tag:blogger.com,1999:blog-39823800514582924452024-03-28T00:55:19.429+01:00Angolino del fotoamatoreScritti di diversi autori riguardanti il mondo della fotografia e slides show di immagini "made" Essec
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.comBlogger305125tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-38929581286549904162024-03-25T23:01:00.004+01:002024-03-25T23:01:39.645+01:00Secondo quello che suggerisce la moda del tempo<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJcKLn6VnSc3iv-zsvIJtz4pGWnsLTvXW7OpkC5TakMf3Ov53aGU7rFRh-dfBd-MqL58IhjrDFgP2XE5gw0sIyV2rwNWsIJNR7UlkghbcEyMpntXphKnsv7AyAC1cn9oY3UjzVhu7xVXgFayPiyHCfECWeBCiP6EiCpUx3iQB4MiHtG-jUrz6YUz4vLBM/s800/DSCF4544-2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJcKLn6VnSc3iv-zsvIJtz4pGWnsLTvXW7OpkC5TakMf3Ov53aGU7rFRh-dfBd-MqL58IhjrDFgP2XE5gw0sIyV2rwNWsIJNR7UlkghbcEyMpntXphKnsv7AyAC1cn9oY3UjzVhu7xVXgFayPiyHCfECWeBCiP6EiCpUx3iQB4MiHtG-jUrz6YUz4vLBM/s400/DSCF4544-2.jpg"/></a></div>
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L'avvicinamento alla fotografia è sempre variegato. Tanti sono gli spunti che inducono ad imbattersi nella materia e, nel caso, appassionarsi. Come autori o cultori non fa poi molta differenza.<br>
Tutti restano comunque accomunati nell'utilizzare la formula creativa ritenuta più idonea e che riesca a raccontare leggendo la luce, per alimentare proposte e confronti culturali, personalizzando scritture o osservazioni.<br>
Altri sono i discorsi che possono sviluppare, in relazione all'approccio, gli autori. I vari generi fotografici del resto necessitano di processi metodologici talvolta assai differenti.<br>
Fra i tanti forse la difformità d'origine è quella che mette a confronto l'aspetto pittorico con l'utilizzo della macchina per catturare l'attimo fuggente. Il primo alla ricerca di perfezioni estetiche di elementi statici che rimangono spesso fini a sé stessi, il secondo volto a catturare immagini di fatui realismi dinamici - anche provocati - che meritano d'essere congelati in uno scatto.<br>
C’è sempre una fotografia che segue comunque la moda del tempo, che scopre nuove tecniche e modi apparentemente originali o moderni, ma destinati anche a stancare, per evidenti inconsistenze aggiuntive.<br>
Progetti spesso pensati a tavolino dall'ideatore si propongono di tramutare idee in immagini; processi che, negli ultimi tempi in particolare, sconfinano oltre la fotografia, sfociando in componimenti grafici artigianali, frutto di manipolazioni, magari facendo ricorso a usi di software sofisticati.<br>
Un punto che comunque distingue l'approccio fotografico è il talento che presuppone un pensiero o anche occasionalità congenite imprevedibili. Altra considerazione da tenere in conto è che il tutto resta sempre il frutto di elaborazioni umane, con tutto ciò che ne consegue.<br>
Giuseppe Cicozzetti, che torno a citare e che consiglio di seguire, con la sua pagina <a href="https://www.facebook.com/scriptphotography" target="_blank">Scriptphotography</a> costituisce quasi un “tutorial” per il mondo della fotografia. Propone ogni giorno autori diversi, per genere, temporalità e luoghi, mettendo a fuoco esempi di approcci culturali e concettuali sempre differenti. <br>
In nessun caso si pone a concludere con scale di valori ma, anzi, con le sue argomentazioni, s’impegna a illustrare le logiche che consentono di raccontare le foto e avvicinarsi agli autori. <br>
Con il suo spirito divulgativo - e fortunatamente non è il solo - informa con esempi differenti, per stimolare e allargare così le conoscenze di chi lo segue e anche le sue. <br>
Nell'attirare molta curiosità, raccogliendo anche utili segnalazioni da fotoamatori che si propongono (per ricevere consigli o pareri su ciò che realizzano), individua talenti che anche per lui rappresentano un gratificante valore aggiunto.<br>
È sicuramente anche questo il motivo per cui i suoi scritti rimangono comunque interessanti, a prescindere dell'accettare quelle che sono le sue chiavi di lettura e la valenza delle foto d'esempio e gli autori che continuamente propone.<br>
Fortunatamente noi tutti siamo adulti e vaccinati, sicuramente in grado e capaci di discernere su ciò che più ci aggrada o si avvicina alla nostra indole e predisposizione. Senza che possa procurare fastidio, l’eventualità di non condividere quelle che a noi possono apparire solo discutibili impressioni. <br>
Le diversità, nel caso, sono sempre opportunità e fonte di ricchezza. I dialoghi costruttivi che derivano anche da eventuali contradditori inconciliabili, pure.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-77328722832824004532024-03-07T10:58:00.005+01:002024-03-14T10:06:43.914+01:00“Scriptphotography” di Giuseppe Cicozzetti<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj3Nxk17uJCcdpsZk0INYmms3q2vMXcqKSFKPHwjXHE_VLdhMOAbRtw99AGtEqt0J5hnpb2QazXjFeY8h5i99Mef_lq0u5mXr9BIo1lPfWA_-K0ynU8q2DfscMJRETJayheOD0LC3QjrUSAPpVWObHk8anz7CJJ9yLNVpJ2E7M3B-I3raN2J4Zgurau80/s640/DSCF1106-2.jpeg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="427" data-original-width="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj3Nxk17uJCcdpsZk0INYmms3q2vMXcqKSFKPHwjXHE_VLdhMOAbRtw99AGtEqt0J5hnpb2QazXjFeY8h5i99Mef_lq0u5mXr9BIo1lPfWA_-K0ynU8q2DfscMJRETJayheOD0LC3QjrUSAPpVWObHk8anz7CJJ9yLNVpJ2E7M3B-I3raN2J4Zgurau80/s400/DSCF1106-2.jpeg"/></a></div>
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Sono in pochi coloro che sanno raccontare, che con la loro capacità narrativa riescono a coinvolgere chi li legge o li ascolta.<br>
In questo non occorre essere necessariamente degli artisti, perchè il loro vero compito è quello di riuscire a trasportare il lettore o l’osservatore in un’altra dimensione, indefinita e che prescinde dal tempo.<br>
I critici d’arte non si possono pertanto pensare come degli artisti mancati ma sono altra cosa, poiché il loro compito ha anche aspetti creativi; per il saper tirare fuori, corroborati da ampie conoscenze culturali, letture e messaggi che spesso non necessariamente coincidono con quanto in origine era stato pensato dagli autori delle stesse opere.<br>
In questa chiave gli scritti di <a href="https://youtu.be/Q3tGfuFAuz4?si=cuzaAIygI7-Rml8C" target="_blank">Giuseppe Cicozzetti</a> postati su Facebook costituiscono capitoli (eruditi e al contempo intellegibili) di un ampio romanzo (o una raccolta di novelle, secondo i gusti). Essi prendono spunto da fotografie, da personaggi, da vissuti, da considerazioni, per tramutarsi in ciò che poi lo stesso ci viene a dire.<br>
In questo, leggere i suoi testi e poi passare alle fotografie - che sapientemente abbina - costituisce un unicum quasi inscindibile, in quanto parole appropriate determinano sempre un’alchimia che viene a fondersi con le immagini a corollario che completano.<br>
Spesso si viene a parlare molto male dei vari social e delle dipendenze che essi spesso creano in tanti, ma le pagine di “<a href="https://www.facebook.com/scriptphotography" target="_blank">Scriptphotography</a>” dimostrano proprio il contrario, ovvero che la qualità di quanto viene postato dipende dalle caratteristiche di chi scrive, da cosa scrive e, in generale, dai messaggi e i contenuti che s’intendono diffondere.<br>
Cicozzetti, con un suo modo quasi pragmatico di fare cultura, riesce a suscitare interesse e crea proseliti; proponendo, senza tanti fronzoli, recensioni e storie che intrigano e lasciano il segno.<br>
La sua operazione amplia conoscenze e, snocciolando tante forme artistiche della fotografia, appassiona coloro che amano l'argomento. <br>
Evidenzia, peraltro, come oltre ad essere circondati da milioni d’immagini, sono tantissimi i talenti autorevoli che nell’universo fotografico lasciano il segno, tuttora vivi o già andati, e che, con le loro produzioni, continuano ad alzare montagne di opere che ci circondano.<br>
Una volta entrati nel giro di Cicozzetti, si resta catturati fra i “followers” interessati a leggere con avidità i suoi articoli; rimanendo quasi ansiosi e in costante attesa, aspettando di conoscere quanto verrà a proporre con la prossima mossa.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-22439030470418058282024-03-06T21:57:00.002+01:002024-03-06T21:57:11.141+01:00“La Palermo segreta raccontata in bianco e nero – La Città come un non luogo”<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK1G2YryaNsN5NKu9wqEEAATS0rBlYbUhpHBGUaK2AOCzKy25uOzH9Kc4Uord74J-pjk0DtHLUi_Qan3tdwR44XzyzYSIe_WgkObdiH0DkMuHigDQckRmxY_aAS4-seqmBkKWQTljZEPwndDcFE2sN_3mdukc6nWbqoW9eoQqmdpidwMjtkvewkyBwfI8/s1600/Gerbasi%20-%20Aticolo%20Giornale.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="1600" data-original-width="1091" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK1G2YryaNsN5NKu9wqEEAATS0rBlYbUhpHBGUaK2AOCzKy25uOzH9Kc4Uord74J-pjk0DtHLUi_Qan3tdwR44XzyzYSIe_WgkObdiH0DkMuHigDQckRmxY_aAS4-seqmBkKWQTljZEPwndDcFE2sN_3mdukc6nWbqoW9eoQqmdpidwMjtkvewkyBwfI8/s400/Gerbasi%20-%20Aticolo%20Giornale.jpg"/></a></div>
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A intera pagina 11, del giornale La Repubblica del 24 febbraio 2023, veniva pubblicato un articolo di Paola Pottino. Il titolo era: “La Palermo segreta raccontata in bianco e nero – La Città come un non luogo”.<br>
A dimostrazione che, come riporto in un passo di <a href="https://pubblicailtuolibro.com/products/fotogazzegiando-di-toti-clemente" target="_blank">Fotogazzeggiando</a>, “<a href="https://angolinodelfotoamatore.blogspot.com/2019/02/il-ruolo-da-padrone.html" target="_blank">Come è risaputo, la fotografia è un qualcosa di indefinito che coesiste con il nostro essere e che comprende tutto quanto incontriamo e ogni cosa o persona che ci circonda</a>”, nell'articolo della Pottino si racconta la pagina social curata dal fotografo <a href="https://www.facebook.com/giuseppe.gerbasi.5" target="_blank">Giuseppe Gerbasi</a> che si diverte a provocare i tanti aspiranti fotografi, pubblicando nella sua pagina social le tante fotografie che vede passeggiando per le strade della sua Palermo.<br>
I suoi scatti, sono frutto di inquadrature di una mente allenata a vedere, selezionare ed elaborare con velocità “l’attimo fuggente” o il particolare significativo che racconta o, ancora, che riesce ad avviare l’immaginazione e la fantasia di chi si trova ad osservare quanto da lui quasi quotidianamente proposto.<br>
La sua operazione costituisce di fatto uno stimolo intelligente a chi aspira a raccontare con l’apparecchio fotografico (macchina o cellulare, poco importa) e viene ad essere un’operazione didattica soft e gratuita, che sottolinea attraverso l’etichettatura © G.Gerbasi "Non sono andato lontano fotografando" Palermo, e data.<br>
Un fotografo che, riscrivendola a suo modo, usa la famosa frase ripetuta da Totò a Peppino: “e ho detto tutto”. Ma in questo caso non enigmatica perché la fotografia che propone è sempre di per sé eloquente.<br>
Personalmente la cosa mi diverte e continuo ad essere attratto dalle fotografie che posta, immagini che necessitano e meritano di essere viste con attenzione, anche per cercare di indovinare i luoghi di ripresa, i particolari, i dettagli, l'eventuale messaggio nascosto.<br>
La sua è quindi un’operazione educata e alquanto ironica per la continua precisazione: “non sono andato lontano fotografando”.<br>
Nell’articolo riporto la pagina del quotidiano da lui stesso postata su FB che, per quanto ovvio, aggiunge tante altre cose rispetto a quanto ho sinteticamente esposto (fotografato, sarebbe più appropriato).
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-39994972905754043312024-03-06T21:55:00.006+01:002024-03-06T21:55:42.724+01:00"Perfect Days"<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-kfpFe8LwKjvGvISuBzhyphenhyphenRO7khBKotUv735RmOqO0Z7dHMY2pTCnJAcsQkI57FT4mOVmH7qDxo6R0OihF1G7qytZlmNJgki2P6FbkOxrntQbWJuv95NopWmzsWZsnKuU99oSvWWEkR1SDBEUCUSnNp06IfWGC3SzWscHfxBXMgHFAybQSQsi3vJJlsPU/s800/DSCF1009.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-kfpFe8LwKjvGvISuBzhyphenhyphenRO7khBKotUv735RmOqO0Z7dHMY2pTCnJAcsQkI57FT4mOVmH7qDxo6R0OihF1G7qytZlmNJgki2P6FbkOxrntQbWJuv95NopWmzsWZsnKuU99oSvWWEkR1SDBEUCUSnNp06IfWGC3SzWscHfxBXMgHFAybQSQsi3vJJlsPU/s400/DSCF1009.jpg"/></a></div>
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Una mia recensione sul film "Perfect Days" (regia di Wim Menders) apparsa sul bimensile "<a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/valori-universali-e-mitezza-di-sentimenti-nel-cinema-di-wenders/" target="_blank">Dialoghi Mediterranei</a>" (Periodico bimestrale dell'Istituto Euroarabo di Mazara del Vallo) di marzo, curato da <a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/?s=antonino+cusumano" target="_blank">Antonino Cusumano</a>. Pubblicazione inserita fra altre recensioni "commissionate" a altri sei soggetti (<a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/il-senso-antico-delle-piccole-cose/" target="_blank">Federico Costanza</a>, <a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/chissa-se-wim-wenders-aveva-letto-hartmut-rosa/" target="_blank">Anna Fici</a>, <a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/i-giorni-perfetti-di-wim/" target="_blank">Aldo Gerbino</a>, <a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/la-vita-come-un-piccolo-poema-zen/" target="_blank">Chiara Lanini</a>, <a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/lampi-di-luce-tra-i-rami-il-giorno-muta-e-rinasce/" target="_blank">Flavia Schiavo</a> e <a href="https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/i-mondi-possibili-di-hirayama-larte-del-sottrarsi-di-wim-wenders/" target="_blank">Giuseppe Sorce</a>) che hanno così letto e rappresentato la trama e i messaggi contenuti nella regia di Wenders; ognuno seguendo percorsi personali secondo differenti chiavi di lettura.<br><br>
Un plauso va a Antonino Cusumano, per l'operazione messa a punto, che è risultata utilissima nell'evidenziare il concetto de "il mondo è bello perchè è vario". <br><br>
L'incarico conferito a sette soggetti diversi di sviluppare le impressioni suscitate dalla visione del film di Wim Wenders (senza che alcuno di loro conoscesse la contemporaneità delle scritture collaterali distintamente "appaltate"), viene a fornire tanti spunti (se coincidenti o diversi, poco importa) che portano a considerare il valore dei chiari e scuri che ciascuna mente riesce a cogliere e mettere a fuoco, attraverso bagaglio culturale, spirito d'osservazione, sensibilità, e quant'altro di cui dispone.<br><br>
"Il volto di Kôji Yakusho, protagonista lungamente inquadrato durante la sequenza finale, appare pensieroso, sorridente, intristito, quasi piangente. Le moltitudini espressive contrastanti costituiscono la sintesi di tutto quello che nel film Wim Wenders ha saputo abilmente condensare, sommando con maestria le tante sfaccettature emozionali di una società complessa contemporanea che trova sempre maggiori difficoltà nel riuscire a gestire e, ancor più, esternare sensazioni e sentimenti. <br><br>
Tante simbologie arricchiscono il film di valori, mettendo a fuoco quelle che forse rappresentano le questioni ritenute maggiormente importanti. Nella narrazione, il protagonista, pur proveniente da un’agiata famiglia, per sostenersi svolge un lavoro molto umile che però non intacca per nulla i suoi molteplici interessi. Nelle sue giornate apparentemente sempre eguali la cultura e i rapporti umani rimangono fondamentali e al centro della sua esistenza. Il protagonista del film non sente alcun bisogno di porsi a protagonista della sua stessa vita.<br><br>
Nella prima parte del film si vede un uomo taciturno, silenzioso per il semplice fatto che non ha nulla da dire alla gente che incrocia; non necessita di dialogare con soggetti a lui profondamente lontani. Ma, pur nell’evidente silenzio sonoro, riesce a comunicare con talune sensibilità che incontra e così, attraverso un suo sesto senso, riesce a dialogare (con la ragazza che gli restituisce la musicassetta furtivamente sottratta e poi lo bacia, collegandosi a lui attraverso la musica), o con altri anche nascosti nell’ombra (gioco dello zero con una figura sconosciuta, che rimane tale e asseconda e dalla quale riceve un grazie scritto nel foglio del gioco completato).<br><br>
La sua umanità viene percepita da anime a lui simili, indipendentemente dall’età e dalla condizione sociale. Il bambino smarrito nella toilette, riavutosi dallo spavento e libero da preconcetti, nell’andare via con la madre lo saluta, nonostante lui fosse un semplice pulitore di cessi. Non cessa di manifestare l’amore per la vita con la cura dei germogli d’alberi che casualmente trova e che aiuta a crescere e protegge affinché possano diventare un giorno robusti e imponenti. <br><br>
La nipote adolescente scappata di casa che lo viene a cercare è, per lui, una di queste piccole piante che necessitano attenzione, empatia, comprensione. Così l’accoglie e l’asseconda, per poi restituirla con tatto alla cura della sorella che non vedeva da tempo. Alla giovane nipote che cercava risposte certe, il protagonista risponde e ribadisce che «un’altra volta è un’altra volta, mentre adesso è adesso». Come a dire che la successione delle giornate, delle ore, dei minuti sedimentano le tante combinazioni di situazioni possibili, mutevoli e comunque legate al tempo, mentre il momento vissuto dell’adesso costituisce l’unità dell’istante da cui muove il divenire.<br><br>
In questo si collega anche la metafora del gioco di cercar di calpestare le ombre e anche il bisogno confessato da quel marito malato di cancro di comunicare la sua ormai prossima fine all’ex moglie e il conseguente desiderio di affidarne la protezione a qualcuno che individua nel suo immaginario come possibile erede (chiedendosi se due ombre sovrapposte possano diventare più nere).<br><br>
La solitudine vissuta dal protagonista è una deliberata scelta che gli consente di sentirsi totalmente libero. Ma – a guardar bene – la sua è una concezione di vita niente affatto superficiale, attenta a scrutinare e a cogliere i dettagli di tutto quanto succede intorno a lui. I suoi occhi osservano e restano attratti dai mille particolari offerti dalle esperienze casuali: dal semplice raggio di luce che attraversa le fronde degli alberi e che cerca di catturare con scatti di fotografie analogiche, al barbone che vive in un suo mondo e segue un suo originale modo d’esistere; dalla ragazza sola che consuma il suo pasto durante la sua pausa di lavoro, alle molteplici altre solitudini invisibili che lo circondano.<br><br>
Così, durante la melanconica canzone della ristoratrice intonata, che narra delle tappe della vita, riesce a dare forma a quel desiderio recondito di voler fermare per sempre l’attimo fuggente del suo treno in corsa. I filmati in bianco e nero dei sogni notturni registrano ombre criptate che, in qualche modo, corrispondono alle foto che ogni giorno ritualmente scatta con la sua Olimpus a uovo – la reflex del suo tempo – e dai cui rullini settimanalmente sviluppati trae una selezione, così da raccogliere immagini che possano somigliare ai fotogrammi notturni elaborati dalla sua mente.<br><br>
Le fotografie sono custodite in scatole e ordinate con cura per annate. Un po’ come a voler collezionare sintesi di giornate radiografate, per essere catalogate fra quelle passabili come perfette o, quantomeno, più prossime ai suoi racconti onirici che, nelle sequenze proposte, registrano continue sovrapposizioni di ombre, sempre nuove. Quelle fotografie/giornate catalogabili come riuscite corrispondono al titolo del film “Perfect days”. Uno splendido breviario di immagini e di sentimenti. Un sillabo di umanità.<br><br>
Alcuni registi hanno la capacità di saper trasmettere messaggi indirizzati più che a un pubblico osservatore alle loro anime. Dopo aver visto, nel lontano 1991, il film “Rapsodia d’agosto” di Akira Kurosawa, interpretato da un magistrale Richard Gere, mi pare di ritrovare nel cinema di Wenders e nella storia di Kôji Yakusho gli stessi valori universali, le intense sensazioni, le poesie fatte d’immagini, le musiche senza stagioni. Sono i bagliori puri che inebriano la mente, genialità di artista che parla con la gente. Sono gli eterni codici privi di ogni barriera che, con battute semplici, illuminano la scena. E dentro di te destano sentimenti cheti: mille violenze inutili, molte miserie umane, gli inverni malinconici, le primavere strane. E in qualunque campo spuntano sempre dei fiori: la forza della vita c’è sempre in tutti i cuori. Le pagini sublimi di questo bel racconto trapassano steccati, colorano lo sfondo di un universo umano tanto diverso e vero che vede come in una epifania molti ideali brillare nel suo cielo.<br><br>
In conclusione, l’ambientazione in Giappone appare come una deliberata volontà di Wim Wenders di sviluppare un racconto quasi in bianco e nero e in un ambiente asettico, costituito da una metropoli affollata da abitanti quasi invisibili o nascosti. Evita anche possibili distrazioni di colori, che sarebbero potuti risultare inutili rispetto alle tante concettualizzazioni espresse.<br><br>
Concetti e simbologie che, nel film, dopo un lento inizio, prendono l’abbrivio e si susseguono quasi accavallandosi nella parte finale. Sviluppandosi con una velocità sempre più crescente che trascina lo spettatore in un vortice che lascia senza fiato."
