Lettera aperta indirizzata a destinatari allocati in punti diversi dello stivale

Come spesso capita, mi piace sperimentare e addentrarmi pure in cose che m’intrigano, anche se so bene che sono fuori dalla mia portata. 
Non mi pongo in questi casi tanti scrupoli nel rischiare di apparire non all'altezza, perché l'esperienza che in ogni modo rimane è sempre un valore aggiunto, anche se necessita il pagamento di un prezzo. 
Veniamo al dunque. Decido di partecipare a una lettura di portfolio Fiaf, in un evento nazionale che, causa Covid 19, quest'anno si sarebbe svolto in modo più accessibile, attraverso cioè tavoli di lettura virtuali realizzati con collegamenti on line. 
Non avendo molta dimestichezza con l'argomento e poco avvezzo alla specifica branca fotografica, dovendo scegliere due lettori, opto per soggetti che conosco di persona. 
Tralascio di raccontare l'esperienza diretta, ad ogni modo positiva, perché mi ha comunque permesso di arricchire le mie conoscenze, essendo stata anche occasione per allargare la cerchia dei personaggi che costituiscono pietre miliari nella cultura e nella didattica fotografica dei nostri tempi. 
Durante un colloquio con Pappalardo, gli ho raccontato qualche giorno prima dell'evento ormai prossimo, anche perché in materia Pippo è uno fra i più importanti esperti in ambito nazionale. Conoscendo lui il parterre dei dieci lettori in campo, mi chiese se avessi per caso scelto Bicocchi.
Onestamente sconoscevo la persona, anche se è il responsabile nazionale del Dipartimento Fiaf – Cultura e da lungo tempo. Dissi quindi che avevo optato per altri lettori ma di genere diverso, per avere versioni differenti nelle disamine del progetto fotografico che andavo a  presentare. Nella circostanza Pappalardo mi raccontò pure che Silvano Bicocchi era anche uno di quelli che, con Magni e Torresani, avevano proprio inventato la branca del portfolio fotografico in Italia, creandone insieme una vera e propria scuola. 
La curiosità in questi casi è sempre tanta, quindi feci in modo di conoscere, seppur a distanza il personaggio. Prima però andai a ricercare il soggetto nel web ed ebbi conferma delle informazioni datemi e nell'indagine appresi anche tante altre cose ancora. 
Le letture di portfolio che mi riguardavano si erano svolte il giorno prima, l’indomani, quindi, ebbi modo di scambiare due parole con Bicocchi, ad inizio della sessione domenicale nello specifico.
Chiesi alcune cose per avere delle delucidazioni su certi aspetti e scoprii da subito di aver a che fare con una persona preparata, appassionato della sua materia, dotata pure di una naturale gentilezza e una disponibilità non comune. 
Per farla breve in una semplice considerazione esplicito il pensiero che vorrei in fondo esprimere e al riguardo porto un esempio che penso faccia al caso. 
Nella musica d'autore un esperimento di un connubio felice, che ha prodotto delle perle musicali è stato senza alcun dubbio, l'incontro artistico generato dalla collaborazione fra Ivano Fossati e Fabrizio De Andrè, avvenuto in età matura per entrambi e che ha prodotto i brani raccolti nell’album “Anime salve”. 
Un’operazione avvenuta quando nessuno dei due aveva nulla da togliere all'altro, ma avevano ciascuno - a quel punto della loro vita artistica e a loro modo - solo da donare. Per completarsi a vicenda, per arricchire una composizione e regalare quelle canzoni che poi hanno poi saputo generare e che ancor ora trasudano la creatività geniale di entrambi. 
Tutto questo per dire che, in fotografia, nel panorama italiano, un possibile ritorno alla collaborazione fattiva del duo Bicocchi-Torresani potrebbe costituire un immenso regalo a tutti gli appassionati del settore e non solo a loro. 
Per fare ciò forse occorrerebbe però che qualcuno che ne ha titolo - e per entrambi - si presti a creare un pretesto, un’occasione.
Magari attraverso un progetto pratico che li intrighi e riaccomuni per riuscire a sviluppare, con un termine matematico di potenza (n), le personalità e le preparazioni non indifferenti insite nei due personaggi. 
L’amico Pappalardo, che in quanto citato in premessa mi ha letto in anteprima, mi evidenzia che l'ambizione “di vedere l’empireo fotoamatoriale italiano attraversato dai percorsi intellettuali degli amici Giancarlo e Silvano credo che sia espressione di un’aspettativa appassionata dove poter, alla luce e alla guida di due grosse personalità, depositare con fiducia il tuo desiderio di intelligere, con maggiore profondità, con l’esperienza fotografica.” Inoltre aggiunge: “quei due maestri sono diventati tali perchè hanno “seminato” ed ora attendono che quei discepoli che, come noi, li citano come esempio di spirito di servizio, cordialità e professionalità, diventino, se è nei loro desideri, a loro volta responsabili consapevoli e perspicaci di una “nouvelle vague” fotoamatoriale (nelle grandi come nelle piccole realtà del nostro paese).” 
Oggi però, con la pretesa di conoscerli un pò entrambi, osservo io che il presupposto minimo per un’operazione del genere c’è già, perchè presente in ognuno di loro e da sempre, in quanto tutti e due dotati di una generosità e una notevole cultura consolidata nel tempo, frutto di vera passione. 
Non credo che ci sia nulla da aggiungere. Ad altri titolati o accreditati e che pure amano la fotografia, spetta l’ulteriore passo, per una prossima possibile mossa che sia alla portata.

Buona luce a tutti!
© Essec
 
 

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