“Star-Party” madonita

In tutte quelle cose con le quali ci rapportiamo in modo palesemente squilibrato l'approccio con un atteggiamento umile facilita l'osservazione, consente di maturare considerazioni e, in molti casi, di comprendere la reale portata dei fenomeni.
Questo fine settimana mi sono ritrovato fra appassionati di astronomia che, con entusiasmo e curiosità, imperterriti continuano a scrutare la volta celeste nei vari momenti e con la piena consapevolezza della nostra dimensione umana.
Armati di cannocchiali astronomici e sofisticati softweare dedicati, come ogni anno, hanno riempito un pianoro delle Madonie che, nel buio apparente della notte, pulsava di voglia di avventura dei tanti marinai d'infinito.
Tutti si approcciavano a sviluppare programmi studiati in privato o in seno alle loro associazioni, ma trovavano il tempo e gli spazi per l'istinto divulgativo che anima gli adepti di questa antica disciplina.
Antico e, più in generale, dimensione tempo e spazio in astronomia rappresentano concetti molto relativi, ma il nostro lessico impone certe terminologie per rendere comprensibili i fenomeni ed avvicinarli alla nostra dimensione.
I binocoli puntavano verso gli angoli più remoti dell'emisfero scientibile, non disdegnando però le rituali puntate ai pianeti ed alle costellazioni vicine, che costituivano anche occasioni di curiosità per noi non adepti interessati a vedere gli spettacolari "anellli" di Saturno, i suoi satelliti, il rossastro marziano, ovvero ad avere un approccio con galassie inimmaginabili ed a noi lontane centinaia, migliaia o milioni di anni luce.
Torce laser aiutavano a leggere in quella scura lavagna dove brillavano milioni di piccole luci, descrivendo punti e le linee che congiungevano idealmente i diversi segni dello zodiaco e non soltanto.
Dopo una certa ora, il ludico passava in secondo piano, nessuno sporcava più l'ambiente con luci estranee e i soli addetti ai lavori si apprestarono a trascorrere la notte per svolgere i compiti programmati.
Quasi tutti montavano sui loro cannocchiali macchine fotografiche che accompagnavano il migrare degli astri; molte delle loro foto sarebbero andate a incrementare le immagini dei tanti appassionati rese a accessibili attraverso portali web dedicati.
Domani sarebbe stato per tutti un altro giorno, per ritornare alle nostre dimensioni, alle nostre quotidiane problematiche, ai nostri hobbies più terreni. Pur consapevoli che quello stesso universo della notte è lì che ci accompagna anche quando per noi tutto è in piena luce ....... Con la relatività intrinseca di ogni cosa.
Avere avuto poi spiegato all’indomani che quel bagliore che attorniava le montagne che circoscrivevano l’ampio pianoro di Pomieri in cui stavamo noi non erano luci della città ma la sfilacciatura dei raggi solari provenienti dal lato illuminato della terra, che sfioravano l’orizzonte buio e circolare della nostra notte e che, quindi, avevi inconsciamente vissuto dal di dentro un eclissi solare di dimensione “umana” ti regalava la sensazione e percezione del “fantastico”. Il tutto, gratuitamente, al di là di ogni credenza o religione.
Buona luce a tutti.
© Essec

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