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-23221090015138968392024-03-06T15:04:00.003+01:002024-03-06T15:10:53.815+01:00Photoghaphies - Viaggi ..... <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3CiAZq9-ZjMQm7uVA6vAiYqzuf0_045l-tN46FsN6D2w7m19e1ZNS46TafJvyVlFJ92KdAP2XwrkTgK_yJKN3pnZuxvW_THk2jBk7BTyWFnAXx8ih7XgpHEnfHNXWvzBxPEgHPUX6dl60qU12xOWsmFROQB28kWeTFjqxIheiJCaKIGoi4AQVpT4-P8o/s1052/Screenshot%202024-03-06%20at%2015-05-17%20PHOTOGRAPHIES%20-%20Viaggi...%20di%20Gregorio%20Bertolini%20Salvatore%20Francesco%20Clemente%20Cartaceo.png" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="1052" data-original-width="728" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3CiAZq9-ZjMQm7uVA6vAiYqzuf0_045l-tN46FsN6D2w7m19e1ZNS46TafJvyVlFJ92KdAP2XwrkTgK_yJKN3pnZuxvW_THk2jBk7BTyWFnAXx8ih7XgpHEnfHNXWvzBxPEgHPUX6dl60qU12xOWsmFROQB28kWeTFjqxIheiJCaKIGoi4AQVpT4-P8o/s400/Screenshot%202024-03-06%20at%2015-05-17%20PHOTOGRAPHIES%20-%20Viaggi...%20di%20Gregorio%20Bertolini%20Salvatore%20Francesco%20Clemente%20Cartaceo.png"/></a></div>
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Appena pubblicato con l'amico Gregorio Bertolini il libretto che ha acompagnato la mostra fotografica all'ARVIS di giugno 2023: <a href="https://store.youcanprint.it/photographies-viaggi/b/3c75eb7f-47b8-521d-9d74-52fe038524c1" target="_blank">https://store.youcanprint.it/photographies-viaggi/b/3c75eb7f-47b8-521d-9d74-52fe038524c1</a> - Entrambi i lavori raccolti nel libretto sono stati esposti presso la Galleria FIAF dell'ARVIS (Associazione per le arti visive in Sicilia) di Palermo, si avvalgono di due presentazioni redatte dai critici fotografici Daniela Sidari e Giancarlo Torresani, pure riportate nel volume. - Slide show su You Tube: <a href="https://youtu.be/TvRDHDGqNEE?si=xp5Df1PD4GshQ3YP" target="_blank">https://youtu.be/TvRDHDGqNEE?si=xp5Df1PD4GshQ3YP</a>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-14337559304793348522024-03-06T08:09:00.005+01:002024-03-06T08:21:38.392+01:00“Povere Creature”- Leone d’Oro come miglior film all’80^ Mostra del cinema di Venezia<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU7b11nmZg3r1VWWcPTs56XuK-1k3kT0-KGOu2T9HRSYH-3stBjKyYNvxRWnaoh57wFS3ORfvVZd8ferNXVlIGwMR2If3dDYcxv3Soz1P69AeMiGygbag5sMYYO_Hc-kvRHFXqA9WyPvHttmOQG5BrCg5kK1imoed4yi5gQdRgkySVqHJus5zr3jU4gPw/s2962/Povere-Creature-poster-11-2-2023.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="2962" data-original-width="2000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU7b11nmZg3r1VWWcPTs56XuK-1k3kT0-KGOu2T9HRSYH-3stBjKyYNvxRWnaoh57wFS3ORfvVZd8ferNXVlIGwMR2If3dDYcxv3Soz1P69AeMiGygbag5sMYYO_Hc-kvRHFXqA9WyPvHttmOQG5BrCg5kK1imoed4yi5gQdRgkySVqHJus5zr3jU4gPw/s400/Povere-Creature-poster-11-2-2023.jpg"/></a></div>
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L’originalità delle scene e ogni aspetto fiabesco senza tempo alleggeriscono e tendono a distrarre dai tantissimi temi messi in campo da Yorgos Lanthimos attraverso una sapiente, lucida e geniale regia.<br><br>
Il film ricostruisce in video i complessi caleidoscopi possibili rappresentabili in ogni modello di convivenza sociale e condizionati dalla natura umana. Ne esalta le eclatanti ipocrisie e l’incidenza dei condizionamenti ideologici presenti in ogni formula aggregativa evidenziandone i paradossi, presentati in chiave a tratti burlesca e tragicomica.<br><br>
Intanto mette in risalto il concetto di generosità di un Frankenstein buono e dall’infanzia infelice, per un padre che definire severo sarebbe poco; sottolineando come la bellezza dell’animo non ha nulla a che vedere con gli aspetti estetici insiti in ognuno. Godwin Baxer peraltro viene posto su un livello superiore a quello di solo scienziato. Filantropo è impegnato a divulgare con l'esercizio universitario le sue teorie improntate a una ricerca che non si pone limiti, disallineata da ogni dogma e vincolo etico-religioso.<br><br>
Il cervello del bambino destinato a morire è la chiave centrale su cui ruota l’intero film. Il buffo procedere a scatti nell’andatura della protagonista appare quasi un voler far visivamente risaltare la meccanica inerente alla catalogazione di ogni sua specifica esperienza evolutiva (assemblaggio dei vari step, intesi questi come passi elementari di un programma).<br><br>
Il suicidio della protagonista in cinta, solo nel finale mette in evidenza di come questo avesse costituito l’estremo gesto di ribellione verso uno sposo maschilista e possessivo, propenso e, con ogni probabilità, inesorabilmente proiettato verso un femminicidio. Il generale viene mostrato pure caricaturalmente sempre armato di pistola, per assicurarsi il rispetto, con tante paranoie riguardo ai domestici e legate a una malvagità sua intrinseca, ampiamente e crudelmente praticata – come dallo stesso affermato - e spesso per rivalsa pure in campo di battaglia. Volendo, venendo a simboleggiare con tale personaggio, politicamente, il consenso che usano imporre i despoti nelle dittature.<br><br>
Lo sviluppo cerebrale eccezionale di Bella dipende dal progetto illuminato di Godwin Baxer che va ad operare affinché lei possa pienamente disporre del “libero arbitrio”. Il cervello del nascituro, inserito in un corpo adulto e maturo", riesce a progredire con una velocità cognitiva sorprendente che evidenzia una sete infantile verso una continua crescita culturale che via via mette a nudo una serie di questioni etiche ed esistenziali.<br><br>
Le contraddizioni sociali esplodono in paradossi che mescolano le differenze di stato e per le disponibilità economiche che determinano e condizionano il vissuto di ogni essere umano. Esemplificativo, al riguardo, appare la disinvoltura con la quale Ducan, avvocato senza scrupoli, rapisce Bella allo scopo di perseverare nella ricerca volta al godimento personale. Ricercando anche nella lussuria oltre che nel gioco d’azzardo la felicità assoluta, rimane lui stesso vittima perché catturato dalla emancipazione che sempre più va a maturarsi nella bellissima amante. La giovane donna già deceduta e riportata a una seconda vita dallo scienziato, scappa per rispondere all’irrefrenabile desiderio di dare delle risposte alle sue continue domande. Con l’avallo del suo “dad virtuale” si avvia quindi a vivere esperienze con il losco avvocato - e sempre nuove avventure - in diversi continenti: mantenendosi però nello status prodigo di privilegi sociali più che borghesi che, alla lunga, la portano infine a scoprire l’ingiustizia.<br><br>
Emblematici risultano a questo punto anche i paradossi dei personaggi che ruotano all’interno del bordello che, oltre a varie tipologie di clienti manifestanti le diversità intrinseche alla specifiche nature di appartenenza, mettono in campo i temi della vecchiaia (tenutaria che non vuole arrendersi a rinunce) e connessi alle fedi politiche ingabbianti. Tocchi d’ipocrisia eccelsa – al limite del sublime - si manifestano anche nella scena dell’introduzione barocca al sesso, messa a punto da parte di quel padre che si accompagna ai figli - ovviamente di sesso maschile - nel suo incontro, affinché possano apprendere e annotare ogni dettaglio sui vari aspetti. <br><br>
Analoghi temi sono pure percorsi attraverso i simbolici passeggeri di crociera, esplicitati in una vecchia signora ormai disinibita che ha maturato esperienze e disillusioni (e che portano Bella alla scoperta della lettura). Significativo risulta pure l’andare a gettare nell’oceano i libri che fruttano conoscenze, perché ritenuti non utili a femmine, in quanto ritenute inferiori e destinate a compagnia, al piacere e alla continuazione della specie. Ovvero la figura dell’intellettuale cinico (provocatoriamente proposto attraverso un uomo di colore) che la induce a scoprire l’ampio scenario d’idee proposte dalla filosofia. Così come i due marinai (ritrovatisi casualmente nei ruoli del Gatto e la Volpe della favola di Collodi) che raggirano l’ingenua Bella la quale, confidando in una scontata lealtà, affida loro un tesoro trafugato a Ducan; al nobile scopo e con l'intento di poter così dare sollievo alle moltitudini di diseredati isolati che l’amico cinico le ha prima fatto scoprire: Emarginati e senza speranza allocati in bassifondi (emblematica la scala crollata che teoricamente avrebbe potuto mantenerne un collegamento). Oppure il comportamento pragmatico del capitano della nave che, venuto a conoscenza della sopravvenuta insolvenza di quello ritenuto prima un facoltoso avvocato, rimuove ogni possibile credito e lo sbarca (con la stessa Bella) nel più prossimo porto.<br><br>
Nel vissuto di Bella tutto quanto scorre con una velocità sorprendente, in forza del suo cervello vergine trapiantatole dal bambino sopravvissuto al dramma, che assorbe avidamente come una spugna e che è stato programmato per riuscire a discernere, catalogare ed assemblare principalmente valori positivi.<br><br>
I tanti bizzarri animali che affollano la casa londinese di Godwin costituiscono delle fantastiche parodie, che poi si sublimano al massimo in occasione del trapianto di cervello praticato (dalla neo-scienziata Bella, unitamente a Max ormai destinato a starle accanto) al suo marito generale, per renderlo animale mansueto. <br><br>
Altre questioni, anche solo accennate o sotto traccia, si profilano nel film. Una fra tutte è: quanto può risultare etico salvare per trapiantare un cervello sacrificando uno sviluppo naturale di un nascituro? <br>
Si delineano qui anche le tante questioni e problematiche attinenti all’aborto o, riducendo il raggio d’argomento, alle contrattazioni di organi clandestine di frequente spacciate come donazioni; per lo più rese da disperati diseredati, rassegnati abitanti dei tanti bassifondi del mondo, relegati ai margini e disposti a tutto pur di sopravvivere.<br><br>
In merito al rapporto uomo donna, i quattro personaggi maschili delineano diverse tipologie di rapporto: affettivo quello di Godwin è delicato e rispettoso, quello di Alex generoso e di larghe vedute (specie riguardo alla gestione del corpo); invece possessivo e diversamente violento è quello degli altri due (dell’avvocato votato a perpetuare senza scrupoli qualunque pratica egoistica che gli procuri il piacere; dell’ex marito padre e amante, esclusivo e padrone, fino al punto da segregare e mantenere nel terrore quella sua ex sposa che evidentemente trattava come proprietà in quanto donna).<br>
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Massimo esempio di vendetta crudelissima è infine rappresentata nella scena che conclude il film, nella quale, pur rifacendosi al dramma di Edipo Re di Sofocle (perché, ricordiamolo, nel film è del neonato il cervello alloggiato nella testa di Bella Baxer), il regista supera l’atto cruento dell’arrecare morte, con un generale reso animale belante e condannato a brucare per il resto della sua vita.
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Tante le metafore e le allusioni che si intrecciano nella trama e che ciascuno spettatore potrà leggere e eventualmente attenzionare secondo le proprie diottrie o le lucidità connesse alle quote di onestà intellettuale personali.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
P.S. - Un cartello avvisa che il film e' vietato ai minori dei 14 anni. Per i contenuti (fatta forse esclusione delle palesi scene erotiche, accessibili comunque agli adolescenti tramite web) potrebbe essere un film adatto a portare chiarimenti sulle differenze di genere e per una qualificata educazione sessuale. <br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-40501430947805695392024-02-29T23:34:00.008+01:002024-03-06T08:18:04.609+01:00“Aforismi sulla saggezza della vita” di Arthur Schopenhauer<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyw8sILRWOaPUeFsccCVnYuwtJmXrEmZ9xFB99ikP3kZnrWkSiIGVQ1lUaNyC-HwSmafDXqQtIQJj5T0TmJd2YlgAWnxfQxAmkyA8kDa0GITkyuZx0YZOyTrZzlhmKXmI6aOVB6C56mxa8GhdVXuKiKv9cKNpgaL6by3bU7WMYxAGqNIELTQDwrL2cWck/s1200/2024_02_22_Palermo_Street-001.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="800" data-original-width="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyw8sILRWOaPUeFsccCVnYuwtJmXrEmZ9xFB99ikP3kZnrWkSiIGVQ1lUaNyC-HwSmafDXqQtIQJj5T0TmJd2YlgAWnxfQxAmkyA8kDa0GITkyuZx0YZOyTrZzlhmKXmI6aOVB6C56mxa8GhdVXuKiKv9cKNpgaL6by3bU7WMYxAGqNIELTQDwrL2cWck/s400/2024_02_22_Palermo_Street-001.jpg"/></a></div>
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"Checchè ne sia, la giovinezza è il momento dell’agitazione, l’età matura quello del riposo: ciò basta per giudicare dei loro rispettivi piaceri. Il bambino tende avidamente le mani nello spazio dietro quegli oggetti, così screziati e così vari, che si vede davanti gli occhi; tutto questo lo eccita perocchè il suo sensorio è ancora tanto fresco e tanto nuovo. Lo stesso avviene, ma con maggior energia, per il giovane. Il mondo dai colori smaglianti, e dalle figure moltiformi lo eccita del pari, ed anzi egli ben presto nella sua immaginazione vi annette più valore che esso non abbia. Per questo la gioventù è piena di esigenze e di aspirazioni a cose vaghe, ciocchè le toglie quel riposo senza di cui non v’ha felicità. Coll’età tutto si calma, sia perché il sangue si è raffreddato e perché l’eccitabilità del sensorio è diminuita, sia perché l’esperienza, illuminandoci sul valore delle cose e sull’essenza dei piaceri, ci ha francati a poco a poco dalle illusioni, dalle chimere e dai pregiudizi che velavano o deformavano fino allora l’aspetto libero e netto delle cose, che ormai sono conosciute tutte più giustamente e più chiaramente; a quell’ora noi le prendiamo per quello che sono, ed acquistiamo in maggior o minor grado, la convinzione della nullità d’ogni cosa sulla terra. Da ciò quasi tutti i vecchi, anche coloro d’un’intelligenza assai volgare, ricevono una certa tinta di saggezza che li distingue dalle persone più giovani. Ma tutto questo produce principalmente la calma intellettuale che è l’elemento importante, direi anzi la condizione e l’essenza della felicità. Mentre l’uomo giovane crede di poter conquistare in questo mondo immense meraviglie se solamente sapesse ove trovarle, il vecchio è penetrato dalla massima dell’Ecclesiaste: «Tutto è vanità», e sa bene che le noci sono vuote quantunque dorate.”<br><br>
Se si vuole, l'ampio testo, tratto da “Aforismi sulla saggezza della vita” di Arthur Schopenhauer, si può ben adattare al trittico fotografico che viene proposto, realizzato mettendo in sequenza il risultato di tre scatti effettuati a Piazza Garraffello.<br>
Situata nel cuore del centro storico cittadino, la piazza in questione è parte integrante della più famosa “Vucciria”, in passato il più fiorente mercato di prodotti alimentari palermitano.<br>
Da qualche tempo molti artisti, anche internazionali, hanno provato a riabilitare culturalmente il luogo ormai fortemente degradato, attraverso varie iniziative, creando delle installazioni e, in ultimo, anche opere di vari generi di street art.<br>
Igor Scalisi Palminteri, uno degli artisti più impegnati nel settore, ha un bel giorno pensato bene di raffigurarvi la morte, con una icona che ben concettualizza lo stato comatoso del quartiere. Un’opera che, forse per paura, dopo breve tempo è stata sfregiata da ignoti nel viso, ma che ancora resiste. Forse a voler simboleggiare l’assolutezza indiscutibile della quotidiana presenza.<br>
Passando per la piazza mi soffermo sempre davanti all’opera. Questa volta con la coda dell'occhio avevo individuato un ragazzino che a cavallo della sua bici si accingeva a passare …… ho subito abbassato i tempi nella macchinetta che avevo in mano, per tentare di riprendere nello scatto contemporaneamente il disegno nitido dell'icona e il movimento, quasi fuggente, del giovane al passaggio. <br>
Dopo qualche minuto, sostando sempre sul posto ho inquadrato un soggetto adulto che pure pure lui si era soffermato a contemplare l’icona. <br>
Unendo le due immagini con isolata la foto dell'opera di Scalisi, ovvero senza presenze umane, veniva fuori per immagini l'essenza della celeberrima frase di Lorenzo Il Magnifico - che sempre ritorna in mente - rafforzando visivamente il suo messaggio esistenziale. Nell'occasione modificato in: "Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia. Chi vuol esser lieto sia del doman" ..... c'è la certezza.<br>
Ecco, così s'era venuto a confezionare, come dice spesso il mio caro amico, un ennesimo pensiero del tipo “Baci Perugina”; da leggere magari assaporando contestualmente la dolcezza della cioccolata che è riservata ad ognuno durante la porzione di tempo assegnato.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-53771434328937926812024-02-20T18:18:00.004+01:002024-02-22T10:14:08.544+01:00Dissertazioni su “Luigi Ghirri” di Lorenzo Noto<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTsLIOTaS9prOlMU4K_cOzJaBi5iOhDryig0DIWSKuQuKE89Bm_SCU-cXVLTlUOdIdtBrj4YrqGfrEoF2WBWl7LnZ17UXYRt7tfc_3peJIyJ4FE6Tw2aB0VPD0nR90TKhpT-tVUPDloFKT5aIK3XuMVrrvTJnfhbfZ3U2Eew37QkIXFdFiq63Vm4e-n8c/s1240/WhatsApp%20Image%202024-02-17%20at%2013.27.43.jpeg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="1240" data-original-width="1240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTsLIOTaS9prOlMU4K_cOzJaBi5iOhDryig0DIWSKuQuKE89Bm_SCU-cXVLTlUOdIdtBrj4YrqGfrEoF2WBWl7LnZ17UXYRt7tfc_3peJIyJ4FE6Tw2aB0VPD0nR90TKhpT-tVUPDloFKT5aIK3XuMVrrvTJnfhbfZ3U2Eew37QkIXFdFiq63Vm4e-n8c/s400/WhatsApp%20Image%202024-02-17%20at%2013.27.43.jpeg"/></a></div>
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Una delle cose più belle fra due persone è il confronto, la conoscenza, la confessione delle proprie incertezze e la scoperta di avere una visione che accomuna.<br>
Nel novembre 2018 a Pizzolungo fu dedicata una serata a Luigi Ghirri. Ho riguardato il materiale che avevo raccolto per quell’evento – quelle ricerche che mettono insieme una serie di informazioni per conoscere meglio qualcosa, un autore, un fenomeno - e cerco di evidenziare qualche particolare che ci potrà aiutare a leggere le sue fotografie.<br>
Io non sono un critico ma ho sempre molto apprezzato la formazione, quella disciplina che cerca di collocare adeguatamente una serie di informazioni e cerca di far sviluppare - in chi le riceve - uno spirito critico, la capacità di osservare, discernere e comprendere …<br>
Ghirri sosteneva che dobbiamo porci nei confronti del mondo esterno in maniera elastica, non rigida e sosteneva che la fotografia rappresenta una via di mezzo fra la staticità della pittura ed il movimento che è proprio del cinema.<br>
“La fotografia è essenzialmente un dispositivo di selezione e attenzione del vostro campo di attenzione … semplicemente si tratta di attivare un processo mentale, di attivare lo sguardo e cominciare a scoprire nella realtà cose che prima non si vedevano, anche dando agli oggetti, agli elementi della realtà un altro significato. Attivare un campo di attenzione diverso”.<br>
Gli spazi che descrive Luigi Ghirri, hanno forme e colori differenti, e tuttavia sembrano uguali in tutti i luoghi. <br>
Sono spazi vuoti, entro i quali vive la possibilità della realtà rappresentativa. Paesaggi sospesi, non realistici, per certi versi metafisici, spesso privi di figure umane, ma dove resta ben visibile il passaggio dell’uomo. <br>
L’uso della sovraesposizione, i colori delicati pastello, il minimalismo narrativo e il linguaggio concettuale sono tratti caratteristici della sua opera. <br>
Un perenne immutabile, che trattiene la tensione e il desiderio che qualcosa accada. <br>
Lontano dalla spettacolarizzazione, la fotografia di Ghirri ricerca l’intimità. Il suo paesaggio è povero, apparentemente asciutto e scarno. Ma l’opera intera dell’artista emiliano suggerisce che, al di là di quello che può accadere, ogni luogo del mondo contiene sempre la possibilità di una nuova prospettiva del guardare. <br>
Un fotografare “lentamente”, il totale contrario della fotografia usa e getta a cui siamo abituati nel web. <br>
Uno sguardo semplice e minimalista, che si arricchisce continuamente di richiami concettuali.<br>
Fotografare in modo diverso (per uno stesso fotografo) non è sinonimo di indecisione, di incertezza, ma è sinonimo di sensibilità, di elasticità, d’intelligenza, di cultura, di predisposizione allo studio, di capacità di conservare visioni diverse, tutto ciò rappresenta lo spessore di una PERSONA.<br>
Proporre una mostra fotografica ispirandosi ad un autore non vuol dire presentare delle fotografie scimmiottando la maniera in cui quell’autore usava scattare e presentare i propri lavori; vuol dire ben altro, vuol dire immergersi nell’opera dell’autore che ci ispira con la adeguata sensibilità e guidati da un credo che è il frutto di una visione. <br>
Senza studio tutto ciò non può concretizzarsi e non basta solo lo studio perché è necessario sentire quello che si realizza e che si propone.<br>
È molto complicato riuscire a spiegare lo stupore (direi la scossa) che può provare - chi conosce l’opera di Luigi Ghirri.<br>
Ghirri usava riprendere di spalle i visitatori delle mostre dando vita ad una spersonalizzazione … ed ogni persona ripresa può essere ognuno di noi.<br>
Curiosità, anche per dare qualche informazione culturale: siamo nel 1974 a Modena, Massimo Mussini (professore di Storia dell’arte moderna) è arrivato per visitare una mostra fotografica che lo delude molto … si avvia verso la stazione per andare via da Modena quando, di passaggio, si accorge che in un albergo c’è una mostra fotografica … incuriosito, aveva ancora del tempo, entra … non c’è nessuno … non c’è l’autore delle foto ... rimane molto colpito dalle foto tanto da parlarne con Arturo Carlo Quintavalle, storico dell’arte ... <br>
Quintavalle ha studiato all'Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore, dove è stato allievo di Carlo Ludovico Ragghianti. I suoi studi e ricerche vanno dai fondamenti dell'arte medievale al Novecento, e mostrano grande interesse per le numerose forme artistiche dell'età contemporanea e soprattutto per la fotografia e il design. <br>
Le fotografie esposte nell’albergo erano di Luigi Ghirri.<br>
Di recente mi sono occupato di FOTOGRAFIA TRANSFIGURATIVA, ho approfondito il mondo del sogno, della transfigurazione, attraverso il lavoro di una nuova corrente fotografica che si chiama, appunto, FOTOGRAFIA TRANSFIGURATIVA. <br>
Ho chiesto all’amica Antonella Messina, fotografa che appartiene alla corrente, chi collocasse - dei grandi Maestri della fotografia - nel mondo fotografico che opera la transfigurazione: la risposta è stata Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte. “FOTOGRAFIA E PSICOLOGIA”<br>
Può, anche, accadere di osservare qualcosa, scoprire qualcosa, e non capirci troppo ma se ciò che abbiamo visto ha catturato la nostra attenzione è possibile fare degli ottimi approfondimenti; approfondimenti che diventeranno affascinanti, perché diventa affascinante ciò che ci intriga e sarà come riuscire a colmare quel vuoto che avevamo (e che non sapevamo nemmeno di avere perché ignoravamo del tutto il tema).<br>
Per quanto ho fin qui detto, tornerà estremamente utile studiare Luigi Ghirri o, più comodamente e più velocemente, guardare il film L’infinito di Luigi Ghirri o scoprire i libri che ha realizzato.
