei vicoli crea anche delle opportunità’ per incontri con soggetti che, una volta stimolati o coinvolti, si rivelano dei personaggi. Capita, come è capitato quindi, d’incontrare un insegnante di tedesco in pensione, trasferitosi in Lituania e che si trova oggi a svernare nella più calda terra d’origine che, nel breve incontro, ci illustra i tanti vantaggi del vivere a Vilnius; e il tempo si rivela sufficiente per creare collegamenti in funzione di potenziali interscambi futuri.
All’occorrenza la gente è disponibile a fornire indicazioni. All’interno della casba casualmente si può anche incontrare G, un locale che ha tanta voglia di comunicare, disponibile a fornire delucidazioni sulla peculiarità dei luoghi e sulla storia di personaggi che sono oggi rappresentate sulle saracinesche come opere di street art. Ascolterai un po’ delle sue singolari vicissitudini e scoprirai pure che sta lavorando per la pubblicazione di un suo libro.
Pur poco interessato dalla street art pittorica, quella invasiva costituita dai murales, il fenomeno è comunque presente, anche circoscritto alle saracinesche utilizzate per raccontare storie mazaresi o di suoi abitanti come nel caso, ad esempio, del noto pittore mazarese Salvino Catania.
Alcuni vicoletti riportano in ogni caso tracce di qualche writer teen-ager, che ha congelato per lo più sul muro considerazioni su momenti sentimentali che sta vivendo.
La presenza di un controllo pubblico e il fatto che, in un contesto provinciale come quello mazarese, ci si conosca tutti, fanno sì che la cittadina risulti pulita e che ogni turista possa muoversi con assoluta sicurezza nell’ambito dell’ampio territorio.
Validi ristoranti sono pronti a proporre tanti menù a base di pesce e il cous cous in ogni locale la fa da padrone.
Se si è fortunati, al mercato ittico o lungo il porto canale, si può assistere al rito della vendita all’asta del pescato. Uno spettacolo che si tramanda, mantenendo inalterate le tradizioni popolari locali e che consente, a chi ama la fotografia, di catturare qualche fortunato scatto.
Per chi fosse rimasto incuriosito - e, o non è stato mai a Mazara del Vallo, o l'ha vista di fretta - non resta che programmarne la visita.


Buona luce a tutti!


© ESSEC

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