"Vecchie radici, giovani virgulti."

Il testo che segue scaturisce dalla recente pubblicazione dell'articolo "Gruppo Fotografico Le Gru di Valverde, di Ferdinando Portuese, i Fratelli D'Agata & Co." pure pubblicato su questo spazio web e ne costituisce una integrazione qualificata, anche perchè, come si dice in gergo, fonte informata su fatti e persone. Riporto pertanto fedelmente il testo pervenuto e scritto a caldo dalla penna di Pippo Pappalardo.

"Vecchie radici, giovani virgulti."

"La tua rubrica, caro Toti, è come un bosco dove crescono idee, immagini, confronti, dibattiti ed altro ancora. Ho detto un bosco e non un vivaio e, meno che mai, un campo, una monocoltura, un campo tracciato una volta e per tutte nei suoi confini e nelle sue ambizioni di crescita. Si, proprio un bosco, custodito dalla mano dell’uomo ma per sua natura portato a divenire altro come potrebbe essere un posto sacro, un posto per le fiabe, un posto per le fragole o per le cose che vogliamo leggere, per essere capite meglio, per essere apprezzate perché raffinate come i funghi di questa stagione.

La tua rubrica, il tuo bosco, ha ospitato due fotografi, due fratelli, due esperti cultori dei boschi etnei e di quelli limitrofi, due esperti di funghi: i fratelli d’Agata, da me confidenzialmente definiti i Dioscuri della fotografia etnea.

Nella nota della tua rubrica hai giustamente sottolineato la loro preparazione fotografica sotto il profilo tecnico e culturale, la conoscenza assoluta della materia da loro fotograficamente indagata, la passione per una pratica visiva che li spinge a trasformare ogni loro reportage in una impresa esemplare.

Non per nulla il loro circolo fotografico, le Gru, porta il nome di un uccello migratore forte e coraggioso, capace di attraversare circostanze ed esperienze diverse e importanti. I miei Dioscuri, a somiglianza delle Gru, trapassano con facilità dall’impegno accademico a quello musicale, dalla pratica fotografica alla pratica della socialità vissuta e condivisa oltre i limiti generazionali, logistici, culturali.

Io sono un loro amico ed estimatore ed ogni volta che mi trovo a collaborare con le loro iniziative devo abbandonare tutto quel che ho imparato ed arrendermi davanti alla genuina, sincera, spontanea simpatia della loro visione ed immaginazione peraltro esibita con spontaneità e naturalezza.

Tutto questo fa onore ad  un circolo dove Alessio Drago prima e Ferdinando Portuese adesso hanno sviluppato e difeso quella pianta che Pippo Fichera e C, avevano piantato tanti anni fa. E’ un piacere, ed una soddisfazione, vedere riconosciuto da altre realtà fotografiche, magari distanti da quella etnea, la bontà e la qualità fotografica espressa dall’impegno dei D’Agata.

Proprio quando i fotografi naturalisti di tutto l’Occidente si stanno spendendo nell’allarme per il nostro pianeta continuamente maltrattato, ci conforta che i nostri giovani rimangano attenti alle sorti della nostra natura e ci ricordano che abbiamo poco tempo a disposizione per tutelare gli “originali” dei nostri tramonti e delle nostre albe.

F.to Pippo Pappalardo"


 

 

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