La provincia è un luogo per antonomasia, dove si incontrano odio e amore, il tutto il nulla, la noia e l’eccitazione.<br>
La mia opera non è limitata ad una dimensione provinciale ma è un adeguato punto di partenza poiché il vero simbolo della provincia è essere incapace di narrare la propria storia “RICERCA INCONSAPEVOLE DI RADICI E DI MEMORIA”.<br>
Luigi Ghirri amava i mezzi colori, non amava il colore prepotente, quello acceso, quello che deve abbagliare, amava le mezze tinte.<br>
Sapete quali erano i “libri” che amava Ghirri (se così possiamo definirli): <a href="https://www.raiplay.it/video/2023/04/Art-Night-Puntata-21---Infinito-Luniverso-di-Luigi-Ghirri-3bbd3103-01ae-43b9-8e06-f21f52d6c08c.html" target="_blank">l’album di famiglia e l’atlante geografico</a>, che rappresentano l’interno e l’esterno, le due categorie del mondo, i luoghi e la storia del mondo, un libro per restare, un libro per andare.<br>
Un aspetto che mi sembra molto importante, che raccoglie il senso dell’opera di Ghirri, è che quando spiegava qualcosa era come se non si scoprisse nulla di nuovo, perché Ghirri concentrava la sua attenzione su cose già conosciute ma era come restituire dignità alle cose.<br>
I “DOLCI LUOGHI” diceva Ghirri. Luoghi che si capiscono meglio ripensando a come ci sentiamo da bambini perché, diceva, rimane intatto il senso di una appartenenza.<br>
Credo che non sia un caso che Ghirri sia cresciuto in campagna, formando la sua personalità in un ambiente semplice, quella semplicità che accentua l’attenzione, che amplifica quella sensibilità che, certamente, già possiedi di tuo.<br>
Chi osserva, per la prima volta, le fotografie di Ghirri rischia di rimanere smarrito, intanto per la diversità dell’impronta dell’immagine, poi per i colori tenui, poi per buona parte dei contenuti che possiedono una semplicità che appare grandiosa, importante.<br>
Facciamo ora una riflessione: quante immagini potevano essere viste dall’uomo nelle epoche passate e quante immagini scorrono davanti ai nostri occhi oggi?<br>
Dovremmo forse rallentare, dobbiamo tornare a riprenderci il gusto di assaporare le buone immagini in cui ci imbattiamo. La celebrazione dei luoghi, la restituzione di quella dignità tanto importante delle cose e delle persone, la visione amorevole del mondo che ci circonda, con la semplicità che custodisce un bambino quando osserva le cose.<br>
Sarebbe molto bello tornare a riunirci dopo che tutti avremo osservato le fotografie di una mostra; per cogliere le impressioni, riuscendo a condividere le sensazioni e le emozioni che avremo provato.
E, poi, c’è la casualità, quella casualità che ci porta a scattare una foto che “ricorda” uno scatto d’autore ed è un caso che io abbia ritrovato in uno scatto di Martin Parr (delle mani protese che riprendono la Gioconda con gli smartphone).<br>
Ammirare le fotografie di Luigi Ghirri vuol dire entrare in una dimensione particolare, una dimensione soave, e auguro a tutti di riuscire ad entrare in questa dimensione particolare ammirando ogni singola fotografia esposta in una mostra che andremo a visitare.br><br>
Trapani 17 febbraio 2024, <br><br><br><b>© Lorenzo Noto </b><br><br>
(Testo tratto dalla presentazione alla mostra di Tonino Corso, intitolata “Scoprendo Ghirri”, esposta dal 17 febbraio al 17 aprile 2024 al “Museo San Rocco” di Trapani).<br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-45489320010445413722024-02-07T11:50:00.008+01:002024-03-06T08:17:39.116+01:00Una serie infinita di Urli di MunchIn quarta di copertina di “<a href="https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2021/04/fotogazzeggiando.html" target="_blank">Fotogazzeggiando</a>” riportavo quanto pure scritto in premessa, ovvero che “Capita talvolta di sentire il bisogno di scrivere. Ma non tanto per impegnarsi a svolgere un particolare compito ‘intellettualoide’, bensì per rispondere a un’esigenza propria di voler raccontare o semplicemente per rispondere così alla necessità di riordinare idee su certi argomenti …. nella fotografia, che è anch’esso un fenomeno sociale sempre più praticato, oggi di moda e su cui emergono nugoli di ‘esperti’, accade la stessa cosa.”<br>
Quindi, la scrittura in genere, come noto, spesso costituisce una necessità. Quasi una forma terapeutica, un modo di comunicare che assicura equilibrio, seppur attraverso un dialogo sostanzialmente univoco. <br>
Durante il parto letterario, infatti, non occorre che ci siano dei soggetti disposti a leggere ciò che si sta scrivendo, l’importante è coltivare l’illusione che esista il lettore idealizzato con cui ci s’intende rapportare. Chi scrive è certo un autore, ma al contempo, con il suo messaggio, immagina già il destinatario cui si rivolge. Ed è questo il motivo per cui si arzigogola nella ricerca di parole, immaginandosi contemporaneamente anche attento e severo lettore nei momenti stessi in cui va scrivendo.<br>
La scrittura, quindi, determina in ogni autore un travaglio intellettuale assai complesso.<br>
In un brillante articolo di questi giorni <a href="https://www.economiaefinanzaverde.it/2024/01/23/dallallegro-al-tragico-stupidita-e-assurdita-che-ci-hanno-resi-straordinariamente-normali/" target="_blank">Elena Tempestini</a> riprende un capitolo del saggio di Carlo M Cipolla che in maniera molto ironica argomenta su “Leggi della stupidità umana”, come strumento di sintesi utile a classificare ogni rappresentante della società e, a tale scopo, torna a proporre il seguente schema ideato dal Cipolla.<br><br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdBJqrFCENtI-tw19QYFOAnBMNOHvqVCeA5A3jvfTYuLtHAK04qWtYgPBboUKxcYzxemDuQa8cz_NHhzOW4Jy5-9iEQg_Rxt4WYqHgWRLS5t94Ro0fP-V46wLMA__TLbYs3VrIEQwJpfO91ZZIs8hDCksV6rSc9CfHTWvOm55niwcyETh8M5-U_oflsmY/s625/Schema%20sulla%20stupidita%CC%80%20di%20CIPOLLA.png" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="533" data-original-width="625" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdBJqrFCENtI-tw19QYFOAnBMNOHvqVCeA5A3jvfTYuLtHAK04qWtYgPBboUKxcYzxemDuQa8cz_NHhzOW4Jy5-9iEQg_Rxt4WYqHgWRLS5t94Ro0fP-V46wLMA__TLbYs3VrIEQwJpfO91ZZIs8hDCksV6rSc9CfHTWvOm55niwcyETh8M5-U_oflsmY/s400/Schema%20sulla%20stupidita%CC%80%20di%20CIPOLLA.png"/></a></div>
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In relazione alle caratteristiche, quindi, ciascuno potrà trovare/immaginare a piacimento il quadrante corrispondente alle combinazioni (potenzialità/caratteristiche da associare ai fatti/risultati) più consone a ogni individuo, per stabilire in quale dei quattro profili potrebbe collocarsi.<br>
Certamente più che basarsi su delle regole scientifiche, l’operazione sostanzialmente rappresenta un diverissement realistico, quasi ironico, per far divertire, ma fino a un certo punto in relazione ai giudizi finali cui fa propendere. Tale procedura potrebbe tranquillamente applicarsi anche a quel che succede nell'ambito della fotografia.<br>
In ogni caso, lo schema ideato torna utile per cercare di razionalizzare scelte, a prescindere da influssi o condizionamenti esterni. Del resto, è anche una regola risaputa l’incidenza imponderabile del caso in ogni possibile accadimento.<br>
Come osservato, lo stesso procedimento potrebbe essere applicato, oltre che nel campo lavorativo o nella politica o qualunque attività letteraria esercitata dall’individuo o altro ancora, anche nel campo fotografico e in tutti i suoi derivati. Tenendo conto che da sempre cultura e forme di comunicazione si evolvono in funzione delle opportunità delle tecnologie disponibili; così come civiltà spesso assai diverse, succedutesi nel tempo, hanno intanto avvicinato progressivamente - e via via - sempre più i confini, facilitando contaminazioni e scambi.<br>
Ci sono modi differenti di approcciare la fotografia e, come in letteratura dove le parole sono strumenti funzionali per poter raccontare, descrivere, analizzare, formulare, teorizzare, anche le fotografie possono essere utilizzate con metodi applicativi diversi in relazione agli scopi.<br>
Al riguardo, può ritenersi assodato il fatto che in ciascun individuo possa risiedere latente un “Urlo di Munch”, che in qualche modo vorrebbe mettere in campo proprie patologie recondite e, in questo, la fotografia può spesso costituire lo strumentario giusto. Ovvero, la tela e i colori necessari per esternare visioni intime, impressioni, tare, fantasmi, desideri, aspirazioni, attese; con la stessa efficacia ben rappresentata dal pittore norvegese.<br>
Per un attimo, quindi, chiudendo magari gli occhi, potremmo facilmente immaginare come molte delle produzioni fotografiche proposte potrebbero rappresentare una serie infinita di urli di Munch. Il portfolio fotografico, in particolare, sublima spesso questa che potrebbe non rimanere solo una impressione. <br>
Aprendo gli occhi si tratterebbe, quindi, di rimuovere l'eventuale nebbia, per osservare con attenzione e procedere all’analisi, per poi decriptare i messaggi che si celano dietro l’urlo di ciascuno.<br>
Se si riflette bene, però, non sempre l’arte, in qualunque sua forma, si propone per ambire al successo; molte volte vuol solo costituire uno sfiatatoio esistenziale, utile a ridurre pressione o depressione, per rimuovere frustrazioni e alimentare agognate gioie (utile leggere al riguardo: "<a href="https://www.milanopsicologo.it/come-liberarsi-del-bisogno-di-approvazione/" target="_blank">Come liberarsi del bisogno di approvazione</a>"). Nel caso, ciascuno sarà opportunamente libero di scegliersi il percorso terapeutico che riterrà più idoneo, utile o migliore.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-53400426698692218662024-02-07T11:49:00.006+01:002024-03-06T08:17:29.766+01:00“Incontro con fotografi illustri” di Ferdinando Scianna<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg65NxJoHR3B4KG0Q5aPxNYi1LnFbL_JToTIgZAFT-LDCfJkXCO5-RhBLKDULtOI9rJelbhXmvBIbjvH8rxKIccbYlWrz09fMGo-ew3O8DC-gd9Z81kjx25SiVj7rOROUX9a0oahStTN2j84xtynN5u3lyo47w0xQ1dCzr-EZryLHpeQcOJX7QZ741Zug4/s636/Libro%20Scianna%20-%20UTET.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="636" data-original-width="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg65NxJoHR3B4KG0Q5aPxNYi1LnFbL_JToTIgZAFT-LDCfJkXCO5-RhBLKDULtOI9rJelbhXmvBIbjvH8rxKIccbYlWrz09fMGo-ew3O8DC-gd9Z81kjx25SiVj7rOROUX9a0oahStTN2j84xtynN5u3lyo47w0xQ1dCzr-EZryLHpeQcOJX7QZ741Zug4/s400/Libro%20Scianna%20-%20UTET.jpg"/></a></div>
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In "Obiettivo ambiguo" erano già stati passati in rassegna alcuni dei fotografi ora riproposti in “Incontro con fotografi illustri”.<br>
La nuova operazione potrebbe forse differenziarsi, quindi, oltre che per l'apporto d’immagini spesso inedite "made Scianna", anche per la brevità dei testi che si potrebbero quasi intendere come delle vere e proprie didascalie a supporto delle fotografie scelte. <br>
In più, le considerazioni nei confronti dei fotografi passati in rassegna che vengono espresse in quest'ultinmo libro edito dalla UTET, appaiono quasi lapidarie.<br>
Per le particolarità evidenziate l'impressione, quindi, potrebbe essere quella che l'intero progetto voglia venire a costituire un vero e proprio ulteriore tributo alla saggistica fotografica, suffragato dalla revisione realizzata da un Ferdinando Scianna d'età matura.<br>
In questa chiave, “Incontri con i fotografi illustri” apparirebbe pertanto come un voler tornare riprendere a distanza di tempo uno stesso libro e accorgersi che, grazie ai mutamenti intervenuti, per conoscenze e altro, si vengano ora a focalizzare aspetti e sfumature non notate prima.<br>
Circa l’accostamento delle immagini al testo, la metodologia appare quasi parallela. <br>
Entrambe le due componenti fotografano e talvolta stigmatizzano, infatti, un'unica modalità, nel descrivere visivamente e testualmente: attraverso scatti immediati e scritti sintetici.<br>
In ogni caso, nel saggio, che scorre velocemente, si riescono a cogliere aspetti che ancor oggi accadono e che riguardano le contaminazioni. Là dove, ad esempio e specie nei social oggi, basta esporre un qualcosa d'innovativo o di diverso per innescare tante emulazioni. <br>
Anzi, si legge quasi il messaggio che auspica la possibilità di imitare - nel seguire un percorso tracciato - perchè costituisce spesso un processo indispensabile per chi voglia accingersi a proporre interpretazioni differenti, che magari valorizzino e approfondiscano tanti altri aspetti rispetto a qualunque nuova proposta. <br>
Tutto quanto del resto è un fenomeno insito e caratteristico che investe l’intero mondo dell'arte e non solo; è un po’ il sale che da sempre pregna e porta a sviluppare nuove idee, prendendo spunto e partendo da qualcosa che è già stato realizzato dagli altri.<br>
In questo suo ultimo libro, ad ogni sua foto scattata a fotografi, che ha personalmente conosciuto durante l’arco della sua lunga carriera, Ferdinando Scianna associa un testo che non è mai ridondante. <br>
L'unica pagina, apparentemente disallineata e che risulta quasi incoerente, che non mostra cioè una fotografia da album dei ricordi in parallelo a un testo, riguarda Enzo Sellerio. <br>
Appare quasi evidente come Ferdinando Scianna covasse da tempo il bisogno di tornare a parlare di lui e, indipendentemente dal non poter disporre di una sua foto, abbia voluto forzatamente inserirlo in questo "Pantheon" di fotografi illustri. <br>
Il capitolo Sellerio è anche uno dei passi del volume dove il testo è più lungo rispetto a quanto scritto per gli altri fotografi. Forse lo fa per rispondere a una necessità intima e, approfittando del libro, venire a spendere parole positive a corollario dei ricordi; quasi a voler definitivamente rappacificarsi con quello che riconosce come il suo "padre" fotografo. <br><br>
"Poi, al funerale, riuscii a ricordare mio padre debole e buono come l’avevo sempre conosciuto dopo la mia infanzia e mi convinsi che quello schiaffo che m’era stato inflitto da lui moribondo, non era stato da lui voluto. Divenni buono, buono e il ricordo di mio padre s’accompagnò a me, divenendo sempre più dolce. Fu come un sogno delizioso: eravamo oramai perfettamente d’accordo, io divenuto il più debole e lui il più forte." <br><br>
Il periodo che è citato fra virgolette è uno stralcio tratto dal romanzo di Italo Svevo "La coscienza di Zeno".<br>
Potrebbe pertanto risultare lecito essere portati a pensare che Ferdinando Scianna abbia intenso approfittare di questo suo ultimo saggio per manifestare in pubblico il suo intendimento conciliatorio, seppur tardivo, e di palesare la sua eterna riconoscenza verso quell’Enzo Sellerio, da lui elegantemente definito come un "Acculturato Flaneur", ma riconosciuto quale suo indiscusso maestro. A colui che indica - unitamente a Sciascia - come un prezioso pigmalione nell'averlo aiutato a realizzare quel desiderio giovanile di voler diventare fotografo.<br>
Per concludere, al di là di ogni qualsivoglia giudizio scritto dai critici, ritengo che il volume “Incontro con fotografi illustri” costituisca un'operazione assai meritoria. Quasi una allegra passerella di personaggi che fornisce anche occasione all’autore per riformulare e, in qualche caso, rivedere considerazioni e giudizi su fotografi che erano stati già oggetto in suoi precedenti scritti.<br>
In ogni caso rappresenta una felice occasione per sfogliare un album fotografico intriso di ricordi e, al contempo, allineare e raccogliere dei testi - densi ma significativi - che raccontano di tanti testimoni che hanno saputo ben rappresentare visivamente aspetti d'epoche differenti.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-78240114832380891372024-01-19T18:50:00.007+01:002024-03-06T08:17:15.117+01:00Dagherrotipo, una bella invenzione utile per narrare tante storie.Ritrovarsi in un contesto democratico, per chi ha l’opportunità di viverci è come respirare l’aria. Un qualcosa cioè di automatico che si basa su condizioni fisiche e composizioni chimiche che, in quanto esseri viventi, consentono l’esistenza e che consideriamo scontate.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCWsM9i44RveroUZV-1fZl0H31_KPDrFlA6IHxgBkCOGnNjttOkTFaTtog3OSnPOoyaCUu0q6G7kqTa0kvQ12eRthoVhGM4w6_NT1maT9PaVQsu9wsEsWpLJo6nG0D3ez8rQoelEA3bco_LKRC3tU90zX80ezCpoI_ZPM58aL8ONG2-nGL4w6a9teadps/s800/S0246030.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCWsM9i44RveroUZV-1fZl0H31_KPDrFlA6IHxgBkCOGnNjttOkTFaTtog3OSnPOoyaCUu0q6G7kqTa0kvQ12eRthoVhGM4w6_NT1maT9PaVQsu9wsEsWpLJo6nG0D3ez8rQoelEA3bco_LKRC3tU90zX80ezCpoI_ZPM58aL8ONG2-nGL4w6a9teadps/s400/S0246030.jpg"/></a></div>
Coltivare l’hobby per la fotografia in democrazia aiuta ad osservare e a rendere maggiormente partecipi su quanto accade intorno.
