Sui concorsi fotografici….

Sui concorsi fotografici….
La fotografia, una passione per chi la coltiva, un'opportunità per chi la usa. Una disciplina che richiede come tutte le altre anni di studio e applicazione, metodo e confronto, già, il confronto, perché senza confronto non esiste fotografia né fotografo. Chi cattura la luce, e anche il buio, non può esibirsi in una forma di masturbazione metafisica che preveda il godimento di un immagine in perfetta solitudine, una foto deve essere mostrata, esibita quantomeno ad amici e conoscenti ma se si cerca un più valido motivo di confronto, se la passione inizia a bruciarti dentro, non resta che una sola cosa da fare, i concorsi fotografici.
Sui costi e sulle finalità dei concorsi si rimanda ad altra discussione mentre invece delle “modalità” di fruizione ma soprattutto di gestione ne vorremmo parlare adesso.
Parlando di fotografia mi si perdoni se per mia ferrata convinzione e per mio probabile limite caratteriale, considero fotografi solo coloro che usano una macchina fotografica propriamente detta e non piccole fotocamere inglobate in smartphone e affini, non per una avversione tout court verso il mezzo “foto-telefonico” ma semplicemente perché il peso e i volumi di una discreta attrezzatura sono proprie di veri appassionati. Ma andiamo oltre.
Chiunque partecipi ad una competizione ha sicuramente il desiderio di vincere, non è vero il vecchio adagio “l’importante è partecipare”, nessuno invia foto ad un concorso per il gusto di esserci, ognuno spera di trovarsi nella rosa dei premiati e per questo è obbligato a sottoporre le proprie opere ad una giuria esaminatrice. Parlando di giurie iniziamo ad accorgerci che tutte le rose hanno le spine e alcune di queste fanno tanto male. Facendo salvo il diritto di ogni fotografo a vedersi commentare le proprie foto da persone qualificate, scopriamo invece che molto spesso queste giurie sono composte da membri improvvisati e di dubbia competenza fotografica, ci troviamo il sindaco, l’assessore, il farmacista, il parroco, la maestra, piuttosto che imprenditori, negozianti, ristoratori spesso annoverati tra gli sponsor della kermesse. Tutte persone meritevoli di stima, lavoratori e grandi professionisti nei loro ambiti ma basta questo per renderli competenti anche in fotografia ? Talmente competenti da entrare nei membri di una giuria che esaminerà centinaia di foto di gente dal pelo bianco, veri squali che si nutrono da anni di immagini e nuotano nel loro liquido con disinvoltura ? Un giuria di queste fattezze mancherà proprio di quello che ci si aspetta, di quell’autorevolezza che gli consentirà di allungare lo sguardo oltre il solito gatto, il solito tramonto, la solita cartolina. La competenza a cui ognuno spera di affidare le sue opere deve essere certificata o dimostrata sul campo, si gareggia per vincere vero, se si perde sotto il giudizio di un professionista nel mondo dell’immagine te ne fai una ragione ma se a decretare la tua sconfitta è un assessore ai lavori pubblici o chicchessia che non riesca a formulare neanche una chiara motivazione di ciò che ha premiato e che vada lievemente più in là del noiosissimo…….minchia che bbbellla…..è tutto il sistema che merita di essere rivisto e l’unico consiglio che mi sento di dare a chi mi legge è sempre lo stesso, partecipate a concorsi prestigiosi, affidate le vostre foto a gente competente, confrontatevi con i migliori che per anni vi faranno mangiare polvere ma che nel tempo diventeranno dei riferimenti da superare e che supererete solo se il vostro impegno e la vostra dedizione sono stati pari o superiori al loro.

© Mimmo Giampà 

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