Chi è nato e si muove in un dato contesto tende ad assimilare da subito però - e in modo naturale - luoghi e costumi del proprio habitat. <br>
Il quotidiano rende quasi indifferenti a quello che ci circonda e passivi rispetto a quanto ordinariamente avviene nell’ampio e mutevole scenario in cui stazioniamo.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfkpfcGkNbiAeiBtr5t1wYSRqeOr-TMQztRB8loX_bDzOrt7su_FJfOpRxEIqtEXRDClDG8z8jO75kk7mNyHdRJRMhaJF_Y3jYapgFVyrVgu1HZo6_lxfRhMfO_25scSUM387ROK3wH2kjJBBxKotCsgg2qq7rVXdthMbXmcqF3FL5NXeb4NdYQFwtmvE/s800/S0326041.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfkpfcGkNbiAeiBtr5t1wYSRqeOr-TMQztRB8loX_bDzOrt7su_FJfOpRxEIqtEXRDClDG8z8jO75kk7mNyHdRJRMhaJF_Y3jYapgFVyrVgu1HZo6_lxfRhMfO_25scSUM387ROK3wH2kjJBBxKotCsgg2qq7rVXdthMbXmcqF3FL5NXeb4NdYQFwtmvE/s400/S0326041.jpg"/></a></div>
E allora, per poter vedere con occhio fotografico, occorre ritrovarsi in contesti differenti rispetto a quelli che a cui siamo assuefatti e cercare di attenzionare meglio quel che accade intorno. <br>
Come nell’immagine proposta, dove un gruppo familiare protegge visivamente il volto della bimba che si sta trastullando nell’interagire con un colombo in cerca di cibo, che le staziona davanti nella speranza di ricevere una briciola, come usano fare tanti turisti.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgakSB9UQdX4cEt_0rhFz7yp9aRb1y_jPlNRBc3i_w0JBdDrga7H63poqykT9DrRfYzxQkk9_SCtQZpNZr2oxifNdqy9G0AftYepZc04R6dKw121DCAq_VULasgGFaN40IFC9d5UO-hyKZGvZTHWwY1cZ-78SMAliBd4MO_OnBhk1sLZ-cJw9CrsUC1H7U/s800/S0031003%202.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgakSB9UQdX4cEt_0rhFz7yp9aRb1y_jPlNRBc3i_w0JBdDrga7H63poqykT9DrRfYzxQkk9_SCtQZpNZr2oxifNdqy9G0AftYepZc04R6dKw121DCAq_VULasgGFaN40IFC9d5UO-hyKZGvZTHWwY1cZ-78SMAliBd4MO_OnBhk1sLZ-cJw9CrsUC1H7U/s400/S0031003%202.jpg"/></a></div>
Ovvero, può capitare di leggere davanti all’albero natalizio dell’Amministrazione comunale in piazza Campidoglio: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.” Una frase sempre attuale di Piero Calamandrei, padre costituente dell’Italia Repubblicana, che tramite quell’installazione si ravviva.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS1beTlGIJ7bAIA_7P4gaPvEujM0q0rEAATL6P7P_D9W011K2ptaYMlfXr2SRjxkfOvB_ibft18YhPJT5lsrf55W1iAPEssObcIrrRfTnUQAO1VjhsNMfxjL2WCcdSPjv1c07-tFcRzY_JyKHtvX3_m7aVqJV6DujOlu7jzDSGqbB5e0Y1TfJqXoZOhy4/s800/S0526067.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS1beTlGIJ7bAIA_7P4gaPvEujM0q0rEAATL6P7P_D9W011K2ptaYMlfXr2SRjxkfOvB_ibft18YhPJT5lsrf55W1iAPEssObcIrrRfTnUQAO1VjhsNMfxjL2WCcdSPjv1c07-tFcRzY_JyKHtvX3_m7aVqJV6DujOlu7jzDSGqbB5e0Y1TfJqXoZOhy4/s400/S0526067.jpg"/></a></div>
Girando per i Fori Imperiali, nel continuo tentativo ricercare scorci e inquadrature un po’ diverse, può anche capitare di rimanere attratti da qualcosa a prima vista apparentemente strana. <br>
Di notare, ad esempio, un set dai connotati familiari, dove personaggi sono intenti a girare un filmato, forse promozionale o per fissare un particolare ricordo sul loro soggiorno romano.
Non si capisce bene, ma certamente sono intenti a realizzare un qualcosa d’insolito. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNMYvXhOQy2t6blUkpUaPsMcWMeBBILYUkzYvYs0mlK7ISACbOAwA21hEjDI3XcaCVXT2rM3VCVYj2X7XFPJHAFbjk82zTRZnOeys926Mox4qe-icOP-W_SQ0be5DEpQN_dMDrWNcGJGX8Z2UaABbki3iN_UKC338MAF9yYJ9wtGQWZv7cl-gkJgZmapc/s1600/800%20x%20Roma%202023_12_14_Street_San_Paolo_Garbatella_&.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="1067" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNMYvXhOQy2t6blUkpUaPsMcWMeBBILYUkzYvYs0mlK7ISACbOAwA21hEjDI3XcaCVXT2rM3VCVYj2X7XFPJHAFbjk82zTRZnOeys926Mox4qe-icOP-W_SQ0be5DEpQN_dMDrWNcGJGX8Z2UaABbki3iN_UKC338MAF9yYJ9wtGQWZv7cl-gkJgZmapc/s400/800%20x%20Roma%202023_12_14_Street_San_Paolo_Garbatella_&.jpg"/></a></div>
Chi cura le riprese ha tratti occidentali, la ragazza che si esibisce - con lui e da sola - ha tratti asiatici (forse è giapponese), il bambino in carrozzina è di sicuro suo figlio. <br>
Forse si tratta di acrobati o di altra tipologia di atleti che si esibiscono nei circhi che, approfittando dell’atmosfera e della luce particolare del tramonto, stanno utilizzando quel palcoscenico unico costituito dai Fori, cercando di creare qualcosa di originale attinente alla loro passione; chi lo sa?<br>
In qualità di fotoamatore, quanto accade non può certamente sfuggire e allora, ci si apposta lontani per non interferire su quanto sta accadendo e si incominciano a fare serie indefinite di scatti, nella speranza di riuscire a catturare quelle immagini che riescano a raccontare in sintesi la storia a cui si sta assistendo.<br>
Pur essendo arrivati ad esibizione già iniziata, non si può non rimanere incollati fino a che tutto finisca. <br>
Così facendo si riescono a catturare anche le gambette protese del piccolo, che quasi imita e stimola la madre nel suo tentativo di porsi in equilibrio verticale e documentare il gratificante bacio materno finale.<br>
Per concludere, si può quindi riconoscere che fotografare ha tanti risvolti che aiutano a leggere e a saper raccontare. Offrendo opportunità diverse, consente a chi osserva di sviluppare l’occhio della mente all’attenzione, all’attesa e allena nel cercare di cogliere le tante occasioni imponderabili che immancabilmente e continuamente si presentano come ….. attimi fuggenti, da riprendere per poi essere narrati.
<br><br>
Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-24201408889482715042024-01-19T18:49:00.005+01:002024-03-06T08:17:04.816+01:00Mediterraneo<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqc2OYlZ-bZ4E-Ssb47ZINtkiuZWzljNp1Ov8KxR4UJ13FR0xFQa6jfD5X6CU0s_AmTpTGWNrRE-WyAy2sL8l6SruDh7ClmlaibU2CrE-y3H0Pf2yhYehjBz0Z8QuJmO2ECKobmEl6vaAmzJnriDeJi6yZACHxgXf2HWJY4bChYtNlgkb1_Qd9ASZ86U4/s800/SCF01561.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqc2OYlZ-bZ4E-Ssb47ZINtkiuZWzljNp1Ov8KxR4UJ13FR0xFQa6jfD5X6CU0s_AmTpTGWNrRE-WyAy2sL8l6SruDh7ClmlaibU2CrE-y3H0Pf2yhYehjBz0Z8QuJmO2ECKobmEl6vaAmzJnriDeJi6yZACHxgXf2HWJY4bChYtNlgkb1_Qd9ASZ86U4/s400/SCF01561.jpg"/></a></div>
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Mazara del Vallo è un luogo siciliano difficile da raccontare perché, per come è organizzata, costituisce una sintesi dell’ideale sociale mediterraneo integrato.<br>
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Nel suo museo custodisce la splendida statua greca del Satiro Danzante, pescata fortuitamente nei fondali del Canale di Sicilia dal peschereccio “Capitan Ciccio”. Su <a href="http://legislature.camera.it/serv_cittadini/553/554/9101/5165/5166/documentofoto.asp" target="_blank">http://legislature.camera.it/serv_cittadini/553/554/9101/5165/5166/documentofoto.asp</a> si racconta in sintesi la storia del ritrovamento.<br>
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Per avere un’idea puntuale della cittadina occorre visitarla magari in periodi in cui il turismo è minore. Girare per la casba e per il centro storico consente di respirare l’aria molto particolare che la identifica.<br>
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Sono molte le chiese e i luoghi di rilevanza storica e architettonica e, per poterle visitare, è consigliabile organizzarsi con gli enti preposti per essere certi di potervi accedere e magari accompagnandosi con guide locali.<br>
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Sul lungomare e nella piazza principale, qualche cartello esposto mantiene sempre vivo l’appello per il ritrovamento di Denise Pipitone.<br>
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L’antropologia è al centro dell’idea che l’amministrazione pubblica ha inteso sviluppare da sempre, favorendo la mescolanza etnica di questo luogo che si pone nel cuore del Mediterraneo.
Ad essa si è venuta, in tempi più recenti, ad assommare un’idea artistica che, principalmente attraverso opere in ceramica, tende ad integrare le differenze che identificano le diverse culture e religioni che coesistono simbioticamente da tempo.<br>
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Mazara del Vallo è stata una delle prime cittadine a sperimentare l’integrazione di popoli differenti. La pesca ha creato i presupposti affinché l’imprenditoria ittica potesse attingere a manovalanze straniere (principalmente tunisine) che ben presto si sono stabilizzate nel territorio. <br>
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La Casba mazarese ha costituito fin da subito un esperimento ben riuscito d’immigrazione integrata.<br>
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Camminare oggi per le vie, apparentemente disabitate di rioni d’impronta nordafricana, risulta suggestivo, specie nelle ore in cui i muezzin richiamano con voce melodica i fedeli alla preghiera. Cosa che accade di regola cinque volte al giorno. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRBKBiQSvrAtVEuK7RGPZkSUajXwZ9_JSpiOoGyScLRkEFLy8ydupLKrF3p0ukJqnYA5ep86OF4LdWc-VR2FetMY_5rZtnCMudhJXE58y7lH2-d1hbNYSIJ__DqfpvaGhp1IZqOyLZOW8ElLMMu3GfYzWRtC1ZwhRZ48D6jWJvzWg0tTTCCFJIUi1vOs8/s800/DSCF3922.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRBKBiQSvrAtVEuK7RGPZkSUajXwZ9_JSpiOoGyScLRkEFLy8ydupLKrF3p0ukJqnYA5ep86OF4LdWc-VR2FetMY_5rZtnCMudhJXE58y7lH2-d1hbNYSIJ__DqfpvaGhp1IZqOyLZOW8ElLMMu3GfYzWRtC1ZwhRZ48D6jWJvzWg0tTTCCFJIUi1vOs8/s400/DSCF3922.jpg"/></a></div>
Anche se una mappa permette di individuare un percorso, la visita del luogo può essere effettuata seguendo un itinerario libero e autonomo.<br>
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Ogni angolo e vicolo, anche per le molteplici installazioni artistiche, assicurano visuali uniche e, scorci esposti a luci particolari del giorno, rivelano scenari simili a analoghe altre casbe mediterranee.<br>
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Le opere, variegate per tematiche miscelano le diversità culturali presenti nel luogo e comprendono anche scritte che vanno a comporre anch’esse dei quadri. Il tutto organizzato seguendo logiche geometriche ed equilibri di volumi che fanno apparire il contesto come fosse una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto.<br>
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Muoversi nei vicoli crea anche delle opportunità’ per incontri con soggetti che, una volta stimolati o coinvolti, si rivelano dei personaggi. Capita, come è capitato quindi, d’incontrare un insegnante di tedesco in pensione, trasferitosi in Lituania e che si trova oggi a svernare nella più calda terra d’origine che, nel breve incontro, ci illustra i tanti vantaggi del vivere a Vilnius; e il tempo si rivela sufficiente per creare collegamenti in funzione di potenziali interscambi futuri.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwl5dITLDGk8N7DXYgdCTSLPrHrQLkAi2fQKHREgTjDo5nH_-9e6jE9uyNwUX7OnoYvrjyajWm0C4dBrnJ_fCHFBME_aM7jgZTzpXAXsDuGncEdkWYBINGu-eWOsgosL9OeYmjL1y_V0SvIXEZ3AL8jtwrZcHAFvKtQUsfwrfSywoZupoa_KyeqY55D_Y/s800/DSCF4020.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwl5dITLDGk8N7DXYgdCTSLPrHrQLkAi2fQKHREgTjDo5nH_-9e6jE9uyNwUX7OnoYvrjyajWm0C4dBrnJ_fCHFBME_aM7jgZTzpXAXsDuGncEdkWYBINGu-eWOsgosL9OeYmjL1y_V0SvIXEZ3AL8jtwrZcHAFvKtQUsfwrfSywoZupoa_KyeqY55D_Y/s400/DSCF4020.jpg"/></a></div>
All’occorrenza la gente è disponibile a fornire indicazioni. All’interno della casba casualmente si può anche incontrare G, un locale che ha tanta voglia di comunicare, disponibile a fornire delucidazioni sulla peculiarità dei luoghi e sulla storia di personaggi che sono oggi rappresentate sulle saracinesche come opere di street art. Ascolterai un po’ delle sue singolari vicissitudini e scoprirai pure che sta lavorando per la pubblicazione di un suo libro.<br>
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Pur poco interessato dalla street art pittorica, quella invasiva costituita dai murales, il fenomeno è comunque presente, anche circoscritto alle saracinesche utilizzate per raccontare storie mazaresi o di suoi abitanti come nel caso, ad esempio, del noto pittore mazarese Salvino Catania.<br>
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Alcuni vicoletti riportano in ogni caso tracce di qualche writer teen-ager, che ha congelato per lo più sul muro considerazioni su momenti sentimentali che sta vivendo.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz7B3NJMNlFqMt_RpN-xcgzv2YAaWQFKosZAbIdBnBggmO8eyc7AT10hUCJEw2eTaow0Zo0cEeXYOWYqQhWzKh_bbUP9VMxjsLHHmvr7iXOqNKp2mWU9952Q7-wYx66JHIgFGrxixd3m8xhGlz2djk_MfmKgeVdrGPimwpU17m20N7fkN5eIXUOhLfekc/s800/DSCF3929.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz7B3NJMNlFqMt_RpN-xcgzv2YAaWQFKosZAbIdBnBggmO8eyc7AT10hUCJEw2eTaow0Zo0cEeXYOWYqQhWzKh_bbUP9VMxjsLHHmvr7iXOqNKp2mWU9952Q7-wYx66JHIgFGrxixd3m8xhGlz2djk_MfmKgeVdrGPimwpU17m20N7fkN5eIXUOhLfekc/s400/DSCF3929.jpg"/></a></div>
La presenza di un controllo pubblico e il fatto che, in un contesto provinciale come quello mazarese, ci si conosca tutti, fanno sì che la cittadina risulti pulita e che ogni turista possa muoversi con assoluta sicurezza nell’ambito dell’ampio territorio.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRzG-knFxTuusYvEqbxs6X8uB26iMszY3uoWb5pAdqs0_qKfo_Rr-xVuOGRfT9FCQRSYa39qjiebMI6qgdK0IkgsruOwfBWfKKe7Xy2G53HduXMlshkdWMmw9ILsfVaCaoY8epZctp8zok2Jpmmwh2o2AKh5Yt0oizlnXiBb2omyt2qcepY3Qj_y5pUFo/s800/DSCF3900.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRzG-knFxTuusYvEqbxs6X8uB26iMszY3uoWb5pAdqs0_qKfo_Rr-xVuOGRfT9FCQRSYa39qjiebMI6qgdK0IkgsruOwfBWfKKe7Xy2G53HduXMlshkdWMmw9ILsfVaCaoY8epZctp8zok2Jpmmwh2o2AKh5Yt0oizlnXiBb2omyt2qcepY3Qj_y5pUFo/s400/DSCF3900.jpg"/></a></div>
Validi ristoranti sono pronti a proporre tanti menù a base di pesce e il cous cous in ogni locale la fa da padrone.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6uRksxdVqX6d_T49DJXyuIfTiKOCTG7-A32EcveTGY5O07nDXYi9opARW_DH9zw4ytGFP7qy1rtX8_eH6VgbOItPKwjcGvdhgi0yXoWb3OcLQEUjjw3XLSuTg_MDwi7Oc2EHfbSZ1ItQfUwD3ajMUGyMD9AvBsyZz4IeeVZJtThKt-p0rp1l3dXOb9-0/s800/SCF01510.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6uRksxdVqX6d_T49DJXyuIfTiKOCTG7-A32EcveTGY5O07nDXYi9opARW_DH9zw4ytGFP7qy1rtX8_eH6VgbOItPKwjcGvdhgi0yXoWb3OcLQEUjjw3XLSuTg_MDwi7Oc2EHfbSZ1ItQfUwD3ajMUGyMD9AvBsyZz4IeeVZJtThKt-p0rp1l3dXOb9-0/s400/SCF01510.jpg"/></a></div>
Se si è fortunati, al mercato ittico o lungo il porto canale, si può assistere al rito della vendita all’asta del pescato. Uno spettacolo che si tramanda, mantenendo inalterate le tradizioni popolari locali e che consente, a chi ama la fotografia, di catturare qualche fortunato scatto.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj47abCWAbu2ikOxSJEqlSkWgiG6t7hxiiUJsPFnjxCDM-wFYRQhN_NeEP8pFoIfZDwtiHKf7uukuzdaBd3DJXfyhIPlyPyvOvFeD-c1O_qrZWee97XA1ZS4MvxXghiXxlRrrudLIdXJj4DTY-qq7C4jOAtudDrcjg5cUO9qWNyABgXFhMduwLB9TKnuIo/s800/SCF01507.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj47abCWAbu2ikOxSJEqlSkWgiG6t7hxiiUJsPFnjxCDM-wFYRQhN_NeEP8pFoIfZDwtiHKf7uukuzdaBd3DJXfyhIPlyPyvOvFeD-c1O_qrZWee97XA1ZS4MvxXghiXxlRrrudLIdXJj4DTY-qq7C4jOAtudDrcjg5cUO9qWNyABgXFhMduwLB9TKnuIo/s400/SCF01507.jpg"/></a></div>
Per chi fosse rimasto incuriosito - e, o non è stato mai a Mazara del Vallo, o l'ha vista di fretta - non resta che programmarne la visita.<br>
<br><br>
Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-75842238421794809412024-01-07T20:39:00.008+01:002024-03-06T08:16:42.571+01:00UGO: "Forse ….. domani piove”"Per individuare i costi sociali dell'inflazione gli economisti parlano metaforicamente di costo delle suole per indicare il fatto che la gente è costretta, in tempi di aumenti dei prezzi, ad andare più frequentemente a prelevare in banca, con conseguenti scomodità e maggiore consumo delle suole delle scarpe."<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioYKbFu5cs5_GLXiEwJ5PacGIp7LASfqSeU-4RvRczr40J9xY73CoHZt8_mQmqpZCJKSYvPag-_R2wWIIxfXO_zlCPylfVYBRdON-kOMNRZ8mdaDpiqkGNkloMDi555tTh-jQ0akGJ7boOLEv9wtGzA41gp0Z5BcQZe67ii7Hz99eeNxPT5Jp0y4HLVL0/s800/DSCF2954.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioYKbFu5cs5_GLXiEwJ5PacGIp7LASfqSeU-4RvRczr40J9xY73CoHZt8_mQmqpZCJKSYvPag-_R2wWIIxfXO_zlCPylfVYBRdON-kOMNRZ8mdaDpiqkGNkloMDi555tTh-jQ0akGJ7boOLEv9wtGzA41gp0Z5BcQZe67ii7Hz99eeNxPT5Jp0y4HLVL0/s400/DSCF2954.jpg"/></a></div><br>
Negli ultimi tempi con il mio amico Pasquale, autore della citazione virgolettata posta in premessa, abbiamo preso l’abitudine di andare in giro per la città durante in nostri incontri nella Capitale.
Anche questa volta il nostro itinerario era libero, alla ricerca di punti caratteristici romani e a caccia di opere di street art meritevoli di essere fotografate, per un utilizzo successivo nei nostri scritti.<br>
Il percorso irrazionale si muoveva, quindi, lungo grandi linee alla ricerca di curiosità.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6ByQogtvSm8igzEZSqGUxn0erAh3pGPgjNJzzFZEURiNiQNKSbUg5TGprqBBzT4_zBv9Oa2DOVxkBZ7CioXSYCUwxm5ObYP7zT8JvDsAsDjgHMBLmvVg6547EjAAhOih7L_NOUKPmSVtJdweRktivNz2Dxf89BFNqNVTJ_ogMX9Fh4xneAJAYWFlj9Og/s800/DSCF2905.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6ByQogtvSm8igzEZSqGUxn0erAh3pGPgjNJzzFZEURiNiQNKSbUg5TGprqBBzT4_zBv9Oa2DOVxkBZ7CioXSYCUwxm5ObYP7zT8JvDsAsDjgHMBLmvVg6547EjAAhOih7L_NOUKPmSVtJdweRktivNz2Dxf89BFNqNVTJ_ogMX9Fh4xneAJAYWFlj9Og/s400/DSCF2905.jpg"/></a></div><br>
Chi nutre analoghe passioni sa bene che, oltre alle periferie, sono diversi i quartieri cittadini dove vigono delle tacite liberatorie per i graffitari e gli artisti in genere desiderosi di lasciare un loro messaggio.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRgHr-OATZvu4hvNGvsUSBjRSCAyc8KRBAwC6tdg9AWFXaJaMCt-k00euYaYNnT_-HHtmzx3ad5n9zOi2m3iqXHl7TiBuI669drOqipnyiXWKvJ3Zfgd_lTcQCN6hjQ1f_Sp_876HFWulPvmyoz0_wmnKJTgAPZIXsj8RrO4PXU1IapIezhpbytYZ0FF4/s800/DSCF2981.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRgHr-OATZvu4hvNGvsUSBjRSCAyc8KRBAwC6tdg9AWFXaJaMCt-k00euYaYNnT_-HHtmzx3ad5n9zOi2m3iqXHl7TiBuI669drOqipnyiXWKvJ3Zfgd_lTcQCN6hjQ1f_Sp_876HFWulPvmyoz0_wmnKJTgAPZIXsj8RrO4PXU1IapIezhpbytYZ0FF4/s400/DSCF2981.jpg"/></a></div><br>
In una precedente passeggiata in comune, ci eravamo pure avventurati nei quartieri vicini a Piazza Tuscolo, che erano stati immortalati nelle scene finali del film “I Soliti Ignoti”. Luoghi allora quasi deserti e dove “Peppe” (alias Vittorio Gasman) si ritrovò casualmente - e a suo malgrado - fagocitato in un gruppo di lavoratori presi a cottimo da dei “caporali del tempo”, in un cantiere edilizio.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8izHqUBERf8i-vktUy1d3v4W3cuABbH8aE2oRtveU44bizznfMUv-6dLq1qWYZMXApxmtmDYvsNTBvvqD5StIwlU8VFlW0avSij_TjOuI3rUx9P6uq_XCda0TNEFQWd9tVEwg4GbdcCdQp_eyCeKqmI3GR_XjGRjuDXIf3x8YR_SuBVBA4ODB955jwVY/s800/DSCF2968.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8izHqUBERf8i-vktUy1d3v4W3cuABbH8aE2oRtveU44bizznfMUv-6dLq1qWYZMXApxmtmDYvsNTBvvqD5StIwlU8VFlW0avSij_TjOuI3rUx9P6uq_XCda0TNEFQWd9tVEwg4GbdcCdQp_eyCeKqmI3GR_XjGRjuDXIf3x8YR_SuBVBA4ODB955jwVY/s400/DSCF2968.jpg"/></a></div><br>
Oggi, il nostro girovagare doveva approdare a Torpignattara e l’attraversamento della zona del Pigneto ci aveva quasi casualmente portati nei luoghi dove erano state girate le scene più emblematiche di “Roma Città Aperta”, un film drammatico e di guerra del 1945 diretto da Roberto Rossellini. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ2lbbExxIJ66o402DTTnzEhij0O6TifB170N_gMgvw0qjeEObzZTYKZz2VBIG7haIRE45oto39_W3ZPt4ZOD-oKi5yW2vW7vZwWv_PPnihjO9Y9tHG_GQTlTPyrzXzyYJHqKfdsxvBg0wPvNpfqBhnsUDN3oY0JUbaZjiEV6z3kHD6eJGXbwEu7XC4z0/s800/DSCF2910.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ2lbbExxIJ66o402DTTnzEhij0O6TifB170N_gMgvw0qjeEObzZTYKZz2VBIG7haIRE45oto39_W3ZPt4ZOD-oKi5yW2vW7vZwWv_PPnihjO9Y9tHG_GQTlTPyrzXzyYJHqKfdsxvBg0wPvNpfqBhnsUDN3oY0JUbaZjiEV6z3kHD6eJGXbwEu7XC4z0/s400/DSCF2910.jpg"/></a></div><br>
In particolare sulla via dove venne girata la famosa sequenza in cui Anna Magnani, mentre tenta d’inseguire il camion che sta deportando via suo compagno, viene sparata dai tedeschi e pietosamente raccolta dal prete, nel film magistralmente interpretato dall’indimenticabile Aldo Fabrizi.<br>
Pasquale, che è anche un appassionato del cinema neorealista italiano, ricordava anche bene le scene del film.<br>
Spingendoci verso via Prenestina era sicuro di avere individuato il posto ma non riusciva a localizzare la chiesa collegata anch’essa alla scena. Nessun problema, perché bastò attendere che passasse una signora dai capelli argentati del luogo per averne conferme e delucidazioni, anche sulla chiesa apparentemente mancante.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6eabMMpHj4u_EllzXXgd9qODH24NRXft4YqfsGXIDdLdoN1ltKjXOA61OukxACPvBZSfD9wUIwLYT8u1ZO-iixkkb4jZQAAegu3CMuHLuyjD5fVYr6ApYMTfeBu4UI7M4rIevVfYjav-2gsbnuV93sQDI2dtlvOdYrY-MXHwgS6_OySeH7Ca6ncS9yaE/s800/DSCF2999.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6eabMMpHj4u_EllzXXgd9qODH24NRXft4YqfsGXIDdLdoN1ltKjXOA61OukxACPvBZSfD9wUIwLYT8u1ZO-iixkkb4jZQAAegu3CMuHLuyjD5fVYr6ApYMTfeBu4UI7M4rIevVfYjav-2gsbnuV93sQDI2dtlvOdYrY-MXHwgS6_OySeH7Ca6ncS9yaE/s400/DSCF2999.jpg"/></a></div><br>
Venne fuori che le location, che apparivano limitrofe nel film, erano state assemblate e la chiesa era quella di Sant’Elena, ubicata nella vicina via Casilina. Il successivo sopralluogo e le informazioni ricevute in loco ci fecero pure scoprire che anche parte delle scene erano state girate nel cortile interno e attiguo al luogo di culto.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9Reyn61xkD1v_BqICksLqf3wOCr2VD5lx470F6gRieBji54Ym2wHSKDq_Jx8eA3bRWz5CZNc3CvoX42pb70D-UpdOja6-xlYwcHaK63yYP0LNTIy1I-5XvOl2Gid8611q07jwIUCs4qV-DtXPeX-ZYxUEauhlg4v_n8Dsvog0dF87-LakLGp3Uwv4P5c/s800/DSCF3008.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9Reyn61xkD1v_BqICksLqf3wOCr2VD5lx470F6gRieBji54Ym2wHSKDq_Jx8eA3bRWz5CZNc3CvoX42pb70D-UpdOja6-xlYwcHaK63yYP0LNTIy1I-5XvOl2Gid8611q07jwIUCs4qV-DtXPeX-ZYxUEauhlg4v_n8Dsvog0dF87-LakLGp3Uwv4P5c/s400/DSCF3008.jpg"/></a></div><br>
Per raggiungere la meta prefissata mancava da percorrere un lungo tragitto che andava a sommarsi a quello già fatto da San Giovanni ci aveva portato al Pigneto. Decidemmo pertanto di proseguire lungo la via Casilina, lambendo via del Mandrione e la Tuscolana. Un percorso ad entrambi sconosciuto che intrigava per potenziali sorprese fotografiche, che del resto non mancarono.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXoCR-5Ih3HciFM3G3v7Zg2QPnXzXWfV4NRvOp-RTuYb-g1aD5tInc7Go_gpmvz-09r_HJqdrrFEVwQrwZMOAa0YIrEgWWtnxi9-AwnjpgsvexH0qSk-_I2IdeTx3hGvtwygV_2FMAU2j9x_EeyP3xrLfIjELQ9YUYMm4kLtv4fqpJGttqFfnwISVIDM4/s800/DSCF3011.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXoCR-5Ih3HciFM3G3v7Zg2QPnXzXWfV4NRvOp-RTuYb-g1aD5tInc7Go_gpmvz-09r_HJqdrrFEVwQrwZMOAa0YIrEgWWtnxi9-AwnjpgsvexH0qSk-_I2IdeTx3hGvtwygV_2FMAU2j9x_EeyP3xrLfIjELQ9YUYMm4kLtv4fqpJGttqFfnwISVIDM4/s400/DSCF3011.jpg"/></a></div><br>
Lungo l’acquedotto romano, in alcune parti quasi integro, oltre ad evidenti abusi e discutibili proprietà private, si articolavano passaggi pedonali raccontati e che ora avevamo modo di scoprire.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqz308btji70OI2Q243w-w5mK9ifJyNXLet2R6PVF50HeQ1Lydp__NUBjg7nX0CxsQZHaBT5j3xFCbbFtP3_AA0zCuf44tjcoPIuS2o96Ogws7fuxg8kFMA4gPJGazS2Lv2ntM0ygV8acXHKfsIWG1dNqPcjT3mOiUX9vgYsnJZUT9ll79hU6_T_-yx2c/s800/DSCF3053.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqz308btji70OI2Q243w-w5mK9ifJyNXLet2R6PVF50HeQ1Lydp__NUBjg7nX0CxsQZHaBT5j3xFCbbFtP3_AA0zCuf44tjcoPIuS2o96Ogws7fuxg8kFMA4gPJGazS2Lv2ntM0ygV8acXHKfsIWG1dNqPcjT3mOiUX9vgYsnJZUT9ll79hU6_T_-yx2c/s400/DSCF3053.jpg"/></a></div><br>
Ci avventurammo come piccoli boy scout (attempatelli preciserebbe qualcuno) lungo una strada parallela alla ferrovia, ma chiusa da tempo al traffico automobilistico, apparentemente poco raccomandabile ove si erigeva la fermata quasi abbandonata della Stazione Casilina. Continuando nel sottopasso approdammo alla fine alla nostra meta finale.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_oSWMdvpPwG5sVCQJoxHfFCnwN7FK2igf8CTgce00iyE33FGuMlOQO37fNocgn8nwDsF3PtCehdIF5z7f-fyqAPXt6CDxfFdMZ1ILmichV0BYdC7LUElWWLPT5q_yizgsY_FG7vGxwFJTzeya44A0qx5P7VLNGyDEPWa_466Fd0Gp9IozbTum7AapAg/s800/DSCF3057.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_oSWMdvpPwG5sVCQJoxHfFCnwN7FK2igf8CTgce00iyE33FGuMlOQO37fNocgn8nwDsF3PtCehdIF5z7f-fyqAPXt6CDxfFdMZ1ILmichV0BYdC7LUElWWLPT5q_yizgsY_FG7vGxwFJTzeya44A0qx5P7VLNGyDEPWa_466Fd0Gp9IozbTum7AapAg/s400/DSCF3057.jpg"/></a></div><br>
Se vi capita di passare per Torpignattara in orario di pranzo suggerisco di far tappa da Ugo, titolare de <a href="https://www.facebook.com/ilpomo.doro.5/?locale=it_IT" target="_blank">“Il Pomo D’Oro”</a>, un ristorante-pizzeria senza particolari pretese, che consente di respirare a pieni polmoni anche l’aria della caratteristica miscellanea etnica del luogo, che vede coesistere una vasta comunità cosmopolita popolare di Roma.<br>
Entrando nel locale è affisso ben chiaro un cartello indicante la possibilità di poter optare anche per un menù fisso della casa, che nei giorni feriali viene proposto al costo 10 euro (15 nei festivi), comprendente un primo, un secondo con contorno, compresa bevanda e coperto. A questo punto devo pure riportare l'ineccepibile considerazione fatta da Pasquale: "Di questi tempi un bello schiaffo all'inflazione!" <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMd9Xq1MXbpH_v6UAiTVQwKgvF71ArvKy6JrzOnaUoxeD0UiFpRK2kevLRZHfXly_XnsKxajWCYg4ktTeIzXfy9dO9luccXqauNFZzrg3zJtTisBIcKzll7PKHEeoJWJpeGAjjgX4WS2Yyg4alsDG3YleyxVmf9r7ByzYrgUCNyy47GMmZfHas9pYHdQI/s800/DSCF3076.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMd9Xq1MXbpH_v6UAiTVQwKgvF71ArvKy6JrzOnaUoxeD0UiFpRK2kevLRZHfXly_XnsKxajWCYg4ktTeIzXfy9dO9luccXqauNFZzrg3zJtTisBIcKzll7PKHEeoJWJpeGAjjgX4WS2Yyg4alsDG3YleyxVmf9r7ByzYrgUCNyy47GMmZfHas9pYHdQI/s400/DSCF3076.jpg"/></a></div><br>
Appena arrivati c’erano pochi avventori, dopo pochi minuti la sala era piena di gente. Per lo più operai e anziani abitudinari che forse fruivano anche di abbonamenti, chissà?<br>
Ugo in sala era affiancato da un collaboratore dinamico come lui. Entrambi indossavano una maglietta nera recante un retroscritto con una frase equivoca: “Forse … domani piove”. <br>
Chiesta la spiegazione il socievole Ugo rispose che l’interpretazione della frase era da intendere come un’opera aperta ……. Un modo di dire che ciascuno avrebbe potuto interpretare come meglio credeva, ma che ogni attore poteva anche recitare a suo piacimento e per gli scopi voluti (costatazione dell'assolutezza del dubbio, quindi anche sfottò o presa in giro e, perché no, pure un modo soft per mandare beatamente qualcuno a quel paese).<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFrXB-25ibhD7vT3NWXIMgCA_C9IGz_bxz8G5Y66rHqUohNJQV4lVeXRVYy3QFUNNayl9tx_qjcZdsZow5FYJ8oqhui1k_CD8UTkc55DtXbAWT6TCdgMr-bgKupCCEGyDZsLWZuT5WZBQTrCZBgUuiudCs7JfEUuI9mTr08fYvJvb9GF1KDIP7C1qirKU/s800/DSCF3134.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFrXB-25ibhD7vT3NWXIMgCA_C9IGz_bxz8G5Y66rHqUohNJQV4lVeXRVYy3QFUNNayl9tx_qjcZdsZow5FYJ8oqhui1k_CD8UTkc55DtXbAWT6TCdgMr-bgKupCCEGyDZsLWZuT5WZBQTrCZBgUuiudCs7JfEUuI9mTr08fYvJvb9GF1KDIP7C1qirKU/s400/DSCF3134.jpg"/></a></div><br>
Dopo pranzo la passeggiata continuava per verificare se erano sorte altre opere artistiche in zona. Qualcosa di nuovo c’era ….. ma poca roba, il tempo del Covid aveva frenato anche le produzioni dei Graffitari.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2KBJrEc_jKtssaL-sdWwJ5Wj8HgYW9dxj6PEa7UaFQORBmRZmaChP9lv-MoCjD-dlOcVPH8zl_kZaAA7_WjXAq9oPCcYZ3-M5HwL6TQG4sARBXmf_6xwlyWn0cFKA_lqlBYf-6c2-LP5KLpwi4hQ6nfSNulpQMZAtOeVQCHOYEKUM7QT5pSiFPTAxSPw/s800/DSCF3267.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2KBJrEc_jKtssaL-sdWwJ5Wj8HgYW9dxj6PEa7UaFQORBmRZmaChP9lv-MoCjD-dlOcVPH8zl_kZaAA7_WjXAq9oPCcYZ3-M5HwL6TQG4sARBXmf_6xwlyWn0cFKA_lqlBYf-6c2-LP5KLpwi4hQ6nfSNulpQMZAtOeVQCHOYEKUM7QT5pSiFPTAxSPw/s400/DSCF3267.jpg"/></a></div>
In inverno le giornate sono corte, non restava quindi che avviarsi al ritorno. Percorrendo la strada verso via dei Quintili scoprimmo che uno scellerato writer aveva del tutto <a href="http://muromuseum.blogspot.com/p/v-i-d-e-o.html" target="_blank">ricoperto un famosissimo murale di via Anton Ludovico Antinori</a> che era stato realizzato da Alice Pasquini.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjegv7ARMzRiuO2GWbNBts_aa31s2Q_aiwOxCBgNnhCffChb8gVU6C6hI_tvYlnKgmRbVuKRJdXaSlukgW_yQ9doGdkNkpKrPogfKkSmIdm9Vib-IkT00j8QmcxnSrXA3zoM2KFNzwK9uo8A6jIPgdzn6KGGv4mqvjU8O9QdM2F58Us-ot2KLZ7yehyphenhyphenBA4/s800/DSCF3157.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjegv7ARMzRiuO2GWbNBts_aa31s2Q_aiwOxCBgNnhCffChb8gVU6C6hI_tvYlnKgmRbVuKRJdXaSlukgW_yQ9doGdkNkpKrPogfKkSmIdm9Vib-IkT00j8QmcxnSrXA3zoM2KFNzwK9uo8A6jIPgdzn6KGGv4mqvjU8O9QdM2F58Us-ot2KLZ7yehyphenhyphenBA4/s400/DSCF3157.jpg"/></a></div><br>
Ma gli altri, i murales storici, resistevano bene, anche la bellissima giapponesina protetta dalla solita autovettura che la copre in parte. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjScAHpJzN48zeEaSTGpxDkVbzuzjxXlHzofwsyRJo58lUYAzBS5CLvPDDsnOREWy8DxjEwSgP1jnT0HiEtACdmgkMsb4on5Gn7nodieYjUxf1xdmtwMTHd9CQ8EyNL1tGJnxkiIi2DC1YdgrYTBmlhHtjrczg_X7X5NxqokpFuMqufVpVP647H2BIB2w/s800/DSCF3167.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjScAHpJzN48zeEaSTGpxDkVbzuzjxXlHzofwsyRJo58lUYAzBS5CLvPDDsnOREWy8DxjEwSgP1jnT0HiEtACdmgkMsb4on5Gn7nodieYjUxf1xdmtwMTHd9CQ8EyNL1tGJnxkiIi2DC1YdgrYTBmlhHtjrczg_X7X5NxqokpFuMqufVpVP647H2BIB2w/s400/DSCF3167.jpg"/></a></div><br>
Durante il tragitto ebbi modo di individuare anche un famoso murale che si ispirava a Modigliani e che ricercavo da tempo. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirLPowO37z92M_YkAcQr2bC_U0Eb3tSqQVEQSJ-XWq2BGs012SVuHpwzXns3SUlMhA89VcECHmVaxmd6_Lst6uySHQ9Pg35BhLvwuGmMsVaRcGKI-pcDuaE2MlRS0vXCTn1shzqL8tquVq6I5fbZppCT13s0Z8ShWt2ip4W35UIGHVuRqxcWQYhcp9A2E/s800/DSCF3217.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirLPowO37z92M_YkAcQr2bC_U0Eb3tSqQVEQSJ-XWq2BGs012SVuHpwzXns3SUlMhA89VcECHmVaxmd6_Lst6uySHQ9Pg35BhLvwuGmMsVaRcGKI-pcDuaE2MlRS0vXCTn1shzqL8tquVq6I5fbZppCT13s0Z8ShWt2ip4W35UIGHVuRqxcWQYhcp9A2E/s400/DSCF3217.jpg"/></a></div><br>
Una bella passeggiata salutare di oltre quindici chilometri che a noi "diversamente giovani" poteva fare solo bene. <br>
Anche perché per voler fotografare occorre guardarsi intorno e usurare le scarpe, soprattutto se, inflazione o no e come suole dire "UGO", forse ... domani piove!.
<br><br>
Buona luce a tutti!<br><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-53622332349537266442024-01-07T20:15:00.006+01:002024-03-06T08:12:18.829+01:00Gino Scarano, Diavù e il Quadraro<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzC3u6MehvYqFFGqJsvndJPOJUMMpP5vOXkZyumPjAsLc0WhydRvIFuhFJLkXGmEgHUW2TjFpl-ZWym9DuRiGVMhXKPrE0s1I5YWMbNIPhfKpsrRs2CwfueS1931pSugGwtjKeOzaFprRdelrj-URQCt3y5L7OC5TG5sDULDbWyZuuj3HNyWGgUX9CdyE/s800/01%20DSCF3273.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzC3u6MehvYqFFGqJsvndJPOJUMMpP5vOXkZyumPjAsLc0WhydRvIFuhFJLkXGmEgHUW2TjFpl-ZWym9DuRiGVMhXKPrE0s1I5YWMbNIPhfKpsrRs2CwfueS1931pSugGwtjKeOzaFprRdelrj-URQCt3y5L7OC5TG5sDULDbWyZuuj3HNyWGgUX9CdyE/s400/01%20DSCF3273.jpg"/></a></div>
<br><br>
Per chi ama girare con una reflex, specie bighellonando per strade cittadine, capita di transitare per luoghi talvolta collegati a personaggi, riconosciuti tali sia per meriti diretti che per interposta persona.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmKNoFr9ZLUThv8Xh_U0PQYP3BDtzEagjiz6Q9bkUMhCXN3eAuUR1t5RxJ81ndWo-hkobmz0OKPwwi1qaf43DSOb77JM87Jow-_1WLl7Lm-x8TcYW113-VjhsFJeTq2WiKPQ1Jz1-_Z74frbhqtD1_SUsAFeTk-Mvsqm1NGeZ5bHNfgdmmCX5IzPvtGHo/s800/02%20DSCF3194.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmKNoFr9ZLUThv8Xh_U0PQYP3BDtzEagjiz6Q9bkUMhCXN3eAuUR1t5RxJ81ndWo-hkobmz0OKPwwi1qaf43DSOb77JM87Jow-_1WLl7Lm-x8TcYW113-VjhsFJeTq2WiKPQ1Jz1-_Z74frbhqtD1_SUsAFeTk-Mvsqm1NGeZ5bHNfgdmmCX5IzPvtGHo/s400/02%20DSCF3194.jpg"/></a></div>
Accade, quindi, che nel fotografare ambienti ci si possa ritrovare a documentare in modo fortuito e inconsciamente dettagli che, solo attraverso una successiva attenta visione, magari durante un esame di post produzione, possono rivelare aspetti non colti a prima vista e che incuriosiscono.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfU-3Fhapcxg9Q5HlIvNOvNuCUaZbnTWKxU7B1IaN9idXLRcQFJpcG8fsTpnfuf_yJUgQa2B8DKLu4J6YvPBjXkWyQdpKaWN8cXRv0R_lwCAkugRkkHjDJlATnB5AsYma53zSBycIQWQ4WcvIc-19qFxQqqkkzKQRShVaXtYOPrfHIhs1Z1Y85KM0l6cg/s800/03%20DSCF3191.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfU-3Fhapcxg9Q5HlIvNOvNuCUaZbnTWKxU7B1IaN9idXLRcQFJpcG8fsTpnfuf_yJUgQa2B8DKLu4J6YvPBjXkWyQdpKaWN8cXRv0R_lwCAkugRkkHjDJlATnB5AsYma53zSBycIQWQ4WcvIc-19qFxQqqkkzKQRShVaXtYOPrfHIhs1Z1Y85KM0l6cg/s400/03%20DSCF3191.jpg"/></a></div>
Nella narrazione che segue, un dettaglio ingrandito, posto accanto alla saracinesca pitturata, ha permesso d’identificare il luogo dove c’era un barbershop, palesemente chiuso da tempo. L’annotazione recita: “Il Cavalier Gino Scarano – Barbiere artista del Quadraro – che nella sua carriera ha servito Totò e tanti personaggi dello spettacolo ha lasciato per sempre noi e il Quadraro. Il funerale venerdì 25 marzo via Tuscolana 613”. Resiste ancora l’annuncio: “Il giorno 22 marzo 2022 è venuto a mancare all’affetto dei suoi LUIGI SCARANO. Ne danno triste annuncio le figlie, il genero ed i parenti tutti ….”<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzR9lHV-ENJqxGhv9hRyicZvQUZspEdRJwLalht_FkMuaE35ym_b1r1EEaYTpjHxt-IGX97rRBbEoIIOKJP1EsV5MI08IfAI7dsbNCQ_E911g8xVwkwVUFNhZWoqZ-ERvwsWoWqO8mEMfFZFXGofQHRweEkq7RChvIqh2F6v8qkrRLpeK_HKoxtSC0GW0/s800/04%20DSCF3191%20copia.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzR9lHV-ENJqxGhv9hRyicZvQUZspEdRJwLalht_FkMuaE35ym_b1r1EEaYTpjHxt-IGX97rRBbEoIIOKJP1EsV5MI08IfAI7dsbNCQ_E911g8xVwkwVUFNhZWoqZ-ERvwsWoWqO8mEMfFZFXGofQHRweEkq7RChvIqh2F6v8qkrRLpeK_HKoxtSC0GW0/s400/04%20DSCF3191%20copia.jpg"/></a></div>
Una ricerca nel web consente di risalire al personaggio evidenziato dal particolare che, in qualche modo per il suo mestiere, era diventato famoso come il barbiere degli artisti. Deceduto alla veneranda età di ottantaquattro anni aveva fatto anche da collante a un insieme attori che, per varie ragioni, avevano gravitato nella zona. <br>
Leggendo tanti scritti, veniva pure fuori che il Quadraro era un luogo di Roma un tempo riconosciuto come punto di riferimento per molti artisti, specie negli anni filmografici italiani post-realisti di fine millennio.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZFk9TzH7VvhgJABcDK7zS7oeULQG247wSMzfa3vLByTeQlxYtd9TYcadSqAuZozfuvQB0XoLYJeSvHLK_I0QDfNvaHbynqrg4I230fTvml0ImVKU_72Hp5DDtQwEd6KWeJorGc2BrvfVT-m2OOPU2g37YaVJIzfEsyBLNGRKTldXOho2vrHzjU5krGwE/s800/05%20DSCF3201-003.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZFk9TzH7VvhgJABcDK7zS7oeULQG247wSMzfa3vLByTeQlxYtd9TYcadSqAuZozfuvQB0XoLYJeSvHLK_I0QDfNvaHbynqrg4I230fTvml0ImVKU_72Hp5DDtQwEd6KWeJorGc2BrvfVT-m2OOPU2g37YaVJIzfEsyBLNGRKTldXOho2vrHzjU5krGwE/s400/05%20DSCF3201-003.jpg"/></a></div>
Quello che era stato il negozio di Gino Scarano si trova inglobato all’interno dell’attuale percorso turistico di Street Art, legato al progetto denominato “M.U.RO”. Ciò giustifica le tracce ancora visibili sulla saracinesca e sulla parete adiacente, con grafiche anch'esse collegate all’intero progetto artistico.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisgIDMXygNdeLlNWCfneeSC4qXZWf7bJ6NfAhyphenhyphenwTTFVTZ8VDJZjOfDbKTQHBb6Br_G2_-ll3pK3se7ho7mV28uxbw4V1ttwbn3oKJAiyQWbLcMr9z8zdClNbF197SbnFTkSwBlHvFJGtDxL4VdtI1i29asqcHCwG1jf5tsSliMqKDezXmmz-RBZ9h-FSA/s1600/mappa-MURo-a3-lato-interno_120dpi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="1145" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisgIDMXygNdeLlNWCfneeSC4qXZWf7bJ6NfAhyphenhyphenwTTFVTZ8VDJZjOfDbKTQHBb6Br_G2_-ll3pK3se7ho7mV28uxbw4V1ttwbn3oKJAiyQWbLcMr9z8zdClNbF197SbnFTkSwBlHvFJGtDxL4VdtI1i29asqcHCwG1jf5tsSliMqKDezXmmz-RBZ9h-FSA/s400/mappa-MURo-a3-lato-interno_120dpi.jpg"/></a></div>
Procedendo nell’approfondimento, accedendo al blog, affioravano tante altre interessanti notizie. Succedeva come nel classico caso delle ciliegie che, una volta raccolte, quando ci si accinge a prenderne una vengono fuori a grappolo. <br>
Il sito web del <a href="http://muromuseum.blogspot.com/p/m-p-z-i-n-e.html" target="_blank">M.U.RO (Museo di Urban Art di Roma)</a> permette, infatti, di introdursi in uno spazio culturale che consente di scoprire un felice connubio artistico già sperimentato di storia e arte. <br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZhsjt3Wbf2gEFhqReFw88ttXB6LmQSh4y4ESRvG1l3IaJQFr-fCDBVdgbiBU2AQAI_kvu7_po4M6W4m32fDfxvtr4BY5fhB0DaNkjsER3l3a5kg6GdBs82wOsprEo1Yi6uEP59Qh2IKh2l-d8EPvvQ8TtAWo32FS9KEdqnSfXRPgb0sPiJKbRW9utv24/s800/DSCF3180.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZhsjt3Wbf2gEFhqReFw88ttXB6LmQSh4y4ESRvG1l3IaJQFr-fCDBVdgbiBU2AQAI_kvu7_po4M6W4m32fDfxvtr4BY5fhB0DaNkjsER3l3a5kg6GdBs82wOsprEo1Yi6uEP59Qh2IKh2l-d8EPvvQ8TtAWo32FS9KEdqnSfXRPgb0sPiJKbRW9utv24/s400/DSCF3180.jpg"/></a></div>
Il progetto, che strenuamente resiste con le prerogative del degrado fisico insito alla street art, è stato ideato e realizzato gradualmente da David (Diavù) Vecchiato. <br>
Un giro nel quartiere consente ancora di passare in rassegna opere di vari artisti di Street Art e dei video realizzati, permettono anche di percepire il racconto storico sottostante ai murales.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnGAvanscqaL1MRZZq1nj6qFDLA80eX8quU2dktpRBrlWP1VJ8K3IrOBhE77EbPFKGfNt8epltk_oZ6VVynQhAdifKUAFhP4E12GzyXKFCulqkc5ooaAsE-B87LniYZyltjFJED4EqgG9sbCwXtWrz42-uVTxw4ittpjDdtIGRWVoqsaFWEq4CVMQ5cuE/s800/DSCF3262.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnGAvanscqaL1MRZZq1nj6qFDLA80eX8quU2dktpRBrlWP1VJ8K3IrOBhE77EbPFKGfNt8epltk_oZ6VVynQhAdifKUAFhP4E12GzyXKFCulqkc5ooaAsE-B87LniYZyltjFJED4EqgG9sbCwXtWrz42-uVTxw4ittpjDdtIGRWVoqsaFWEq4CVMQ5cuE/s400/DSCF3262.jpg"/></a></div>
Per la Gallery dei murales basta digitare: <a href="http://muromuseum.blogspot.com/p/g-l-l-e-r-y.html" target="_blank">http://muromuseum.blogspot.com/p/g-l-l-e-r-y.html</a>, per seguire i video occorrerà digitare: <a href="http://muromuseum.blogspot.com/p/v-i-d-e-o.html" target="_blank">http://muromuseum.blogspot.com/p/v-i-d-e-o.html</a>.<br>
Soffermandosi nel blog si potrà, quindi, scoprire anche l’incipit, ovvero l’idea che ha innescato il percorso culturale di base e permetterà di capire il significato e le simbologie dei contenuti sottostanti ai lavori realizzati dagli artisti italiani ed esteri coinvolti, di seguito elencati.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqTIiPPKBXX1ZvK0t2k2o00A1UqKwnpSCpN6_-_UXSvs2D1lDErJPr49F55lI4gWvMZ6ConRK2InOH7kOvGZOo6Fb-NmsW_AxQ0g-QEsgMK2Q8qI0-_l_0L8p9DWUIunqvSL4zvXZQqxD5_yvGXPFtvspneSnSzs-QmQ7El_ncoWSUS3eIV-5W2DiMP1M/s800/DSCF3249.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqTIiPPKBXX1ZvK0t2k2o00A1UqKwnpSCpN6_-_UXSvs2D1lDErJPr49F55lI4gWvMZ6ConRK2InOH7kOvGZOo6Fb-NmsW_AxQ0g-QEsgMK2Q8qI0-_l_0L8p9DWUIunqvSL4zvXZQqxD5_yvGXPFtvspneSnSzs-QmQ7El_ncoWSUS3eIV-5W2DiMP1M/s400/DSCF3249.jpg"/></a></div>
Quanto fin qui argomentato costituisce un’occasione per una immersione piena e totale nel mondo della così detta “Arte di Strada” che, non solo si associa alla denuncia, ma spesso s'impegna a raccontare e - con l’estetica grafica - vuole costituire un pretesto visuale per invitare a riflettere, approfondire e andare oltre l’apparenza.<br>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoKy7mylGeRoZGqePvKoaS_VOV5HmPtZYjJG_X-AxWDUgeDeR_7HA6oejBf951Y2MdoelQcf43MphY81axkJpk72Cm8wf5jqbgHG7RVF8JXg0687WQjxp5VcCiaLNhTk-y1EfnQSPhPyC2n8yZ4sJDHWUWflTH_0ulEAIo2nAFIyAchxqqMr286UHQQME/s800/DSCF3219.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoKy7mylGeRoZGqePvKoaS_VOV5HmPtZYjJG_X-AxWDUgeDeR_7HA6oejBf951Y2MdoelQcf43MphY81axkJpk72Cm8wf5jqbgHG7RVF8JXg0687WQjxp5VcCiaLNhTk-y1EfnQSPhPyC2n8yZ4sJDHWUWflTH_0ulEAIo2nAFIyAchxqqMr286UHQQME/s400/DSCF3219.jpg"/></a></div>
Riprendere, per grandi linee, anche questo approccio - allo scopo di rimodernare una metodologia didattica che da tempo necessita revisioni - potrebbe anche rivelarsi interessante. <br>
Magari istituendo nuove formule d'insegnamento atte a favorire, nella formazione scolastica di tutti i livelli, una percezione visiva che induca a una efficace rapida concettualizzazione della storia e degli strumenti culturali in genere; innovazioni indispensabili in un mondo sempre più proiettato sulle dinamiche 2.0
<brimento
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje3CWMAZFsq24UZrJo_saQIa_DXfOYfLDfSPA8VRlGRyTgwhcskX1c-yAOicafVeeO3XicLxl3_wdxzAVq-Ql1K0kY_uxzDzOvcyeJOPFe8tiH6iQRjeDDSxPrOx-uQIbYKHQU8Ux_GlqKGBHKsL0D8PiwXb-3WBafmIYUSqBbon6nUE0ezaHAiJpqlWk/s800/DSCF3281.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje3CWMAZFsq24UZrJo_saQIa_DXfOYfLDfSPA8VRlGRyTgwhcskX1c-yAOicafVeeO3XicLxl3_wdxzAVq-Ql1K0kY_uxzDzOvcyeJOPFe8tiH6iQRjeDDSxPrOx-uQIbYKHQU8Ux_GlqKGBHKsL0D8PiwXb-3WBafmIYUSqBbon6nUE0ezaHAiJpqlWk/s400/DSCF3281.jpg"/></a></div>
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ARTISTS:
DIAVU' (21) JIM AVIGNON (7) NICOLA ALESSANDRINI (5) BEAU STANTON (4) LUCAMALEONTE (4) RON ENGLISH (4) ALICE PASQUINI (3) CAMILLA FALSINI (3) GARY BASEMAN (3) NICOLA VERLATO (3) 1010 (2) AGOSTINO IACURCI (2) ALBERTO CORRADI (2) EDUARDO KOBRA (2) GIO PISTONE (2) HULA (2) IRENE RINALDI (2) M-CITY (2) MARCO ABOUT BEVIVINO (2) MASSIMO GIACON (2) MR. THOMS (2) ROA (2) VEKS VAN HILLIK (2) ALESSANDRO SARDELLA (1) AXEL VOID (1) BEZT (ETAM CRU) (1) BUFF MONSTER (1) CHEKOS (1) COLECTIVO LICUADO (1) DILKABEAR (1) JULIETA XLF (1) KOZ DOS (1) LUCA ZAMOC (1) MALO FARFAN (1) NATALIA RAK (1) PAOLO PETRANGELI (1) ZELDA BOMBA (1) ZIO ZIEGLER (1)
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-90825544765125029932024-01-07T20:12:00.007+01:002024-03-06T08:16:29.762+01:00Destinazione Garbatella
Raccontare non è sempre un’operazione semplice e farlo con le parole non sempre aiuta. Quanto ci può succedere durante gli accadimenti giornalieri potrà essere sempre descritto compiutamente a mo’ di diario, ma il più delle volte nella narrazione è possibile risultare banali e, quindi, difficilmente in grado di attrarre curiosità o attenzione in chi si prospetta come lettore.<br><br>
Vi sono spesso imprevedibili combinazioni di piccoli eventi che nei fatti confezionano un racconto interessante. Ad esempio può accadere che alla fermata del trenino Ostia Lido – Roma Piramide, ad un certo punto l’altoparlante informi che la linea rimarrà temporaneamente interrotta e che i passeggeri in attesa vengano invitati a utilizzare i bus navetta accessibili alle fermate della Strada Statale 8 bis, meglio nota come Via Ostiense.<br><br>
La massa di utenti che staziona in attesa lentamente “trasmigra” verso la nuova fermata, formando un gruppo che da semplici passeggeri silenziosi e anonimi, da metropolitana, si trasforma in cittadini parlanti e colorati che, in veste “transumante”, hanno ora voglia di comunicare le proprie sensazioni e i propri problemi.<br><br>
Per il disservizio insorto si ascoltano i pareri univoci e non certo benevoli sulla inefficienza dei nuovi gestori (Cotral e Astral), subentrati nella gestione delle ferrovie Roma-Lido e Roma-Nord.<br><br>
A detta di tutti, al di là di treni nuovi, la dilatazione degli orari delle corse hanno reso ancora più complicati gli spostamenti dei molti pendolari, che costituiscono la maggioranza degli utenti.<br><br>
Ed è forse anche per questo che nella maggior parte dei discorsi affiorano vecchie tematiche di una nostalgica sinistra proletaria che, anche se oggi annovera tanti cittadini delusi che alimentano il bacino dei non votanti, rimane fedele ad antichi ideali di solidarietà, che difficilmente si possono sciogliere e ancor meno scomparire.<br><br>
Il tempo intanto trascorre inesorabile e non si vede passare nessuna delle navette promesse.<br><br>
Alcuni si stanno organizzando chiamando parenti, amici o taxi vicini. Altri decidono di riprendere l’auto che hanno parcheggiato alla fermata del trenino.<br><br>
Tra questi c’è Maestra Esterita appena conosciuta attraverso scambi di frasi quasi in codice; avendo la necessità di non accumulare l’ennesimo ritardo al lavoro, ella decide di raggiungere con l’auto la fermata della linea metropolitana più vicina.<br><br>
Mi propone, quindi, un passaggio che accetto volentieri. La sua automobile è a pochi passi, ma sufficienti a far sì che nel breve tratto altri due soggetti si aggiungano a noi, richiedendo il passaggio che la sorte offre loro.<br><br>
Il quartetto occasionale risulta rappresentativo di un piccolo spaccato sociale.<br><br>
Dei due imbucati, uno, il più giovane, è da quattro anni impiegato in un supermercato appartenente a una nota catena, l’altra è una donna di origini sudamericane, da sedici anni in Italia, che lavora a Roma e che conosce assai bene le problematiche riguardanti i collegamenti locali.
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Io sono l’unico libero d’impegni, che si muove da pensionato turista, con l’obiettivo di recarsi a una mostra fotografica allestita alla Garbatella dal titolo “Confini”.<br><br>
La proprietaria dell’auto, che generosamente si è offerta per i passaggi, è un’insegnante di scuola elementare che rischia l’ennesimo ritardo nella presa di servizio mattutino.<br><br>
Lasciati i due lungo il percorso, il nuovo problema che si presenta è costituito dal parcheggio. E’ diventato pressoché impossibile per le congestioni improvvisamente insorte, che convogliano verso quel punto i passeggeri rimasti appiedati nelle diverse fermate bloccate nella tratta Ostia-Lido.<br><br>
Unica soluzione per l’insegnante resta quindi quella di raggiungere con l’auto la borgata romana della Garbatella; che peraltro viene a coincidere con la mia meta di quel giorno.<br><br>
Come succede nei casi in cui si sviluppa una spontanea empatia, i pochi minuti dell’ulteriore viaggio sono sufficienti per rapidi confronti. Con scambi d’idee che si focalizzano sulle storie di ciascuno, utili per stabilire la vicinanza in molti interessi e passioni culturali.
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Affiorano anche evidenti due filosofie di creatività fattiva, diverse ma, in qualche modo, parallele e in divenire, indefinite e aperte: lei collaudata scrittrice di libri per l’infanzia… io con l’eterno spirito predisposto al culto del sano e imprevedibile “cazzeggio” favorito dalla fotografia.<br><br>
Attraverso informazioni, assunte successivamente dalle pagine social, emergono anche nuovi dettagli che mettono in luce altre combinazioni. Si vanno, infatti, a collegare a comuni conoscenze e a singolarità che dimostrano ancora una volta come nella vita il mondo reale appaia spesso molto più piccolo di quel che sembra.<br><br>
Ancora una volta sperimento aspetti personali che da sempre rafforzano le mie convinzioni che, a prescindere del giudizio in merito all’esistenza di Dio, ci fanno casualmente imbattere in ciò che non può mai essere razionalmente spiegato.<br><br>
Questo tipo d’incontri, come quello con Maestra Esterita costituiscono prova della casualità che ci governa nella vita reale e del come una serie infinita di “sliding doors” spesso ci incanalano, decidendo incontri, esperienze, conoscenze, attraverso incroci d’esistenze.<br><br>
Buona luce a tutti!<br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-51679315010365657242024-01-01T12:01:00.005+01:002024-03-06T08:15:53.805+01:00Le immagini che, con il loro immediato linguaggio, veicolano l'attenzione<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGi6qDp_bqR8kxhI-cVIW4HuWu8VB9kUnFL05I8XQftLqOr5lh0zCIdaqFQDcftHyYNCh7p0cmEsafU1M0LJhJpk3xTXNBckkjCI30YTV9za6KCjwqI5vQPUMGVrjzpe5Ip_p05IaqdrEulccIC93zn7mG7xpUxDwbdkZk6U_nhz6LFL7m918vJsN4x4k/s800/xS0029002.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGi6qDp_bqR8kxhI-cVIW4HuWu8VB9kUnFL05I8XQftLqOr5lh0zCIdaqFQDcftHyYNCh7p0cmEsafU1M0LJhJpk3xTXNBckkjCI30YTV9za6KCjwqI5vQPUMGVrjzpe5Ip_p05IaqdrEulccIC93zn7mG7xpUxDwbdkZk6U_nhz6LFL7m918vJsN4x4k/s400/xS0029002.JPG"/></a></div>
Ciascuno avrà già sicuramente avuto modo di sperimentarlo. Oramai sono sempre più le immagini che, con il loro immediato linguaggio, veicolano la nostra attenzione.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS2PozjNBzaIwdqD83UZTz28JBP5A_YbRg7Zp2uymF6IrxCgtBGIQVhu_VZfh4LtH1mXyhhyphenhypheniwGhBmGlVSPdSHdEXJoEX-6SlMzSWNbHu37jXIZzxY9-x6fh_R5lR0gD5E9y7LXjzHI3OIFa-17Miv62ToT1uejXUVmSC-0NWRJmtVh5psGF6IrDl-3dc/s800/xS0109011.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjS2PozjNBzaIwdqD83UZTz28JBP5A_YbRg7Zp2uymF6IrxCgtBGIQVhu_VZfh4LtH1mXyhhyphenhypheniwGhBmGlVSPdSHdEXJoEX-6SlMzSWNbHu37jXIZzxY9-x6fh_R5lR0gD5E9y7LXjzHI3OIFa-17Miv62ToT1uejXUVmSC-0NWRJmtVh5psGF6IrDl-3dc/s400/xS0109011.JPG"/></a></div>
In questi giorni, girando per le strade di Roma, alla continua ricerca di nuovi scorci e pretesti fotografici, la mia attenzione è rimasta attratta da una pittura, prossima alla street art, che si intravedeva allocata all’interno di una galleria d’arte.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-zchiYukdSYPltHEn28owr_nuRPS1QF26vOSYO273yt5oBggU3_L32TmunBd41aTqOpVEdGbhKVMuKq6UzpgMBZxDA4UQsO7Gcb7eagCkpf1-Aph4iMgSyICiTYvL8tEuj8fvbr7FW7nvd8e3h6XM_F6kwQcUQfiR1acrRxL3Jrk-lMiar-vJHpizYM/s800/xS0179020.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy-zchiYukdSYPltHEn28owr_nuRPS1QF26vOSYO273yt5oBggU3_L32TmunBd41aTqOpVEdGbhKVMuKq6UzpgMBZxDA4UQsO7Gcb7eagCkpf1-Aph4iMgSyICiTYvL8tEuj8fvbr7FW7nvd8e3h6XM_F6kwQcUQfiR1acrRxL3Jrk-lMiar-vJHpizYM/s400/xS0179020.JPG"/></a></div>
Avvicinandomi per guardare meglio ho notato la presenza anche di altre opere artistiche intriganti che, per i miei gusti estetici, meritavano d’essere documentate.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfsJWNhqX5FDlWVeG8torweg3H1joHD9zPZJj929XqlNn1JsZJPYAQb1592kNk9n1115B9fdVqMIQLkf96VrMguO0z32c1gvNUMTFckoQSeDmyPjbAmjTsgNnziHGKY-80kUPehuiT_9Z-pxj1vxEA-FaM-dsAAIPxrouz-qzUrN-nEucJJ6Q0En8xdIo/s800/xS0199023.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfsJWNhqX5FDlWVeG8torweg3H1joHD9zPZJj929XqlNn1JsZJPYAQb1592kNk9n1115B9fdVqMIQLkf96VrMguO0z32c1gvNUMTFckoQSeDmyPjbAmjTsgNnziHGKY-80kUPehuiT_9Z-pxj1vxEA-FaM-dsAAIPxrouz-qzUrN-nEucJJ6Q0En8xdIo/s400/xS0199023.JPG"/></a></div>
La titolare dell’atelier artistico non si vedeva, perché intanto impegnata nel ridotto ambiente adiacente, intenta a recuperare una tela da esporre nell’ambiente principale.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQhMH9hzvJK8OELkDyNJATu7ThhfBoPQjURatAzudI5F2BiAUblRJM0-_3lSCEJo9XnovwaYKHlGeB0aJjMs1_PD_sO4Dn8Etmg6g0HQjYesVlS5pn6CmZ9rxmGZQCnH11yNTxWYtpOlL8E4efhj-BCDXtzUYRbf2NJ78zZkdrXiUFno7mF6w0G0Cifr0/s800/xS0269031.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="532" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQhMH9hzvJK8OELkDyNJATu7ThhfBoPQjURatAzudI5F2BiAUblRJM0-_3lSCEJo9XnovwaYKHlGeB0aJjMs1_PD_sO4Dn8Etmg6g0HQjYesVlS5pn6CmZ9rxmGZQCnH11yNTxWYtpOlL8E4efhj-BCDXtzUYRbf2NJ78zZkdrXiUFno7mF6w0G0Cifr0/s400/xS0269031.JPG"/></a></div>
Posso fotografare? Chiedo alla vista e ricevendone l’assenso mi sono introdotto per cercare di fissare in pixel i tanti spunti artistici che mi avevano intrigato.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU-lmf8-IJYDDUmX_tJhvZysWEP-BaaApFcEwMS5B1wyff0ry6JG2nWNjWCjoIkTU0B5oH7qIGaiRTd299EemyxkwrOHAr8zM9KbmlYT3WQDQX-HJNju2IBv2xOwWqut9w1wVAoD0goIHtAWcmVirAN6un5NxrADem3K8Gph6Ezmm8O_nh7fPV9gM1apk/s800/xS0329037.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="533" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU-lmf8-IJYDDUmX_tJhvZysWEP-BaaApFcEwMS5B1wyff0ry6JG2nWNjWCjoIkTU0B5oH7qIGaiRTd299EemyxkwrOHAr8zM9KbmlYT3WQDQX-HJNju2IBv2xOwWqut9w1wVAoD0goIHtAWcmVirAN6un5NxrADem3K8Gph6Ezmm8O_nh7fPV9gM1apk/s400/xS0329037.JPG"/></a></div>
Per l'appunto: le immagini che, con il loro immediato linguaggio, veicolano la nostra attenzione.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgyAOFjBUhZiZTxJRm_w8sWpkq_UNsQ9usgT-JxnYlk2a3Db22orhlSXKw5sZjF8ZeLiirbBPVmfnAk3G98_u-mE-2LdYatRgpU4yKST2LzW4wfDmGaYGDhQRPfddne0fB4yAv96dxNKMo2ORD_M8riiJM8-hfyTPXVhmlZBcfiR8zWFTejTvBoBPUL4s/s800/xS0379042.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgyAOFjBUhZiZTxJRm_w8sWpkq_UNsQ9usgT-JxnYlk2a3Db22orhlSXKw5sZjF8ZeLiirbBPVmfnAk3G98_u-mE-2LdYatRgpU4yKST2LzW4wfDmGaYGDhQRPfddne0fB4yAv96dxNKMo2ORD_M8riiJM8-hfyTPXVhmlZBcfiR8zWFTejTvBoBPUL4s/s400/xS0379042.JPG"/></a></div>
Da qui un’empatia spontanea veniva a mescolare fra il fotoamatore e l’artista.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4jObRXg2HwssJMWhUq8GLr90dPbMzwNKR7Z3_8Qr_iBUL714J_OloLw9tywpmNKXJ0LJIwriYBCAnnbg7QITtxz34cnrxZhmwdfd1w-VNY4OIdJp_x6j0PV4HKyXdMlw7llZWzt-Mgw4f0w6OHl4HLGo_nWzIygemLgy15SYjb_NMqnzwr-uec42RUDo/s800/xS0998133.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4jObRXg2HwssJMWhUq8GLr90dPbMzwNKR7Z3_8Qr_iBUL714J_OloLw9tywpmNKXJ0LJIwriYBCAnnbg7QITtxz34cnrxZhmwdfd1w-VNY4OIdJp_x6j0PV4HKyXdMlw7llZWzt-Mgw4f0w6OHl4HLGo_nWzIygemLgy15SYjb_NMqnzwr-uec42RUDo/s400/xS0998133.JPG"/></a></div>
Tanto che oltre a essere invitato a visionare delle altre opere risposte nella saletta adiacente, venivo anche coinvolto nel tentativo di cercare di appendere la tela recuperata, destinata ad essere esposta a bella vista nell’ambiente d’ingresso.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx1TFN8BvRZ09gT1LnDOqPotlGWBdY5dAVGR27VOdo6tawwMms3PgJm_GmZovRKXdTWPIqnOMfNgg0D6T_dvHmlFIPtKI1xTmbyDn9ZQsFcHIx08GlUXDqTgjHfnBcsd-OO_cmF7gfOSlrngf6-rhxVeQM-7WlhyphenhyphenvMBtxz96ozCQEO3FfrcMmvWEh5f-4/s800/xS0928124.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx1TFN8BvRZ09gT1LnDOqPotlGWBdY5dAVGR27VOdo6tawwMms3PgJm_GmZovRKXdTWPIqnOMfNgg0D6T_dvHmlFIPtKI1xTmbyDn9ZQsFcHIx08GlUXDqTgjHfnBcsd-OO_cmF7gfOSlrngf6-rhxVeQM-7WlhyphenhyphenvMBtxz96ozCQEO3FfrcMmvWEh5f-4/s400/xS0928124.JPG"/></a></div>
Le poche foto realizzate credo che riescano a supportare questo breve racconto e saranno sufficienti anche a far verificare quanto detto in premessa, ovvero di come le immagini spesso catturano.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmImXnTY8mJA7k1GIYFhFAirOkVP__aTu08qHtofzkRIwDjh3Vb7v21Awytpy2aEbjY5fuyajr05wlx__YfgvUJXo53_vrnQYcC3KgP8aFyynTpZXoky8SwXa8MFCWnl2RUFNcjM4UcPSbSfaXUtJrDyb8cosj-UOeUmdqMfSBJiyYgpELygNVAd9mKV0/s800/xS0978131.JPG" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmImXnTY8mJA7k1GIYFhFAirOkVP__aTu08qHtofzkRIwDjh3Vb7v21Awytpy2aEbjY5fuyajr05wlx__YfgvUJXo53_vrnQYcC3KgP8aFyynTpZXoky8SwXa8MFCWnl2RUFNcjM4UcPSbSfaXUtJrDyb8cosj-UOeUmdqMfSBJiyYgpELygNVAd9mKV0/s400/xS0978131.JPG"/></a></div>
Per chi volesse verificare di persona, non resta che passare da Via del Gesù a Roma, per trovare presso la Galleria Borzelli molte interessanti e recenti opere d’arte contemporanea.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-13689299208718660272023-12-10T13:12:00.005+01:002024-03-06T08:16:14.193+01:00“Il Velo”, Mostra fotografica di Marica Di Bartolo<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihUd7JVxl-fHiwDK62SnzUzK1pEDMEsQyMwo5o82DX4FIua5SKPvGJSAb6g1vgz1dTIg7insk-NgWQeqdibsz2GWWRJQ0GqBhQSE8JPhkETpChqLEzCQaBgjFGgaFuaTFF0RciuYaWHrINC3tFV_ZepqMI1hC2NGBMm2g5Syd67hhGIUkrq1_SZKXGmbU/s800/DSCF2323.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihUd7JVxl-fHiwDK62SnzUzK1pEDMEsQyMwo5o82DX4FIua5SKPvGJSAb6g1vgz1dTIg7insk-NgWQeqdibsz2GWWRJQ0GqBhQSE8JPhkETpChqLEzCQaBgjFGgaFuaTFF0RciuYaWHrINC3tFV_ZepqMI1hC2NGBMm2g5Syd67hhGIUkrq1_SZKXGmbU/s400/DSCF2323.jpg"/></a></div>
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In un <a href="https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2023/10/sid-street-art-e-tanto-altro.html" target="_blank">altro scritto</a> mi ero voluto avventurare, a mio modo e con l'uso del mio vocabolario, nel cercare d'interpretare la creatività artistica di Sid, un visionario che - con le sue variegate opere pittoriche, scultoree e tanto altro - rappresenta, come costante, i suoi stati d’animo e momenti intimi.<br>
Con la sua mostra, intitolata “Il Velo”, Marica Di Bartolo viene sostanzialmente a sviluppare tematiche analoghe ma, questa volta, rappresentate attraverso la fotografia.<br>
A suo modo, con le sue immagini propone, infatti e in modo delicato, anche lei molto di sé stessa. Utilizzando sapientemente simboli e metafore o lasciandosi intravvedere attraverso veli allusivi che, come essa stessa afferma, hanno costituito nel suo tempo contemporaneamente delle protezioni e limiti. <br>
Con coraggio esterna oggi la sua voglia repressa di mostrarsi agli altri come la vera Marica disvelata. <br>
Ricorrendo anche ad elaborazioni tecniche, che mostrano efficacemente le complessità insite che sono sempre presenti in una narrazione, permette di percorrere più efficacemente i multiformi sentieri della psiche umana.<br>
Di Donato che l’ha aiutata nell’editing della mostra e della relativa fanzine, in sede di presentazione, ha anche detto che il suo lavoro si presta anche a una facile lettura perché appare semplice ma, per la pulizia sintattica, non facile da realizzare. <br>
Concordo nell’aggettivazione aggiungendo che la semplicità del progetto è però fortemente ricercata dall’autore che non ha mai avuto l’idea di impegnarsi nel cercare di proporre immagini complicate, bensì volte a sviluppare il suo vero intendimento, che era quello di volersi raccontare in modo diretto. <br>
Alternando immagini estetiche e nascoste, per rappresentare attraverso la fotografia il suo modo di essere, ha peraltro scelto e messo a frutto le tecniche elaborative necessarie allo scopo. La mela matura simboleggia la sua immagine della Marica attuale, che potremmo intendere come "disvelata".<br>
Con un messaggio immediato anche se assai complesso; che porta a tanti sottintendimenti e che si sviluppa leggero, in modo armonioso e gradevole, come se si venisse a trattare di un gioco.<br>
I tanti veli in verità disvelano ecografie dell’intimo, che nel loro insieme formano una cartella e che consentono, come spesso accade a chi osserva l’arte – e come è ampiamente dimostrato - di rispecchiarsi.<br>
In questi casi, quindi, le immagini dicono molto più di quanto possa essere espresso con le parole, quindi, per chi è curioso e volesse capire di più, non rimane che fare un salto all’ARVIS per costatare di persona.<br>
Della mostra, Michele Di Donato ha scritto su Facebook: “una mostra di cui ho avuto l’onore di curare sia l’installazione che la realizzazione del catalogo/fanzine e che potrete visitare, presso la Galleria FIAF Arvis Palermo fino al 3 dicembre prossimo”.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-14180048216235157382023-11-18T11:19:00.002+01:002024-03-06T08:20:23.159+01:00La Nuvola di FuksasPer chi non avesse ancora avuto occasione di visitata, a prescindere dai gusti architettonici che più predilegiamo, vale la pena dare un'occhiata. Magari vedendola e fotografandola attraverso i variegati colori che si alternano nella giornata, fino a sera ..... <a href="https://architetturando.wordpress.com/2018/01/19/2017-eur-roma-la-nuvola-di-fuksas-slide-show/" target="_blank">https://architetturando.wordpress.com/2018/01/19/2017-eur-roma-la-nuvola-di-fuksas-slide-show/</a>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-71771829973563145352023-11-18T10:45:00.006+01:002024-03-06T08:19:43.941+01:00Photo Happening a Palermo organizzato all’ARVIS<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOrqxhb2SWnVm_Mg7VfgBbxpCCPPk_TsXK1IrPTd7P-h1J2POzd1xJdGbajITrqdSJVB6zhzyAWPP9FCcTf9BcMH5-Cjf5ubgaOMybOKGu8O_HgiC58fJx6GCO4G0l_qVTgVDW0kEJRvFDbqeR_e4alXMk7A7ephWzaE-tu_nOG9b2hPI1bwqhHhEIKUc/s800/DSCF5566.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOrqxhb2SWnVm_Mg7VfgBbxpCCPPk_TsXK1IrPTd7P-h1J2POzd1xJdGbajITrqdSJVB6zhzyAWPP9FCcTf9BcMH5-Cjf5ubgaOMybOKGu8O_HgiC58fJx6GCO4G0l_qVTgVDW0kEJRvFDbqeR_e4alXMk7A7ephWzaE-tu_nOG9b2hPI1bwqhHhEIKUc/s400/DSCF5566.jpg"/></a></div>
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Discutendo di fotografia l’amico Michele, fotografo palermitano di lungo corso, ha sostenuto che trova sempre particolare interesse nel visitare tutte le mostre, indipendentemente da chi sia l’autore, ponendosi ogni volta attento e curioso, con un approccio costantemente improntato a osservare senza pregiudizi. <br>
Ogni mostra/evento artistico costituisce un messaggio autonomo; può risultare ai nostri occhi eccelso o può anche non piacere o, più semplicemente, risultare incomprensibile o - ancora - non corrispondere alle nostre aspettative. <br>
Rimane il fatto che tutte le proposte culturali meritano di essere sempre trattate con rispetto, non ultimo perché forniscono occasione atte a stimolare aspetti interessanti che avviano momenti di riflessione e, in ogni caso, spunti/argomenti che vanno oltre l'eventuale critica estemporanea.<br>
In questa chiave sono da porre anche le iniziative che molte associazioni e circoli fotografici vengono a organizzare per tenere viva le passioni e favorire sempre nuove proposte. <br>
Il primo Photo Happening che è stato organizzato in questi giorni dall’ARVIS di Palermo, in collaborazione con il Dipartimento Cultura FIAF diretto da Silvano Bicocchi, ha voluto percorrere questo solco e, visti i risultati, c’è pienamente riuscito.<br>
L’ARVIS (Associazione per le arti visive in Sicilia) è associata da tempo alla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e ha di recente organizzato a Palermo il 74^ Congresso Nazionale negli spazi comunali ubicati presso i Cantieri Culturali alla Zisa.<br>
Forte del successo organizzativo conseguito e dell’intensa attività di formazione costantemente rivolta principalmente ai giovani ha voluto avviare anche a Palermo questa ormai collaudata formula composita di appuntamento (Photo Happening per l'appunto), che contempla lo sviluppo in parallelo di diverse attività fotografiche, per fornire opportunità di conoscenze, agevolare la creatività e alimentare i momenti di crescita per chi pratica la fotografia come passione. <br>
Proposito e obiettivo principale non è stato pertanto quello di creare il dictat per ricercare ossessionatamente di arrivare i primi, bensì quello mettersi in gioco proponendosi nello svolgimento di estemporaneità tematiche ovvero di confrontarsi con altri nell’esame dei lavori realizzati, con l’opportunità di vedere contemporaneamente l’attività e le proposte altrui, nonchè di assistere agli esami incrociati che si sviluppano sempre nel corso delle diverse letture.<br>
Questo primo evento palermitano, efficacemente coordinato dal socio Giacomo Barone, si è svolto nell'arco di due giornate; articolate in differenti iniziative costituite da: “set/uscite” supportate da un tutor nella redazione di tre tematiche fotografiche; <a href="https://youtu.be/l6zLSXiuaIs?si=AB1AKZ3omMIeq85s" target="_blank">seminari e conversazioni il sabato</a> (Gianluca De Dominici, Sergio Perez e Ornella Mazzola) e con letture di fotografie che si sono svolte nella giornata di domenica (curate da Brigida Lunetta, Michele Di Donato e Marco Fantechi). <br>
Tutto quanto realizzato è stato esaminato pubblicamente, consentendo a chi fosse interessato (anche a non soci e ospiti) di potere seguire le fasi dei vari lavori e degli eventi.<br>
Tenuto conto che si è trattata di una prima edizione, svolta per ovvi aspetti logistici negli stessi locali dell’associazione, stante le disponibilità economiche limitate per assenza di sponsor, i numeri sono da considerare assai soddisfacenti (con 22 letture portfolio, 7 letture di cinque foto singole per autore e 10 persone partecipanti ai tre set fotografici).<br>
Riguardo alle premiazioni, foto di Giusi Inzinna e Davide Pizzo sono state giudicate come migliori; nelle Serie fotografiche dei set - legate a lavori tematici estemporanei - sono stati prescelti Oscar Nicosia (Il Quartiere Ebraico di Palermo), Stella Gentile (La piaga degli incendi stagionali) e Leandro Faustino (Sulla via di Rosalia).<br>
Nelle letture portfolio secondo si è classificato Salvatore Titoni (Emozione numero cinque) e vincitrice è stata Valeria Monte (Kintsugi). Le motivazioni espresse dai tre lettori sono state rispettivamente “Una emozione, un’idea antica, una speranza di rinascita trovano voce in un racconto fotografico ben strutturato” e “Per aver saputo racchiudere in un racconto efficace una storia intima di ricerca del proprio equilibrio interiore, attraverso immagini evocative, simboliche, potenti”.<br>
Come ha ricordato in sede di presentazione Gianni Nastasi (Presidente ARVIS) e più volte pure sottolineato da Marco Fantechi (Docente FIAF), a prescindere dagli aspetti competitivi, forse necessari per stimolare l'approccio al confronto, partecipare a manifestazioni come queste o similari costituiscono tappe importanti, per poter verificare quanto si produce e appuntamenti utili per alimentare idee creative fondamentali necessarie per sviluppare la crescita individuale di ciascuno.<br>
Costituiscono altresì occasioni per conoscere e farsi conoscere, stabilire interscambi sempre utili per affinare la lettura della luce e le scritture attraverso immagini (in chiave sia autoriale che nell'aspetto di lettura); elementi tutti indispensabili che educano ad affinare sempre più il proprio modo di comunicare e di leggere e anche riuscire ad a far propria la sintassi insita se ci si vuole proporre come autore.<br>
A conclusione dei lavori, organizzatori, collaboratori esterni e partecipanti sono rimasti entusiasti per come sono andate le cose e si sono ritrovati concordi a voler ripetere l’iniziativa anche nei prossimi anni. Del resto la formula ha soddisfatto, funzionato, il materiale è stato abbondante e di qualità, registrando anche una larga partecipazione giovanile che fa ben sperare per la futura crescita dell'ARVIS.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
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Di recente sono intervenuti dei significativi cambiamenti alla Biennale di Venezia. Occorrerà quindi verificare ciò che verrà proposto e realizzato dal nuovo direttore artistico incaricato prima di venire ad avventurarsi in critiche affrettate influenzate da pregiudizi.<br>
In ogni caso la Biennale è sempre stato luogo artistico dove i pionieri dell’arte hanno avuto ampi spazi per proporre nuovi percorsi. La seppur breve storia della fotografia si è anch'essa sempre storicamente allineata su analoghi solchi.<br>
Queste premesse e le relative logiche possono forse aiutare a meglio addentrarsi - con adeguata prudenza – su <a href="https://fiaf.net/portfolioitalia/risultati-della-10-tappa-2023-13-premio-maria-luigia-colorno-pr/?fbclid=IwAR2pcScFJQT-5EbOtuzWOgjvFX4EDtSeAozsvGaZBC0O50IOnLfpxwNisPc" target="_blank">quanto è di recente accaduto riguardo alle tante problematiche e ai molteplici dissensi emersi a seguito delle premiazioni negli ultimi appuntamenti FIAF di Portfolio Italia</a>.<br>
Senza volere per nulla entrare nel merito, sia riguardo alle specifiche critiche avanzate o nel voler discutere sulle motivazioni rese pubbliche dalle qualificate giurie, potrebbe tornare vantaggioso richiamare tutte le parti in causa a riflettere maggiormente sui fondamentali e, magari, tenere anche in giusto conto il fatto che la fotografia è pure essa una forma d’arte soggetta a mode e a continui cambiamenti. <br>
Per avere maggiori elementi e poter focalizzare meglio gli aspetti che hanno innescato le molte discussioni, potrà tornare utile leggere l'<a href="https://leimmaginicheamointerviews.blogspot.com/2023/11/caterina-codato.html?fbclid=IwAR19GRtaL3Vel-_3F2FrZY9F-sZNPJD8H_raumnwKZeFGABaGSBp-4Kgk3U" target="_blank">intervista rilasciata ad Angelo Zzaven dalla vincitrice dell'ultimo portfolio Italia Caterina Codato</a>, al 13° Premio Maria Luigia di Colorno (PR), che si rivela alquanto interessante oltre che esaustiva. <br>
A mio modesto parere e per inciso, credo che, qualora ci si dovesse allontanare troppo dai principi qualificanti della fotografia, si potrebbe correre il rischio di venire a realizzare altro, seppur creando un qualcosa che sia anch'esso di artisticamente valido.<br>
Ma, come mi ricorda spesso un amico, proprio il genere corrispondente al portfolio fotografico continua ad essere un ibrido, un Giano bifronte che - in mancanza di regole certe, mai consolidate e da tutti riconosciute - scorre di per sé in equilibrio, sul filo di una lama, con i rischi intrinsechi che ne conseguono.<br>
Allontanandomi dalla tipologia fotografica specifica, nata in Italia e sostanzialmente perchè introdotta e storicamente immaginata dal duo Fiaf Magni/Torresani, propenderei per il cercare di allargare l'argomento, nell'intento di rivisitare i presupposti essenziali insiti al fenomeno artistico denominato Fotografia.<br>
Per meglio ottenere chiarimenti su un tema e argomenti assai complessi che, probabilmente, difficilmente potranno mai ritrovare tutti d’accordo, invito pertanto a perdere un paio d’ore nel vedere (soprattutto ascoltare) due video postati su You Tube riguardanti due autori siciliani, da subito artefici di percorsi fotografici creativi affermati ormai da molto tempo: Carmelo Bongiorno e Franco Carlisi.<br>
Un modo per stoppare le polemiche e ritornare alla storia della fotografia e ai variegati sviluppi collegati allo scrivere immagini attraverso la cattura della luce.<br>
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Video “Bongiorno” – <a href="https://youtu.be/PSX10mei_uM?si=y2x8XVxChOu1xvpy" target="_blank">https://youtu.be/PSX10mei_uM?si=y2x8XVxChOu1xvpy</a> (h. 1,30 circa)<br>
Video “Carlisi”- <a href="https://youtu.be/37XK0xu3kv0?si=7SEl7AoXsU19GFRV" target="_blank">https://youtu.be/37XK0xu3kv0?si=7SEl7AoXsU19GFRV</a> (h. 1 circa)
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I suddetti video, ripresi al Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo) e realizzati in occasione del 74^ Congresso Nazionale Fiaf, nel corso d'incontri moderati entrambi dall'esperto Pippo Pappalardo.<br>
Si avrà modo di constatare come certi temi, pur diversamente affrontati dai due autori siciliani, per i contenuti concettuali abbastanza sperimentali realizzati, specie se riferiti ai tempi, hanno seguito un percorso, senza mai abbandonare tracce esistenti.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
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P.S. - Il titolo assegnato all'articolo, non vuole in alcun nodo alludere al contenuto, bensì intende attenzionare sul come l'arte è spesso legata a tanta casualità. Nello specifico si riferisce all'immagine di copertina che ritrae delle opere artistiche realizzate da alunni dell'Accademia delle Belle Arti ubicata presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, che evidentemente non hanno trovato fortuna e fanno parte della spazzatura ingombrante destinata allo smaltimento dei rifiuti urbani. Ancora una volta è un esempio di quanto possa essere discutibile l'arte, specie se dissociata dall'artista che l'ha creata o dal curatore che lo sostiene/rappresenta.<br><br>
toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-64492183396537166112023-11-09T09:16:00.003+01:002024-03-06T08:20:54.028+01:00IS-LAND - Slide Show d'immagini sulla Mostra fotografica di Fabio Sgroi<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7v1rs3Rc1jljyOyOpOVPSQvwxo3FBDb3oCAKhk8D9eftZnVVumIU5M95BNVOiHEwGj3c4dfFilPevHVMCN1xXE210F7a7yBdO84yySwgExkH6rIRDJUfEcVxV2Q3Xs9yuRWXzKPen1vFGF8ZFz06reKpC3-TYDK0yBbPYMYg1S1VqimWHom9S54E3_3Q/s1600/DSCF8296-2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="1600" data-original-width="1067" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7v1rs3Rc1jljyOyOpOVPSQvwxo3FBDb3oCAKhk8D9eftZnVVumIU5M95BNVOiHEwGj3c4dfFilPevHVMCN1xXE210F7a7yBdO84yySwgExkH6rIRDJUfEcVxV2Q3Xs9yuRWXzKPen1vFGF8ZFz06reKpC3-TYDK0yBbPYMYg1S1VqimWHom9S54E3_3Q/s400/DSCF8296-2.jpg"/></a></div>
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Per chi non l'avesse ancora fatto, visitabile fino a domenica 12 la mostra fotografica "IS-LAND" di Fabio Sgroi al Real Ambergo delle Povere di Corso Calatafimi a Palermo <a href="https://youtu.be/LdL0qOh71iU%20" target="_blank">https://youtu.be/LdL0qOh71iU </a>
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La mia recensione sulla mostra a suo tempo pubblicata su: <a href="https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2023/09/is-land-di-fabio-sgroi-curated-by-n38e13.html" target="_blank">https://laquartadimensionescritti.blogspot.com/2023/09/is-land-di-fabio-sgroi-curated-by-n38e13.html</a>
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-77674392925642332632023-11-09T09:14:00.004+01:002024-03-06T08:21:16.055+01:00“Coumba Freida” di Massimiliano Gaglio dal 4 al 18 novembre<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs_CmkaRc7yIpbvkq4L_bHcb6omUkduDHN-IrtniExYs-VW0ystJxEabnnzrW3Q5uYo_FDg_qmkaSxObI6xBqFUX0TbHJH5Z62AFdYpL8cGcVsaYterjyBZ5YOneNi9dDxiOm_snqNNGIhhkwjfDVsiVbQYY_cCDP8N98fD1JmgihxzO4MK0gtx99IFrM/s800/S0016135.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="400" data-original-height="800" data-original-width="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs_CmkaRc7yIpbvkq4L_bHcb6omUkduDHN-IrtniExYs-VW0ystJxEabnnzrW3Q5uYo_FDg_qmkaSxObI6xBqFUX0TbHJH5Z62AFdYpL8cGcVsaYterjyBZ5YOneNi9dDxiOm_snqNNGIhhkwjfDVsiVbQYY_cCDP8N98fD1JmgihxzO4MK0gtx99IFrM/s400/S0016135.jpg"/></a></div>
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Nel variegato panorama artistico ogni opportunità appare utile a ciascun autore per comunicare i propri punti di vista.<br>
La fotografia si presta molto a questi scopi, per l’abilità di alcuni fotografi che riescono a confondere il mondo reale attraverso immagini mistiche o allusive.<br>
Capita così di vedere quasi per caso una mostra e di trovare esposte fotografie che costituiscono condensati comunicativi, riuscendo a rendere visibili e a far percepire a pieno concetti complessi non facilmente classificabili.<br>
È quanto succede visitando la mostra di Massimilano Gaglio che “Collettivo F – Anno Zero” ha voluto proporre come appuntamento di chiusura nel suo ciclo espositivo del 2023.<br>
Come accennato nella presentazione dallo stesso autore, il suo carnevale non è per nulla banale, specie per le forti allusioni anche alle maschere di Jung, presentato con una proposta in bianco e nero che risulta ben calzante per meglio veicolare le sue visioni.<br>
Ne deriva una ricerca che viene a raccontare, attraverso una serie di immagini, individui e collettività in maschera, tutti metaforicamente focalizzati in una vallata coperta di neve. <br>
Gli stessi soggetti mascherati, successivamente colti negli ambienti chiusi, mescolandosi al popolo rivelano la loro promiscuità, vengono a confondersi con altri umani dalle sembianze riconoscibili che appaiono quasi fossero degli alter ego o loro stessi fantasmi che vagano negli ambienti.<br>
Una mostra fotografica che sicuramente tende a spiazzare l’osservatore. Per il semplice fatto che oltre a una mostra fotografica potrebbe essere letta verosimilmente come un trattato di sociologia o psicologia, anche per i tanti elementi d’aspetto psichiatrico che risultano ampiamente visibili.<br>
Questa “Coumba Freida”, a mio parere, potrebbe quindi costituire un emblematico esempio di scrittura visiva di una diagnosi che, senza uso esplicito di didascalie, sottende a trasmettere messaggi che ciascun visitatore potrà liberamente interpretare e modellare a sua immagine e somiglianza.<br>
La mostra sarà esposta fino al prossimo 18 novembre a Palermo, presso la Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano” (Casa Professa).<br>
A completamento è giusto citare quanto riportato dalla locandina della mostra: “In Valle d’Aosta si trova la Valle del San Bernardo, detta anche Coumba Freida per il vento gelido che spira nel periodo invernale. Durante il carnevale gli abitanti del luogo partecipano alla festa cercando di rendere la stagione meno triste e fredda. Le landzette (1), maschere tipiche del luogo, visitano le case della gente cantando e ballando, bevendo e rievocando il passaggio delle truppe napoleoniche attraverso il colle del Gran San Bernardo. I costumi usati sono una trasposizione allegorica delle uniformi dei soldati francesi che seminarono il terrore tra la popolazione nel maggio del 1800. In questo lavoro fotografico non si vuole semplicemente raccontare la festa, quanto cercare di analizzare gli aspetti sociali e la relazione tra l’uomo e la natura. Il progetto è stato realizzato dal 2013 al 2019.”<br>
Una mostra che merita di essere vista e letta con attenzione, magari ripetendone il giro.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
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(1) Landzette sono delle Maschere della Valle d’Aosta, il cui volto è coperto da una maschera un tempo di legno; in mano tengono crine di una coda di cavallo e in vita hanno una cintura munita di un campanello. Questi ultimi elementi vengono interpretati dagli antropologi come strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi (fonte web).
<br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-55709523952374071462023-11-09T09:13:00.004+01:002024-03-06T08:22:09.545+01:0027 ottobre / 05 novembre 2023: "Marocco -/+ 40″<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirlTKRgx4-KS7Jwxky2MwrhbSEXZwiogNtRiKee0vFWre8rt4bICC9uQF3tS0Gv1G-SETChn1UFKpIh_lypfzO4yOPRqRHOYWOkvnqRMtFMl95KOET2ej0P92ryL5rFWE1UvACXHdvUE1XAmkTt6mifsqSke6ReTXNyYogBjWhC7myWVZMgZYdVetz9sQ/s526/Marocco%20-%20Consoli%20Barone.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="526" data-original-width="526" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirlTKRgx4-KS7Jwxky2MwrhbSEXZwiogNtRiKee0vFWre8rt4bICC9uQF3tS0Gv1G-SETChn1UFKpIh_lypfzO4yOPRqRHOYWOkvnqRMtFMl95KOET2ej0P92ryL5rFWE1UvACXHdvUE1XAmkTt6mifsqSke6ReTXNyYogBjWhC7myWVZMgZYdVetz9sQ/s400/Marocco%20-%20Consoli%20Barone.jpg"/></a></div>
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Sinossi della Mostra fotografica "Marocco -/+ 40″
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Le diverse etnie, organizzazioni sociali e i sistemi politici di riferimento, basati su culture spesso profondamente differenti, stabiliscono anche i ritmi di sviluppo interni, pur se orientati dalla globalizzazione che interessa ormai tutto il pianeta. Ci sono, quindi, luoghi e paesi dove i cambiamenti scorrono molto velocemente e altri dove il tempo sembra trascorrere con maggiore lentezza, tendendo a mantenere quasi integre le usanze e le tradizioni indigene .L’iniziativa di Pippo Consoli e Rosario Barone di mettere in mostra – e quasi a confronto – immagini analogiche e digitali (scattate negli anni ottantadue, con pellicole in bianco/nero e fotocamera manuale le prime, con una moderna reflex super sofisticata le foto più recenti) che, oltre a documentare le realtà corrispondenti a due periodi storici (a distanza di quaranta anni), vuole anche focalizzare gli aspetti etnici e sociali citati in premessa.
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Il Marocco, che fino agli inizi del novecento è stato un protettorato francese, influenzato anche dalla vicinanza fisica e l’interscambio che ha sempre avuto con la vicina Spagna, costituisce una delle nazioni fra quelle più avanzate del Nord Africa. Vige una monarchia costituzionale abbastanza illuminata che, grazie anche ad aiuti occidentali che hanno agevolato l’apertura verso i loro mercati mediterranei, consente una pacifica convivenza di diverse etnie, distribuite in un variegato e vasto territorio, riducendo al contempo progressivamente tanti espatri clandestini.
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Soffermandosi sulle foto in mostra, le immagini esposte dai due autori testimoniano le diversità che hanno da sempre caratterizzano il paese. Le fotografie di Barone si soffermano principalmente sui territori desolati del sud marocchino, dai connotati prettamente berberi e comuni ai confinanti paesi del Nord Africa occidentale (Algeria in particolar modo), allocati a ridosso della cordigliera dell’Atlante, dove si trovano maestosi villaggi fortificati interamente costruiti in terra con una sapienza antica tramandata e che oggi rischiano di scomparire per sempre. Le foto di Pippo Consoli, più datate, si concentrano invece sulla parte più nord occidentale del paese, con immagini che documentano angoli delle città imperiali (Fès, Marrakech, Rabat e Meknès), soffermandosi sugli aspetti architettonici di importanti edifici che su talune abitudini, caratteristiche degli abitanti del Marocco del nord.
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Evidenti risultano le differenze di epoche, per i costumi – arabi o occidentalizzati - indossati da taluni abitanti che sono stati ritratti nei vicoli e nei mercati da Consoli (tenda del barbiere, abbeverarsi alla fontanella); anche se in altri casi talune delle scene fotografate nel 1982 potrebbero essere simili a quelle che si ancor oggi potrebbero incontrare; specie se riferite a classi sociali meno abbienti (decapitazione del pollo, tatuaggi temporanei all’henné, la tenda con il barbiere all’opera). In sintesi, i due spaccati diversi con i quali i due autori vengono a raccontare il loro personale modo di vedere il Marocco (analogico e digitale, quindi d’ieri e di oggi) si integrano perfettamente. Le foto del Sud, che solo in rari casi propongono presenze umane, potrebbero essere ben associate ad un unico periodo, atteso che le abitudini berbere e gli insediamenti urbani sono gli stessi da sempre.
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Jamaa el Fna, la piazza centrale di Marrakech fotografata da Rosario Barone nel 2022 costituisce di fatto l’unico documento che identifica il Marocco moderno, a cui Consoli contrappone le foto dell’incantatore di serpenti, e i lettori dei testi del corano che raccolgono fedeli di religione islamica. Marrakech, luogo marocchino dove s’incontrano tutte le culture del paese, costituisce una meta fissa del turismo internazionale. Chi ha avuto la fortuna di visitare il paese, attraverso le fotografie della mostra, saprà riconoscere e rivivere luoghi e personaggi. Per chi non lo ha ancora visitato, le foto possono costituire uno stimolo per avventurarsi e intraprendere un’interessante avventura. Magari aspettando che vengano intanto sanificati i gravi danni procurati dal recente movimento tellurico, che ha quasi distrutto l’intera cittadina e parte dei muri dai tratti architettonici fortemente feudali.
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<b>© ESSEC</b><br><br>
27 ottobre – 05 novembre 2023 / Marocco -/+ 40″ – mostra di Pippo Consoli e Rosario Barone
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-30449381854418870462023-11-09T09:12:00.004+01:002024-03-06T08:22:38.430+01:00Photoshop, assai utile ma anche .....<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5tYb5Viz56m8vTPhE88nTJI1JXHeUxIu6bl9aen6oi2PzOnrNjCdJylNa93sJUFn52pQ_L_fDN63F2pPRwkYpLsxvdjbxtCYgqLkhT9-gdURq0I7uk3Pl06iMMycn13U2i2O0-7K-Z7EBu2gLimWRgs8Gc5MQgpjeJjw4oGgyZwlEY-YjuLjPnljGmSQ/s640/F1TC0086-2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="427" data-original-width="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5tYb5Viz56m8vTPhE88nTJI1JXHeUxIu6bl9aen6oi2PzOnrNjCdJylNa93sJUFn52pQ_L_fDN63F2pPRwkYpLsxvdjbxtCYgqLkhT9-gdURq0I7uk3Pl06iMMycn13U2i2O0-7K-Z7EBu2gLimWRgs8Gc5MQgpjeJjw4oGgyZwlEY-YjuLjPnljGmSQ/s400/F1TC0086-2.jpg"/></a></div>
Capita talvolta di rivisitare dei vecchi scritti che, specie in fotografia, avevano lo scopo di chiarificare alcuni aspetti controversi. Nonostante il tempo, oltre a continuare ad essere irrisolti, alimentano evoluzioni o involuzioni concettuali che, in assenza di autorevoli e motivati chiarimenti mantengono ancora confusioni. A completamento il testo che avevo proposto è datato aprile 2015. In ogni caso l'attualità prospetta novità più importanti che vengono a complicare l'autenticità della fotografia per come l'abbiamo sempre intesa. L'IA (intelligenza artificiale) sta rivoluzionando il concetto intrinseco della fotografia classica e chissà cosa si verrà a prospettare in un domani assai prossimo.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>
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"Può capitare ed a me è già più di una volta accaduto di riscontrare, in riunioni di giurie chiamate ad ammettere e premiare fotografie in concorsi fotografici, foto manipolate con interventi di postproduzione che cambiavano significativamente le immagini rispetto alla realizzazione originaria.<br>
In particolare, non mi riferisco alle usuali classiche correzioni di esposizioni, tonalità e/o saturazioni e nemmeno a conversioni dal colore in b/n.<br>
Accade sempre con maggiore frequenza che più o meno abili utilizzatori di Photoshop o di programmi similari (potrei definirli anche "i soliti noti") creino nuove realtà attraverso sovrapposizioni di livelli o con più semplici copia-incolla, scontornando poi le sovrapposizioni o gli arditi inserimenti.<br>
Per quanto ovvio, nella maggior parte dei casi ed in particolare per foto amatori più bravi in questi artifizi, le predette operazioni di modifica non sono visibili con immediatezza ma presuppongono attente osservazioni delle immagini opportunamente ingrandite.<br>
Per quanto ovvio, qualora il concorso bandisca elaborazioni e manipolazioni, l'eventuale infausta ammissione e/o premiazione espone le Giurie a magre figure. Mi resta in ogni caso difficile capire la soddisfazione di chi tenti raggiri nelle regole per accaparrarsi un premio e/o i relativi punteggi connessi.<br>
Quanto fin qui osservato, vista la persistenza del fenomeno, necessita, a mio parere, di urgenti interventi regolamentari.<br>
Nello specifico suggerirei una soluzione radicale, prevedendo sempre delle sezioni speciali dedicate a dette forme di elaborazioni e "smanettamento"; ciò allo scopo di evitare il far concorrere in una medesima sezione - libera o a tema che sia - di fotografi che presentano foto compositivamente integre con gli amanti di immagini artefatte.<br>
Credo che comunque non si può più sottacere sul problema, stante anche la verificata proposizione in serie di foto, nei diversi concorsi, da parte di medesimi autori avvezzi a dette pratiche."<br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3982380051458292445.post-25043491634709419612023-10-15T08:23:00.006+02:002024-03-06T08:22:53.386+01:00Maelstrom (Vortice) di Michele Di Donato<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqwU9ltdydX-BJBHRauPPpwfn_wrnIKLJEba8_zJ3sOOBgUcv9bgDm-xU7t5Q7qmKpe797ikcGwwo5e69TYYgPE3VGXTeSmQ1P3M-WLsiP7TwSiBZtesVcd-cixDGmmCJOjJCYQI8eYr6B9lWR5rgtGIqDtb62e2_JB-prGKWEC0DJKm0XOf_oOpdb204/s800/S0159020.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="534" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqwU9ltdydX-BJBHRauPPpwfn_wrnIKLJEba8_zJ3sOOBgUcv9bgDm-xU7t5Q7qmKpe797ikcGwwo5e69TYYgPE3VGXTeSmQ1P3M-WLsiP7TwSiBZtesVcd-cixDGmmCJOjJCYQI8eYr6B9lWR5rgtGIqDtb62e2_JB-prGKWEC0DJKm0XOf_oOpdb204/s400/S0159020.jpg"/></a></div>
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Michele Di Donato, autore delle opere in mostra alla Galleria Fiaf dell’ARVIS di Palermo, con la sua esposizione viene a rappresentare un progetto lungamente pensato ed al quale ha lavorato da alcuni anni, composto da tanti scatti realizzati in diversi teatri italiani.<br>
La sinossi di Fabiola Di Maggio, ampia e articolata, descrive gli intenti dell’autore e si sofferma sulla ricerca sottostante alla sua operazione.<br>
In merito al titolo attribuito alla mostra, viene in soccorso il web, là dove si legge che “a seconda del volume dell'acqua e della forza con cui si scontrano, compaiono vortici di dimensioni diverse. I più grandi e pericolosi sono chiamati vortici o maelstrom, parola norvegese che deriva da malen (macinare, schiacciare) e strom (corrente), cioè corrente di frantumazione”.<br>
L’idea che prevale nella mia personale lettura della mostra è anche quella di un tentativo nel cercare di fermare, con un concetto fotografico, l’energia ovvero la dinamica della materia. <br>
Il tutto con cromatismi che pongono un accento sulle diverse intensità di frequenze, fissando momenti del mescolamento di estetiche fisiche; scansionandole in serie, per evidenziare dinamismi celati attraverso istantanee.<br>
Nei differenti pannelli compositi si illustra così, con singoli tasselli/fotogrammi, l’evoluzione di fenomeni immaginati e certamente letti secondo logiche di dinamica “quantistica”.<br>
Le sequenze associate tendono, quindi, a rappresentare i turbinii (vortici) che ci avvolgono; ovvero il materialismo composito che di regola costituisce la nostra dimensione e che appare con figure già consolidate e definite che appaiono apparentemente stabili.<br>
Anche se nelle sue intensioni Michele Di Donato confida di aver voluto rappresentare, in qualche modo, equilibri dinamici tendenti ad focalizzare il precipitare della materia, in un immaginario unico buco nero (vortice assorbente), a mio parere, talune serie fotografiche esposte nei pannelli potrebbero anche fare immaginare il processo opposto, cioè la dinamica che crea nuove le stelle e le eventuali realtà planetarie correlate.<br>
In ogni caso ritengo che l’operazione, di per sé, sia ampiamente riuscita già solo per l’estetica raffinata che coinvolge l’osservatore in un maelstrom seriale; realizzato attraverso una attenta postproduzione, selettiva d’immagini dei differenti ballerini presi in azione, che ben concettualizza le dinamiche nascoste sottostanti al “materialismo complesso” (e il mio amico Mario mi sottolinea come fondato sull’equivalenza funzionale tra materia ed energia) che avvolge l’intero universo.<br>
In altre parole, a mio parere, la mostra di Di Donato, miscelando l’insieme dei nostri cinque sensi (con l’aggiunta della base musicale nello slide proiettato nella sala adiacente) suscita emozioni e ci viene a raccontare – anche in maniera esplicita - la realtà esistenziale.<br>
Con una visuale diversa e originale, che va oltre la nostra naturale percezione e ogni verità apparente.
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Buona luce a tutti!<br><br><br>
<b>© ESSEC</b><br><br>toticlehttp://www.blogger.com/profile/11567809495451326064noreply@blogger.com0